mercoledì 29 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 19. Masrek Eclionner ritorna in scena: l'Eremita


Dall’alto della collina si poteva vedere molto lontano, verso sud, fino al grande fiume Amnis.
A settentrione, invece, si stagliavano le altissime montagne chiamate i Denti del Drago, che separavano il Regno nordico degli Alfar dalla grande Pianura Amnisiana, abitata dai Keltar.


Ma l’uomo che in quel luogo e in quel momento fissava l’orizzonte non era né un Alfar, né un Keltar. Veniva dall’Impero Lathear ed era un reduce della battaglia di Elenna sul Dhain, combattuta una generazione prima, nell'anno della Primavera di Sangue.
Ora lo conoscevano come l'Eremita, perché viveva in solitudine in una capanna sulle colline, allevando animali e coltivando orti e campi, che vendeva al mercato del paese più vicino, Plèdemon, un piccolo abitato collinare molto a ovest nella Valle dell’Amnis.
Nessuno avrebbe potuto immaginare che quest’ultimo un tempo era stato bello, ricco e potente. Si presentava infatti molto male: aveva lunghi capelli scarmigliati, una ancor più lunghissima barba incolta, e si vestiva con una tonaca scura. Questo lo faceva sembrare molto più vecchio della sua età, ma a lui non importava nulla.



In verità, ormai, c’erano ben poche cose che gli importassero.
 I ricordi del passato si erano sbiaditi col tempo, e le ragioni che gli avevano imposto di interrompere i rapporti con le sue due famiglie ed i suoi cari, tanti anni prima, erano talmente remote, che era come se quei rapporti non esistessero più.
Era come l’ombra di qualcuno sopravvissuto a se stesso. Non sapeva bene cosa lo mantenesse in vita, o meglio che cosa gli desse una ragione per continuare a vivere. Forse era la bellezza dei monti, oppure erano le lunghe passeggiate nei boschi, o ancora il legame con la terra, con le piante, gli animali, la ricorrenza delle stagioni. E l’aria fresca e profumata di quei luoghi.
Quella mattina di ottobre stava dissodando la terra dell’orto per togliere di mezzo le erbacce e preparare una nuova semina. A fianco a lui, sempre presente, c’era il suo cane lupo albino, di nome Arf.
Era tutto ciò che gli rimaneva in termini di affetto.
Gli uomini mi hanno sempre scacciato. O sono io che ho fatto di tutto per essere cacciato?
Non c'era nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felicei nella miseria.
 Eppure ogni tanto capitava che un ricordo, un piccolo frammento di vita, gli balenasse nella mente, come per elencargli tutto quello che aveva perduto: il trono di Lathena, sua sorella e il figlio che lei aspettava e poi ad Amnisia sua moglie e suo figlio.
Sono stato rovinato prima da mia sorella, e poi da mio padre, lo Sciancato! Ma il vero traditore è il Duca, è Gallrian de Bors! Sta servendo un padrone malefico, il peggiore su questa terra!
Certo aveva reso facile il gioco dei suoi nemici, e non aveva saputo crearsi amici veri.
Avrebbe dovuto solo spiegarsi meglio con gli altri, far capire meglio le sue motivazioni e le sue verità.
Non ho mai saputo comunicare con nessuno… tranne che con Ellis... e le conseguenze sono state irreparabili.
No, non voleva più pensarci. Gli faceva troppo male. Ormai tutto era stato deciso e consumato, non c’era più niente da fare, se non attendere la morte in solitudine.
Ecco dove mi ha portato la sete di libertà e di giustizia. La gente si riempie la bocca di queste parole, ma poi non sa nemmeno riconoscerle quando le passano sotto il naso.
Ipocriti, erano tutti ipocriti.
Tutti tranne Lilieth!



