mercoledì 30 gennaio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 18. Marvin e Ulume discutono su tutto.



Marvin era seduto su un trono di spade molto simile a quello delle Cronache del Ghaiccio e del Fuoco. A fianco a lui c'era il lupo albino Arf, che era appartenuto a suo padre Masrek ed era passato a lui come tutto il resto: l'anello di zaffiro degli Eclionner, che designava il capo della famiglia, il sigillo imperiale, che indicava il sovrano legittimo e altri effetti personali che, di fatto, stabilivano senza ombra di dubbio che l'imperatore dei Lathear sarebbe dovuto essere lui, e non il suo fratellastro Elner XI.
Proprio per discutere di questo, il priore della Grande Canonica, padre Rudo Ulume, aveva atteso pazientemente per tre giorni dal suo arrivo.



















Quando vide il giovane re dei Keltar lo trovò molto incupito e la
sua espressione era dura e nel contempo malinconica. Le guardie, attorno a lui, avevano un'espressione ancora più cupa. Il clima era molto teso.
Padre Grizinga deve avergli anticipato qualcosa, e lui non l'ha presa affatto bene.
Ulume si inginocchiò con deferenza, ma Marvin gli fece segno di accomodarsi in una poltrona alla base del palanchino reale.
<<Vi ringrazio, Vostra Maestà>>
Marvin annuì con un cenno:
<<Quali notizie portata da Lathena>>
Ulume decise di arrivare subito al punto.
<<Non buone, Maestà. Vostro fratello Elner ha ordito una congiura ai vostri danni, molto ampia come ramificazioni. La notizia giunge da una fonte sicura: Bial l'Eunuco>>
La malinconia nel viso di Marvin si accentuò:
<<Hai una lista dei congiurati?>>
Il sacerdote estrasse un rotolo di pergamena da una tasca e lo porse a Marvin, che però lo rifiutò con un cenno della mano, lasciando che fosse sua moglie Igraine a occuparsene.



Allora le voci sono vere: è la regina che detiene le redini del comando. Santo cielo, Marvin, ma cosa ti è successo?
Come se gli avesse letto nel pensiero, Marvin dichiarò:
<<Mentre a Lathena ci si diletta a tessere trame e inganni, qui a Caemlyn stiamo lavorando duramente per costruire la pace e il benessere. Mi dispiace di averti fatto attendere, ma in questi giorni il Consiglio sta decidendo su questioni improrogabili>>
La sua voce era roca, e le palpebre erano appesantite dal sonno.
Se va avanti così, la malattia e la morte lo colpiranno molto prima dei congiurati.
Ulume non sapeva come comunicargli quell'impressione, specie lì davanti a tutti, alla presenza della regina e dei suoi parenti.
<<Se non verrete presto a Lathena, sire, temo che comunque qualcosa succederà>>
Marvin non apparve per nulla sorpreso:
<<Persino mia madre si è stancata di aspettarmi. Non posso darle torto... >>



<<...Del resto già da tempo ho maturato l'idea che sia impossibile per me governare l'intero Continente. Immagino che il candidato legittimo sia la principessa Irulan>>



Il prete rimase di nuovo senza parole.
Continua a leggermi nel pensiero? L'espressione annoiata sul suo volto sembra dare l'idea che stia recitando una commedia che non lo diverte più.
Possibile che il Principe Promesso fosse già stanco della sua missione?
<<In molti vogliono Irulan sul Trono del Sole, ma temono la nefasta influenza di sua madre, Susan Fuscivarian, che sta facendo il doppio gioco, e degli altri membri di quel clan. Inoltre c'è l'incognita dei figli che Sephir ha avuto da Marigold, e di quelli che Elner ha concepito con Alienor. La Dinastia rischia di cadere nel disordine e con lei tutto l'Impero Lathear, trascinando con sé il Continente>>



