lunedì 15 aprile 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 20. Marvin e Daenerys




Non si vedevano da molto tempo.
Marvin aveva giurato a se stesso che non l'avrebbe mai più ricevuta nei suoi appartamenti, ma ciò che era accaduto il giorno prima aveva cambiato le carte in tavola.
Quello che Daenerys ha detto ieri ad Alice dimostra che mi conosce molto meglio di quanto io sospettassi. Vuole dimostrare al mondo che il suo rifiuto nei miei confronti era più che giustificato. Ma c'è qualcosa di più...
Daenerys si era presentata in perfetto orario, elegantemente vestita. In particolare la lunga gonna bianca e plissettata risultava attraente agli occhi di Marvin.
<<La tua eleganza, oggi, rende tutto più difficile>> erano state le prime parole che l'Imperatore-Profeta aveva rivolto alla Divoratrice di Cuori.
<<Hoc erat in votis>> aveva risposto lei, sorridendo al pensiero della battuta con cui il giorno prima Alice aveva liquidato le citazioni in lingua latheari antica.
<<Conoscevi Orazio di persona?>>
La battuta di Marvin era stata messa in conto, ma aveva perso tutta la freschezza della novità-
<<Adesso ti metti anche a rubare le battute agli altri?>>
L'Imperatore-Profeta aveva accennato a un sorriso e le aveva indicato un triclinio in stile neoclassico, dove potersi accomodare senza tensioni.
<<Se ti dico che un po' mi sei mancato, sei disposto a crederci, Marvin?>>
Lui inarcò le sopracciglia:
<<Faccio molta fatica...>>
Lei tornò seria:
<<Tu sei fatto così, o tutto o niente...>>
Marvin contemplava i capelli color platino di colei che gli aveva donato l'immoralità.
<<Solo con le persone che amo>>
Era vero. Con tutti gli altri riusciva ad essere equilibrato a tal punto da sembrare indifferente nei loro confronti.
Offro amicizia, ma non costringo nessuno ad essermi amico. All'indifferenza rispondo con l'indifferenza. Ma se qualcuno mi chiede aiuto o consiglio, io glieli darò, poiché questo rientra nei doveri della mia carica.



Daenerys lo guardò con curiosità:
<<Dunque non mi ami più?>>
Marvin la fissò severamente:
<<Non giocare con i miei sentimenti>>
Lei stava per replicare, ma poi si interruppe, come se sapesse che le schermaglie sarebbero potute durare all'infinito senza portare da nessuna parte.
<<E va bene, Marvin. Sarò sincera. In questi anni di solitudine mi sono sforzata di capirti, ma non ci sono riuscita. Non comprendo il tuo governo, il tuo Impero, la tua Profezia... niente. Più cose conosco di questo nuovo mondo da te plasmato, più mi rendo conto di non sapere cosa sta succedendo>>
Marvin continuò a fissarla:
<<Non è forse questa la via della saggezza?>>
Gli occhi di Daenerys si accesero di pagliuzze viola, a testimonianza della sua rabbia.
<<Devi smetterla anche tu di giocare con la mia vita!>>
Marvin sospirò:
<<Chiunque altro ti avrebbe già condannata. La tua vita è al sicuro. Non altrettanto si può dire della mia>>
Non intendeva rivelare a nessuno la sua ultima visione, che gli mostrava uno scenario di sopravvivenza.
Ma ogni mio sguardo sul futuro non ne può cogliere l'intero. Io vedo il mondo che verrà come un prigioniero che cerca di vedere il paesaggio dalle finestre della sua cella.
Il sogno del prigioniero: ecco la metafora della sua profezia.

Albe e notti qui variano per pochi segni.

Il zigzag degli storni sui battifredi
nei giorni di battaglia, mie sole ali,
un filo d'aria polare,
l'occhio del capoguardia dello spioncino,
crac di noci schiacciate, un oleoso
sfrigolio dalle cave, girarrosti
veri o supposti - ma la paglia é oro,
la lanterna vinosa é focolare
se dormendo mi credo ai tuoi piedi.

La purga dura da sempre, senza un perché.
Dicono che chi abiura e sottoscrive
puo salvarsi da questo sterminio d'oche ;
che chi obiurga se stesso, ma tradisce
e vende carne d'altri, affera il mestolo
anzi che terminare nel patée
destinato agl'Iddii pestilenziali.

Tardo di mente, piagato
dal pungente giaciglio mi sono fuso
col volo della tarma che la mia suola
sfarina sull'impiantito,
coi kimoni cangianti delle luci
scironate all'aurora dai torrioni,
ho annusato nel vento il bruciaticcio
dei buccellati dai forni,
mi son guardato attorno, ho suscitato
iridi su orizzonti di ragnateli
e petali sui tralicci delle inferriate,
mi sono alzato, sono ricaduto
nel fondo dove il secolo e il minuto -

e i colpi si ripetono ed i passi,
e ancora ignoro se saro al festino
farcitore o farcito. L'attesa é lunga,
il mio sogno di te non e finito.