Improvvisamente sentì un rumore e si guardò intorno.
Un ragazzo su un pony, con in mano un plico, gli fece segno di avvicinarsi.
L'Eremita non riceveva mai visite di gente che non conoscesse già e sul momento ebbe paura che ci fosse una trappola o un’imboscata.
Anche perché, se sapessero chi sono, mi catturerebbero senza pensarci
due volte e mi consegnerebbero a mia sorella, l'Imperatrice Vedova!
Eppure c'è stato un tempo in cui ti ho amata, Ellis!
Il suo errore più grande! Irrimediabile...
Si avvicinò con cautela, tenendo una mano sul coltello che portava in tasca.
Il ragazzo pareva innocuo: «Ho un messaggio per voi, Eremita!»
«E chi te l’ha dato?»
«Un cavaliere che è venuto in paese poco fa e mi ha chiesto di portavi questo… tutto qui»
L'Eremita annuì e prese il plico.
«Io non ho nulla da darti per questo servizio!»
Il ragazzo rise: «Oh, il cavaliere mi ha già pagato molto bene!»
e detto questo se ne andò. 
Il Romito vide il sigillo della Piovra che teneva unito il rotolo di pergamena, ed ebbe un brivido.
Maledetto Sciancato! Cosa vuoi ancora da me?
Strappò il sigillo, srotolò la pergamena e lesse.
Il messaggio era in codice, quello usato dai membri dell’organizzazione segreta, la Piovra di Sephir Eclionner, suo padre, che un tempo era stato il Principe della Corona, e che quasi tutti credevano morto ad Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue.


Per il Romito fu difficile trovare la forza per aprire il messaggio e leggerlo, ma ancora più difficile fu trovare gradito il contenuto del messaggio.
Non era accettabile quello che lo Sciancato gli ordinava!
No, padre! Questa volta non mi presterò più al tuo gioco! Io e te abbiamo avuto la nostra occasione e l'abbiamo perduta! 
Ma sapeva che, se non si fosse prestato spontaneamente allo Sciancato, sarebbero venuti i suoi sgherri a a prelevarlo.
Fosse per me,  potrei anche buttarmi dal burrone e farla finita, ma se io rinuncio, lui andrà a cercare Marvin... non posso mettere in pericolo mio figlio!
La missione che questa volta gli era richiesta era molto più delicata di quelle che aveva compiuto in passato.
Il burattinaio Sephir fa il doppio gioco e il burattino, cioè io, deve recitare di nuovo la sua parte.
Avrebbe dovuto affidare a qualcuno la sua casa e i suoi campi, ma quello era il problema minore. Non gli interessava guadagnare.
Però il mio cane Arf verrà con me.
«Si parte, mio unico amico!» disse rivolto al cane «Si parte verso luoghi pericolosi e inospitali. Ma io avrò cura di te, e tu di me. Forse questo sarà l'ultimo mio viaggio, l'ultima inutile missione di Masrek Eclionner, che fu il più potente degli uomini, il più felice dei mariti e dei padri, ed ora è solo l'Eremita!»
Poi sospirò e scosse il capo.
Dei aiutatemi a salvare Lilieth e Marvin! Aiutatemi, perché sento che il sole si raffredda...


martedì 28 febbraio 2012

Elizabeth Bowes-Lyon: la Regina Madre inglese

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Nel pluripremiato film "Il discorso del re", la bravissima attrice Helena Bonham-Carter recita nel ruolo di Elizabeth Bowes-Lyon (Londra4 agosto 1900 – Windsor30 marzo 2002) moglie di re Giorgio VI, che fu regina del Regno Unito dal 1936 al 1952, ultima regina d'Irlanda e imperatrice d'India. Era la madre dell'attuale sovrana Elisabetta II e di sua sorella Margaret.



Di nobile nascita e di forte carattere, Elizabeth, detta Lizzie, entrò a far parte della famiglia reale britannica accettando la proposta di matrimonio del secondogenito del re Giorgio V, e cioè il principe Albert George, duca di York e futuro re col nome di Giorgio VI.

Forse molte lettrici sono troppo giovani per ricordare la Regina Madre inglese, genitrice dell'attuale sovrana, per cui le vorrei dedicare questo post, seguendo le sue evoluzioni nell'arco di una lunghissima vita, quasi 102 anni.
Ecco il ritratto di Elizabeth Bowes-Lyon quando divenne Duchessa di York, nel 1923



Elizabeth ebbe due figlie: la futura Elisabetta II (nata nel 1926) e la principessa Margaret, Contessa di Snowdon (Glamis21 agosto 1930 – Londra9 febbraio 2002) che morì di ictus poche settimane prima della madre e a cui dedicherò il prossimo post di argomento storico.

Ecco una bella foto che ritrae il principe Bertie, la figlia Elisabetta II (ebbene sì, anche lei, molto tempo fa, è stata una bambina!!!), la moglie Lizzie e la secondogenita Margaret (già dalla foto si vede che Maggie era la più simpatica delle due sorelle, quella che avrebbe creato non poco imbarazzo all'austera sorella maggiore!)