Marvin pareva quasi non ascoltare. Era come se stesse contemplando una visione che agli altri era negata.
Sta esaminando le premonizioni. Si dice che sia un processo molto doloroso, perché è quasi sempre senza speranza.
Attorno a lui, anche gli altri dignitari erano consapevoli che il re si stava districando tra miriadi di futuri plausibili, ognuno dei quali portava con sé enormi rischi e dolori.
Con un cenno, lo fece avvicinare a sé:
<<Anche Marigold fa il doppio gioco. Le congiure in atto sono tre: quella di Elner, quella di Irulan e quella di Marigold. Ho avuto premonizioni discordanti riguardo al loro esito, e comunque, ancora non riesco a cogliere i nessi logici che legano una visione all'altra, e nemmeno il modo in cui intendono porre fine alla mia vita. Per questo devi tenere gli occhi bene aperti, perché io vedrò attraverso di te>>
Le parole erano così lontane e tristi che Ulume osò chiedere a bassa voce:
<<Maestà, vi vedo profondamente afflitto>>
Marvin gli sussurrò all'orecchio:
<<Viene per tutti il momento in cui ci rende conto di essere in un universo che non ci piace ed in un corpo troppo limitato per le nostre esigenze>>
Quelle parole non erano solo una affermazione pessimistica sulla natura umana.
Marvin doveva aver visto realmente qualcosa che aveva rafforzato tali convinzioni.
Se potessi chiedergli di rivelarmi cosa ha visto nel futuro! Deve esserci qualcosa di terribile, per turbarlo in quel modo.
Ulume scorse una furtiva lacrima che rapidamente scese sul volto di Marvin.
Gli parve di percepire la profonda angoscia che si stava impadronendo del giovane re.
Improvvisamente l'awen si impadronì anche di Ulume, che vide in un breve attimo tutti i possibili futuri e le possibili concatenazioni, e lo spaventarono a morte.
Marvin riemerse dalle sue meditazioni con lo sguardo di un medico che ha appena certificato la morte di un paziente.
<<Gli dei mi sono testimoni: sto facendo tutto il possibile per questo Continente. Ho un debito d'onore verso l'imperatrice Alienor, perché promisi a suo padre di liberarla. Molti pericoli la minacciano: è necessario che lasci Lathena prima che tutte queste congiure si realizzino. Riferisci a Bial, a Vyghar e a mia madre che affido a loro tutte le questioni imperiali>>
Ulume si chiese se veramente quella era una rinuncia definitiva o solo una pausa. In ogni caso ammirò la compostezza con cui Marvin affrontava l'uragano che si era abbattuto contro di lui.
<<Maestà, sappiate che non siete più da solo ad affrontare tutto questo. All'inizio non avevo capito, ma ora tutto mi sta diventando chiaro. Ho visto cosa c'è dietro la collina. L'ho visto e ne ho avuto paura>>
Marvin si alzò e lo abbracciò.
<<Non temere amico mio, è solo la ruota della vita che scorre più velocemente e in mille direzioni>>

Ulume ricordò un antico proverbio in una lingua keltari, l'occitano-catalano:
"Enfin lo temps sen va, va res l'eternitad, fugir tu puede enfin, enfin escapar non"
Non potevano sfuggire al loro destino, ma potevano quantomeno scegliere di che morte morire.
<<Mio signore, affido a voi la mia vita e la mia anima>>
Marvin gli impartì una benedizione nel nome di Ahura Mazda, Belenos e Vivien.
Poi giunse il momento del congedo:
<<Presto prenderò delle decisioni importanti e voi sarete il primo a saperlo. Siete sempre il benvenuto qui a Caemlyn. Verrà il giorno in cui affronteremo insieme tutto ciò che ora si nasconde "dietro la collina". Ma il nemico che è fuori di noi è anche dentro di noi, ed è lì che per primo dobbiamo sconfiggerlo. E in quella battaglia, i cuori di tutti gli uomini vivono nell'identica solitudine>>








2 commenti:

  1. Dune è un vero e proprio capolavoro. Lucas pare che abbia detto che non ci fosse stato Dune lui non avrebbe mai pensato a guerre stellari.
    Un volta dopo parecchi giorni di tempo ( gli amici per prendermi in giro dicono che io porti la pioggia...)ho detto che mi sentivo molto il quisatz aderah ( Sicuramente l'ho scritto male perdona la mia ignoranza). Nessuno mi ha capita...ci volevi tu!!

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    1. Ah, che bello scoprire che sei una appassionata di Dune! Sicuramente la struttura dell' "Impero galattico" a struttura feudale deve aver ispirato George Lucas (io infatti amo moltissimo la serie di Guerre Stellari!)
      Ah ah, buona la battuta del Kwisatz Haderach (ho dovuto controllare su Google per scriverlo bene ;-) )
      Ti rivelo un segreto: per il personaggio di Marvin mi sono ispirato principalmente a Paul Atreides e la struttura sia di "Gothian" che de "Gli eredi di Gothian" è impostata sul ciclo di Dune: nel primo libro Martin è il profeta che libera il suo popolo, i Keltar (che sono anche gli equivalenti dei Fremen), dalla schiavitù , mentre nel secondo, proprio seguendo la linea evolutiva di Paul Atreides, Marvin è schiacciato dalla responsabilità di aver causato una Jihad, una guerra santa che ha portato il suo popolo a dominare un vasto impero in maniera però tirannica e dispotica. Direi che Frank Herbert è stato, a livello di scrittura creativa, sul piano stilistico, contenutistico e narratologico il mio principale ispiratore!
      Mi fa molto piacere che tu l'abbia riconosciuto e apprezzato!
      ;-)

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