Nel momento in cui l'ultimo verso della poesia di Montale risuonò nella sua memoria, gli venne spontaneo guardare colei che aveva amato così tanto e ripetersi:
Il mio sogno di te non è finito.
Daenerys parve percepire la malinconia dei pensieri di Marvin:
<<Perché non sposi Alice? E' evidente che ti piace e lei, l'ho potuto constatare ieri, ricambia. Ho cercato inutilmente di farle capire i tuoi innumerevoli difetti>>



<<La mia Alice non ha in braccio un coniglio bianco, ma un gatto nero, che mi fissa in modo inquietante>>
Più che una battuta era una citazione da un trovatore del buon tempo antico, prima del Grande Cataclisma.
Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole.



Perché quegli sguardi assonnati m'interiscono?
Si alzò ed aprì la finestra.
Quel giorno c'era il sole persino a Gothian.
<<Guarda questa primavera, Daenerys! Quando mai c'è stato un aprile così sereno, a Gothian? Non ti rendi conto che il Sentiero Dorato è anche questo? Che comunque vadano a finire le cose, questi trent'anni di pace saranno comunque ricordati come La Pace di Marvin... e persino tu, un giorno, ripenserai ad oggi, e ti sembrerà di essere stata felice>>
Daenerys era meravigliata del fatto che quel sole non le facesse paura, come di solito accadeva.
<<Non sono felice, sono solo smarrita>>
Marvin annuì.
Anche io sono smarrito. Ma nessuno dovrà capirlo...

E io potrò per ciò che muta disperarmi
portare attorno il capo bruciante di dolore.
Ma l'opaca trafila delle cose
che là dietro indovino: la carrucola nel pozzo,
la spola della teleferica nei boschi,
i minimi atti, i poveri
strumenti umani avvinti alla catena
della necessità, la lenza
buttata a vuoto nei secoli,
le scarse vite, che all'occhio di chi torna
e trova che nulla nulla è veramente mutato
si ripetono identiche,
quelle agitate braccia che presto ricadranno,
quelle inutilmente fresche mani
che si tendono a me e il privilegio
del moto mi rinfacciano.
Dunque pietà per le turbate piante
evocate per poco nella spirale del vento
che presto da me arretreranno via via
salutando salutando.
Ed ecco già mutato il mio rumore
s'impunta un attimo e poi si sfrena
fuori da sonni enormi
e un altro paesaggio gira e passa
La poesia di Sereni esprimeva il pensiero che Marvin non voleva pronunciare.
<<Parlavamo di Alice...>>
Daenerys annuì:
<<Dovresti essere con lei, non con me. Dovresti condividere con lei i pensieri poetici che questa primavera improbabile ti sta ispirando>>
Lui le rivolse uno sguardo pieno di rimpianto:
<<Io e te siamo fuoco e ghiaccio. Siamo complementari. Ecco perché questa primavera è possibile>>

Lei aveva bisogno del fuoco, come suo padre aveva avuto bisogno di Marigold.
<<Fuoco e ghiaccio si annientano a vicenda. E' per questo che non ti ho voluto>>
Marvin sapeva che non era solo per quello, ma fu inondato dai ricordi:
<<Forse, ma per alcuni mesi, dopo che tu mi donasti la non-morte, siamo stati bene insieme>>



Era una constatazione.
Daenerys non la negò, ma le tolse lo splendore della certezza:
<<Mi pare di sì. Forse lo siamo stati...>>
In quel momento entrambi si stavano chiedendo perché avevano gettato via con tanta rapidità un legame che poteva diventare qualcosa di molto importante.
<<Il sogno che interrompi non ritorna uguale>> dichiarò Marvin.
Daenerys fu d'accordo, e deviò volutamente il discorso:
<<Parlavamo di Alice>>
<<Sì>>
<<Già...>>
Si stavano domandando se per caso fosse potuto nascere un sogno più bello, ma nessuno dei due ebbe il coraggio di esprimere quel pensiero all'altro.
<<Alice è... non lo dico per offenderti, ma solo per farti capire... è giovane...>>
Daenerys non si offese:
<<E' la giovinezza della mente. Prima o poi tutti gli immortali ne sono attratti>>
Marvin improvvisamente si rese conto del pericolo connesso a quella specie di condanna.
<<Non mi comporterò certo come Zeus! Gli dei del mio pantheon non sono lascivi>>
Lei non ne era del tutto convinta:
<<Eclion e i suoi discendenti non sono mai stati stinchi di santo e Belenos era festeggiato con delle vere e proprie orge. Dicono che a Caemlyn siano tornati di moda i fuori di Beltane>>
Quella era una vecchia storia.
<<Io ho preso le distanze da tutto ciò. Non ci sono meschinità nella mia vita sentimentale e tanto meno in quella sessuale! E con Alice mi sto comportando in modo specchiato!>>
Daenerys gli disse allora ciò che voleva comunicargli fin dall'inizio:
<<Quella ragazza ti farà del male... è pericolosa... mandala via, finché sei in tempo!>>
Marvin le puntò un indice contro:
<<Tu sei molto più pericolosa. Sei la Divoratrice di Cuori!>>
Lei annuì:
<<E' vero, ma non delego ad altri le mie vendette. Chi crede che Alice sia un mio strumento si sbaglia. Un giorno forse ti punirò per avermi contrastata, ma per quel giorno ti voglio vivo e in salute. Dammi retta, Marvin, manda via Alice! Mandala via prima che sia troppo tardi!>>



Cast

Jon Snow - Marvin Eclionner Vorkidian

Emilia Clarke - Daenerys di Gothian



































da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-27950>

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