In seguito all'abdicazione del cognato Edoardo VIII, che rinunciò al trono per sposare Wallis Simpson (di cui vi ho già parlato) Elizabeth divenne regina consorte del Regno Unito.
Ammettiamolo: non aveva un aspetto particolarmente regale, però era una donna materna e simpatica, e la sua semplicità la rese gradita al popolo



Fu anche l'ultima Imperatrice delle Indie e l'ultima regina d'Irlanda. 
Ecco un ritratto del periodo in cui regnò a fianco del marito Giorgio VI , tra il 1936 e il 1952



Durante il suo regno la Gran Bretagna dovette affrontare i bombardamenti dell'aviazione nazista, all'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Al contrario di tutte le altre case regnanti, i Windsor non abbandonarono il loro regno, e pare che dietro a questa coraggiosa decisione ci sia stata l'insistenza della regina consorte.
Fu determinante, per tenere alto il morale degli Inglesi e per legittimare il ruolo della monarchia, la decisione della Royal Family di farsi fotografare mentre girava in bicicletta per i viali di Londra.
Ho cercato di ritrovare questa famosa foto, ma non ci sono riuscito, però vi giuro che esiste!!!



Il 4 febbraio 1952, poco più di 60 anni fa, il re Giorgio VI morì prematuramente di tumore ai polmoni (era un accanito fumatore, come sua figlia Margaret).
Da quel momento Elizabeth Bowes-Lyon divenne la Regina Madre, The Queen Mother ruolo che ricoprì per 50 anni, dal 1952, quando sua figlia Elisabetta II salì al trono, al 2002, anno in cui la Queen Mother morì a 101 anni

 

File:H.M. The Queen Mother Allan Warren.jpg

Eccola con la Principessa del Galles, lady Diana Spencer e il principe William



Nota per i suo cappelli "anni '20", a cui rimase fedelissima fino alla morte, la Regina Madre divenne la persona più popolare della Royal Family, anche per la sua naturale simpatia, che la rendeva molto simile ad una nonna, cosa che invece non è riuscita a sua figlia, la regina, mai spontanea come lo era invece sua madre.
Una cosa poco nota era la simpatia della regina madre per i gay. Una volta, quando sua figlia Elisabetta le sconsigliò di assumere personale omosessuale presso la sua dimora di Kensington Palace, l'anziana Lizzie rispose che se avesse dovuto evitare di assumere omosessuali avrebbe finito per doversi servire da sola.
Nell'immagine qui sotto vediamo la regina madre il giorno del suo 101° compleanno vicino ai cannoni che avevano il compito di sparare centouno volte a salve: una per ogni anno di vita di Elizabeth Bowes-Lyon.



Elizabeth Bowes-Lyon sopravvisse per breve tempo alla secondogenita Margaret, e volle a tutti i costi presenziare al suo funerale, nella fredda cappella di San Giorgio a Windsor. Il dolore e il freddo, oltre all'età avanzata, le provocarono una complicazione respiratoria che la condusse nel giro di un mese alla morte, a 101 anni e mezzo.
Una vita non si giudica né dalla lunghezza, né dalla conclusione, ma in questo caso è legittimo chiedersi se non sarebbe stato meglio per lei vivere anche solo un anno di meno e non dover assistere alla morte della figlia minore. 
Qualunque sia la risposta, bisogna darle atto di una qualità fondamentale: fu una donna coraggiosa, fino all'ultimo.




lunedì 27 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 18. Marvin Vorkidian e la "missione Alienor"


Ai primi di ottobre, Marvin Vorkidian fu convocato dal Duca di Amnisia per una udienza privata.


Già da due settimane il giovane aveva preso servizio presso la Cancelleria, che era il centro dell’attività diplomatica del Ducato di Amnisia. Lì stava finalmente mettendo in pratica tutto ciò che gli era stato insegnato nella scuola di retorica. Si trovava bene in quel lavoro, e aveva già fatto amicizia con alcuni colleghi, così come aveva già individuato quelli che gli erano ostili, e anche coloro che mantenevano una cauta neutralità. Questi ultimi appartenevano tutti alla fazione di Padre Sulmen, su cui circolavano molte voci, secondo le quali il sacerdote sarebbe stato una spia dell'eunuco Bial, e l’avrebbe conosciuto in gioventù. Alcuni ritenevano che fosse stata la stessa Imperatrice Vedova a imporlo come suo uomo di fiducia alla corte di Amnisia. 
Il giorno in cui Marvin fu convocato dal Duca, incontrò proprio Sulmen che usciva dallo studio di Gallrian, visibilmente contrariato. Quando vide Marvin gli lanciò un’occhiata nel contempo severa ed apprensiva e gli impartì una rapida benedizione. 
Dopodiché un portiere venne ad annunciare che era atteso dal Duca.
L’ufficio di Lord Gallrian de Bors, Duca di Amnisia era uno stanzone enorme, dai soffitti altissimi e affrescati.


 Alle pareti si alternavano finestre enormi e quadri e sculture di valore inestimabile, frutto della tradizione mecenatizia della famiglia De Bors, la più ricca del Ducato.
Il Duca Gallrian era un amante della bellezza in tutte le sue forme, e anche un uomo che sapeva godersi la vita. Dava molte feste e banchetti sontuosi, in cui il vino scorreva a fiumi. Inoltre di lui si sapeva che manteneva molte amanti, dalle quali aveva avuto una grande quantità di figli bastardi, destinati per lo più a divenire cavalieri, oppure preti o diplomatici.
Da dove derivasse tanta ricchezza, nessuno sapeva dirlo.
Marvin avanzò fino alla grande scrivania dietro la quale troneggiava il Duca, sontuosamente vestito con abiti di seta dorata e pietre preziose.


Dopo i convenevoli di rito, Lord Gallrian si fece serio e disse, senza giri di parole:
  «Come saprai, la principessa Alienor di Alfarian è stata rapita dai pirati. La novità è che suo padre, re Kerelik, ha fatto recapitare per vie traverse un messaggio alla cancelleria di Amnisia, ed è di questo che voglio parlarti. Ma prima vorrei sapere che idea ti sei fatto di tutta questa faccenda»
E qui fissò Marvin negli occhi.
«Ellis Eclionner? » suggerì il ragazzo.
Il Duca annuì: «Lei, certo, e naturalmente le sue eminenze grigie: l’eunuco Bial, il senatore Fuscivarian, e soprattutto Padre Izùmir Mollander, il Priore della Grande Canonica»
Marvin sospirò: «Abbiamo le prove?»
Lord Gallrian lo scrutò con aria complice: «Abbiamo molti indizi. Ne ho parlato poco fa con Padre Sulmen, che è seguace di Mollander e che Ellis mi ha imposto come suo "garante" tanti anni fa. E' la mia spina nel fianco, ma devo sopportarlo!»
«Capisco…» disse Marvin, chiedendosi dove Gallrian volesse andare a parare.
Il Duca assunse un tono affabile:
«Kerelik mi ha chiesto di rinnovare l'alleanza tra gli Alfar e i Keltar per collaborare al ritrovamento di Alienor e punire i suoi rapitori. E' convinto che i pirati l'abbiano portata nel territorio montano della nostra Federazione, probabilmente in un villaggio nella catena montuosa dei Denti del Drago. Io sono d'accordo con lui e per questo ho scritto al nostro Arciduca di Floriana un messaggio riservato, nel quale gli annuncio che manderò da lui un contingente militare guidato da mio figlio Yvain, accompagnato da una missione diplomatica. Vorrei che tu ne facessi parte, ora che sei entrato nel grande gioco!»
«Quale gioco?» chiese istintivamente Marvin
«Oh, beh… l’unico gioco che conta» rispose compiaciuto Lord Gallrian «il gioco del Trono!»
Il ragazzo ebbe la risposta pronta:
«I miei genitori entrarono in quel gioco, Vostra Grazia, ma non ne derivò nulla di buono»
Il Duca ostentò una grande commozione:
 «Ah che grave perdita! Non riuscirò mai a perdonarmi per aver permesso che partissero da soli, senza scorta, senza protezione! Ma non commetterò lo stesso errore con te! Sarai al sicuro: hai la mia parola d'onore!»
Marvin era convinto che il Duca stesse recitando, e facesse il doppio gioco. E se avesse mandato apposta i suoi genitori in quella missione, d'accordo con chi li aveva rapiti?
«E' un onore, Vostra Grazia, ma anche un incarico molto delicato per un novellino come me»
Il Duca lo fissò con una strana luce negli occhi: «Forse l'erede di Vorkidex ha paura di fallire?»
Il giovane si sentì punto sul vivo.
Non sono solo erede di Vorkidex, ma anche figlio di Masrek Eclionner! Lui lo sa.. glielo leggo negli occhi!
Si chiese cosa avrebbe fatto suo padre Masrek, il Principe della Corona, in quelle circostanze.


Non ricordava quasi nulla di lui, se non che era alto, e bello, e di aspetto nobile.
Ma non ricordo la sua voce...
Come se gli avesse letto nel pensiero, il Duca disse:
«Tuo padre, prima di partire, si raccomandò con me: “Se io fallirò, allora tu dovrai, un giorno, parlare a mio figlio di ciò in cui crediamo”. Ebbene il momento è arrivato. Tu conosci l'Antico Patto, ma non sai che ci sono delle parti di esso che non sono state divulgate. Riguardano il ruolo che i Keltar giocheranno nel futuro ordine mondiale. La pace tra gli Alfar e i Lathear avrà bisogno della mediazione dei Keltar, senza i quali tutto sarebbe perduto. L’ultima speranza che abbiamo per salvare il Continente dalla guerra e dalla tirannia di Ellis è trovare la principessa Alienor e portarla a Lathéna!»
Era facile a dirsi, a parole.
Perché non la guida lui, la spedizione?!
Vedendo lo sguardo serio di Marvin, il Duca aggiunse:
«Ti sto dando l’opportunità di continuare l’operato politico dei tuoi genitori. Sono certo che la Compagnia riuscirà a trovare Alienor, e certamente alla fanciulla farà piacere che nel gruppo dei suoi liberatori ci sia un giovane quasi suo coetaneo. So che tu parli bene l’Alfari e che lei parla benissimo il Latheari, quindi avreste modo di intendervi»
«Ma Alienor è stata costretta a queste nozze contro la sua volontà. Se noi la liberiamo per poi portarla a Lathéna, ci maledirà tutti e dirà che preferisce rimanere tra i pirati!»
Lo sguardo di Lord Gallrian si fece intenso e penetrante:
«Ma noi non la costringeremo a sposare Elner...»
Marvin si limitò a fissare il Duca. C'era un tono allusivo in quelle ultime parole.
Lui sa... non ci sono dubbi... sa tutto!
Rimase in silenzio per un po’, consapevole che quel silenzio diceva più di mille parole, poi alla fine parlò: «Accetto l'incarico!»
Lord Gallrian sorrise e gli tese la mano.
Dopo avergliela stretta, Marvin disse:
 «Vorrei sapere solo una cosa, Vostra Grazia, se è possibile»
«Prego»
«Ho visto uscire Padre Sulmen e mi è parso molto preoccupato. Qual è il suo parere su questa spedizione?»
Il Duca si rabbuiò per un istante, poi tornò sorridente: «Ah, niente di particolare. Abbiamo concordato i nomi dei suoi uomini che entreranno nella Compagnia. Per il resto, non si è sbilanciato. Non sarebbe da lui...»
C’era qualcosa di strano nella voce di Lord Gallrian, come se stesse mentendo, ma forse era solo un’impressione. Eppure Marvin ebbe come il presentimento che ci fossero molte cose che non erano state dette, e molte bugie che avevano preso il loro posto.
Mentre si congedava dal duca, pensò che sua nonna, in fondo, aveva ragione a volerlo tenere lontano dalla politica.
Il gioco del Trono non fa per me… ha ragione Lady Ariellyn…ma è tempo che mi assuma la responsabilità di fronte alla corona che fu dei miei antenati!


N.d.A.

Marvin Vorkidian è Jon Snow.
Gallrian de Bors è magistro Illyrio Mopatis in "A game of thrones" ne "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco", "A Son of Ice and Fire" di George Martin.


domenica 26 febbraio 2012

Wallis Simpson, la Duchessa di Windsor


Wallis Warfield Simpson (Baltimora19 giugno 1896 – Parigi24 aprile 1986), Duchessa di Windsor, fu la moglie di re Edoardo VIII del Regno Unito, divenuto duca di Windsor dopo la sua abdicazione al trono.


La storia è nota, re Edoardo VIII, da poco salito al trono nel 1936, dovette affrontare una forte opposizione della famiglia reale, della Chiesa Anglicana, del governo di Stanley Baldwin e dell'opinione pubblica, di fronte alla sua intenzione di sposare Wallis Simpson, non gradita in quanto americana, non nobile e soprattutto divorziata

Per poter sposare la donna che amava, Edoardo VIII rinunciò al trono.
Dopo l'abdicazione, il nuovo re Giorgio VI, fratello minore, nominò il fratello maggiore Duca di Windsor, titolo legato castello di Windsor, residenza della famiglia reale britannica.

Il Duca di Windsor è noto per aver inventato il più elegante nodo alla cravatta che esista, il Windsor Knot, che io scelgo sempre.
Per chi non lo sapesse fare, ecco il modo, con una foto del Duca di Windsor in giovane età.


Ma parliamo di lei, di Wallis... o meglio, lasciamo parlare le immagini.
Forse Wallis non era bellissima, ma era brillante ed elegante, e anticipava le mode.



Da sola osò sfidare l'Impero Britannico. Quale altra donna avrebbe potuto dire: "Mio marito ha rinunciato ad un impero, per sposare me"?



Chi la odiava la accusò di essere una spia nazista, o comunque una simpatizzante di Hitler. Accusa che non è mai stata provata e che probabilmente fu sparsa in giro dal governo britannico per screditarla ulteriormente.



Durante la guerra, Edoardo fu nominato Governatore delle Bahamas, più che altro per allontanarlo da Londra. La scelta si rivelò felice, in quanto le Bahamas divennero il centro della vita mondana dell'epoca, grazie alla capacità di attrazione di Wallis. Comunque la si pensi al riguardo, non si può negare un dato di natura estetica: i Duchi di Windsor furono una delle coppie più "glamour" del Novecento.



Dimostravano che l'amore rendeva più felici del potere.



L'eleganza di Wallis era sempre inappuntabile.



A chi pronosticava una crisi matrimoniale o un divorzio, i Duchi di Windsor dimostrarono nei fatti la solidità del loro rapporto di coppia, che rimase inalterato nel tempo fino alla loro morte.
Cosa c'è di più bello di una coppia di vecchi sposi, che dopo quarant'anni si amano ancora come il primo giorno?



Wallis fu vicina ad Edoardo fino all'ultimo. Il Duca morì nel 1972.



Il dolore di Wallis alla morte del marito fu profondo e sincero, come dimostra questa foto, in cui la regina Elisabetta, ai funerali dello zio, appare visibilmente colpita dal dolore di quella "zia Wallis" così odiata, così vilipesa per tanti anni, eppure, in fondo, molto più sensibile di lei.



Non so se Elisabetta abbia avuto un matrimonio felice. La regina è una donna che non lascia trapelare emozioni. Sarebbe comunque diventata sovrana, alla morte dello zio, perché Wallis non ebbe figli. 
La Duchessa di Windsor morì a 90 anni, a Parigi, nel 1986.

E voi da che parte state? Tra Elisabetta II e Wallis, chi era più "regale"? 



sabato 25 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 17. Marigold ed Ellis: le due "cattive" si incontrano


Marigold Steinberg, Contessa di Gothian, era giunta a Lathéna pochi giorni prima, scortata dagli agenti dei Servizi Segreti Imperiali. Gli uomini di Bial l'Eunuco l'avevano alloggiata in un lussuoso edificio dell'Acropoli, da cui si godeva una splendida visuale della capitale dell'Impero, situata in un istmo tra i due Oceani, alla latitudine dell'Equatore.
Com’è cambiata la tua Città Santa, Eclion, da quell’ultima volta!


Qualcosa di simile a un sentimento si affacciò nel cuore della Dama Gialla. 
E' passato troppo tempo... 
Un antico dolore perturbò per pochi secondi il suo animo di ghiaccio.
Qualcuno ricorda ancora chi era Edwina Ataris?
Forse chi aveva ucciso il suo uomo, aveva cancellato anche il ricordo di lei.
Nemmeno nell'Antico Patto il suo nome compariva. 
Meglio così... meglio che tutti credano che io sia morta con lui...
La rabbia si sostituì al dolore.
I morti sanno compiere meglio le loro vendette!


La Contessa di Gothian sapeva che insieme a lei gli spiriti dei suoi Albini, ravvivati dal fuoco di Atar e dalla potenzia di Eclion, le avrebbero permesso di imporsi sulla discendente di Wechtigar I il Pio.
Wechtigar l'Assassino! Ma il tempo della giustizia è arrivato, Arexatan!
Tutto era stato preparato nei minimi dettagli.
Quando fu il momento, Marigold uscì dal suo alloggio e incontrò i pretoriani dell'Imperatrice, che la condussero nella Grande Piramide, presso la Sala del trono. 
E’ tutto più sfarzoso, più ostentato rispetto ad allora… eccessivo, direi, e di cattivo gusto!
La sala era buia.
Il Trono del Sole era vuoto, ma questo era ovvio. Ellis aveva ancora il buon senso di rispettare le apparenze.
Fintanto che nella mente di suo figlio non si risveglierà il mio amato.
Fu annunciata con solennità, nella penombra blu dell'enorme sala.
Si avvicinò lentamente. Doveva fermarsi a dieci passi dal seggio granitico dove Ellis sedeva, di fianco al trono.
Il seggio di granito delle imperatrici! E’ sempre quello. Sempre lì…come allora, quando io...
Ma il pensiero si interruppe.
La vista della Vedova Nera si impose ai suoi occhi.
Eccoti finalmente, Ellis, regina ragno, al centro della tua ragnatela!


Si prosternò con finta devozione davanti alla sovrana.
Goditi i tuoi ultimi momenti di potere, assassina!
Alla fine Marigold ebbe il permesso di rialzarsi e puntò i suoi occhi gialli negli occhi indaco di Ellis, il cui viso tradì un leggero malessere, come se un brivido scuotesse il suo corpo.
«La Dama Gialla! Finalmente ho il piacere di conoscerti…»
Marigold si finse umile e intimidita: «E’ un onore per me, Vostra Maestà»
Anche se dovrebbe essere il contrario.
Ellis le fece segno di avvicinarsi:
«Mi è stato detto che sei qui in qualità di ambasciatrice della Regina degli Alfar»
Marigold fece due passi avanti, e annuì.
L'Imperatrice appariva turbata, come se non credesse a quello che le era stato riferito:
«Che messaggi mi manda la regina Alyx? »


Marigold sorrise lievemente: «Alyx di Alfarian vi porta i segni della sua più devota amicizia e dedizione»
La parola “dedizione” si usava solo nei giuramenti di vassallaggio, e questo cancellava di fatto tutte le pretese di sovranità degli Alfar.
Alyx è troppo stupida per capire queste finezze, ma Ellis capirà che le sto offrendo la sottomissione degli Alfar.
E infatti l’Imperatrice si alzò e sollevò le mani, indicando a Marigold di avvicinarsi ulteriormente.
«Accetto questa dedizione e la ricambio con la protezione che il mio Impero può offrire: ora lascia che imponga le mani sul tuo capo, secondo le usanze del mio popolo»
Nel momento in cui le mani di Ellis toccarono i capelli gialli della dama, un brivido passò da Marigold all’Imperatrice, che ne rimase quasi ipnotizzata.
«Cosa... che significa... ho sentito un tremito...»
La Contessa di Gothian assunse un'aria complice:
«Nulla di pericoloso, Maestà. Sono una sacerdotessa di Atar, il Fuoco segreto, e questo è il segno del rispetto che il mio dio ha per il vostro Eclion»
Ellis non si mostrava affatto rassicurata da quella risposta.
Chissà se conosce la reale natura di Eclion?
La Reggente mostrò uno scatto di orgoglio inaspettato:
«Bene, allora, avanti... recita il tuo pezzo!»
Marigold ribollì di rabbia.
Pagherai cara la tua insolenza!
Voleva che recitasse? Sarebbe stata accontentata!
«Porto molti messaggi, Maestà. Innanzitutto riguardo alla possibilità di un Nuovo Patto»
Ellis si alzò di scatto e nelle iridi indaco alcune screziature violette pulsarono con insolita energia.


«Un Nuovo Patto? Ma di cosa stai parlando?»
Marigold aveva immaginato almeno un migliaio di volte quella scena. 
Eppure in quel momento sentì che c'era qualcosa che non andava. Qualcosa di profondamente sbagliato.
Non ho tenuto conto di un dettaglio fondamentale... Ellis assomiglia così tanto a lui... se la guardo, mi sembra di rivederlo...
Doveva rimanere lucida. Quei sentimenti non potevano interferire sulla sua vendetta.
Era il momento di mentire:
«La regina Alyx  non riconosce più re Kerelik come sovrano. Per questo mi ha chiesto la protezione di Vostra Maestà»
Tutto ciò era musica per le orecchie di Ellis, e Marigold se ne rendeva conto.
Speriamo che Ser Gahel riesca veramente a convincere Alyx!
Mentre era immersa in questi pensieri, la Contessa di Gothian si accorse che Ellis la stava guardando in modo diverso, come se stesse valutando se fidarsi o meno.
«Interessante» disse l’Imperatrice con voce vellutata, e fissò di nuovo gli occhi gialli di Marigold, cambiando discorso: «Mi avevano parlato della tua bellezza, ma vedo che sei ancora più attraente di quanto ti immaginassi. Quanti anni hai?»
La Dama Gialla fu percorsa da un brivido. 
Domanda sbagliata, Ellis...
Certo non poteva ammettere una risposta sincera.
«Trentasette, Vostra Maestà»
Un guizzo di invidia viola scintillò neglio occhi indaco della Reggente.
«Come me! E pensare che ne dimostri dieci di meno! Sembri una fanciulla. Qual è il tuo segreto?»
Marigold si mise in guardia. Le domande di Ellis stavano prendendo decisamente una brutta piega.
Raccontale qualche verità condita da un quintale di bugie!
Con voce suadente, rispose:
«Il fuoco di Atar, unito alle attenzioni del Conte Fenrik...»
In apparenza era vero.


«Credevo che Fenrik fosse insensibile alla bellezza femminile, specie quando non proviene da una nobile di famiglia»
Marigold non si offese, anzi, quella frase la tranquillizzò. 
Ah, Ellis,  tu stai parlando col più nobile sangue che sia mai esistito su questo continente!
Possibile che non sospettasse nulla?
«Le mie origini sono umili, Maestà» sussurrò in tono dolce e quasi melodico.
L’Imperatrice annuì e le prese la mano, sentendo di nuovo quel brivido.
«Come sono pallide le tue mani, bambinapallide come la morte...»
La Contessa di Gothian avrebbe voluto ritrarsi.
Sospetta forse qualcosa? Si sono salvati dei ritratti di Edwina?
Stava andando tutto storto. 
Bisognava sbatterle in faccia la verità:
«Ho vissuto nei ghiacci per troppi anni, Vostra Maestà»
L'Imperatrice le prese anche l'altra mano.
Ellis apprezza la sincerità, e non solo quella...
La Reggente appariva incantata dalla bellezza di Marigold.
Nessun Eclionner è mai riuscito a resistermi...
Ellis aveva le pupille dilatate.
Con una mano artigliata, le sfiorò le labbra ed il seno.
«Voglio crederti, bambina mia..»
Marigold non si era aspettata di entrare così presto nelle grazie della sovrana.
Troppo facile! E' veramente lei la Vedova Nera, la regina ragno dei miei incubi, o ce n'è un'altra più potente, là fuori, che ci spia?
Esplorò a fondo questo pensiero. 
Anche Ellis sta recitando. Vuole che io abbassi le difese.
Non c'era nessun'altra. 
Stiamo duellando a colpi di fioretto.
In fondo doveva aspettarselo. Gli Eclionner si divertivano a giocare al gatto col topo.
Maledizione, se almeno non somigliasse così tanto ad Arexatan!
Doveva trovare un diversivo:
«Maestà, permettetemi di diventare vostra servitrice!»
Ellis non lasciò trasparire alcuna emozione. Solo alcune particelle violacee danzavano nei suoi occhi.
Le sue mani sfiorarono il collo di Marigold.
Quelle unghie sono avvelenate!
Di nuovo un brivido passò tra le due donne.
Quell'istante parve lungo come l'eternità.
«Continueremo questo discorso nei prossimi giorni»
Marigold si chiese se era meglio ucciderla in quel momento, o rinviare ad una occasione più propizia.
Devo far sì che si fidi di me. Solo così riuscirò ad eliminarla.
Si allontanò camminando all'indietro, inchinata, e si prosternò di nuovo davanti alla sovrana.
La tua morte è solo rimandata, Ellis, e sarà ancora più dolorosa, quando ti avrò in pugno!