giovedì 18 aprile 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 22. Marvin e Alice.




Per i suoi incontri con Alice de Bors, l'Imperatore-Profeta aveva ordinato la ristrutturazione della sala rosso-dorata, un tempo appartenuta a Marigold di Gothian.
Assiso sul trono dorato, con indosso abiti lussuosi, Marvin appariva decisamente più regale rispetto al solito-
Alice era seduta nel trono a fianco, come se fosse già una consorte, ed era anch'ella riccamente vestita con un abito che le era stato donato da Sua Maestà in persona.
La Stanza Rossa non è mai comparsa nella Profezia!
Il profumo di cera e d'incenso era gradevole, ma nello stesso tempo a Marvin pareva un presagio di morte.
<<Marigold sedeva qui, al mio posto quando... quando...>>
Alice capì e non si fece spaventare:
<<Meritava quella fine, come la meriterebbe anche la Divoratrice di Cuori!>>
Marvin rimase sorpreso dalla durezza con cui Alice gli chiedeva la testa di Daenerys.
<<Mi ha detto che dovrei mandarvi via>>
Alice lo fissò severamente:
<<La amate ancora?>>
Lui scosse il capo:
<<La odio, il che purtroppo è ancora una forma d'amore>>



<<E' un odio che lei ricambia, l'ho percepito molto chiaramente. E' una minaccia molto più concreta di quella che, secondo lei, costituirei io>>
Le parole di Alice erano innegabili.
Marvin si arrampicò sugli specchi di un'antica promessa:
<<Quando ricevetti il Dono da lei, le promisi che non l'avrei mai danneggiata. Mi ha donato l'immortalità: io sono in debito ed un Eclionner ripaga sempre i suoi debiti>>



Era una frase famosa, soprattutto per il suo doppio senso: gli unici debiti che gli Eclionner pagavano volentieri erano le vendette.
<<Lungi da me il mettere a repentaglio la parola di un Eclionner. Ma esiste ancora un giudice a Gothian! La Divoratrice di Cuori va processata! E' andata oltre la legge dei vampiri! Uccidere e mangiare il cuore degli uomini è qualcosa che disgusterebbe persino Elizabeth Bathory!>>



La Stanza Rossa evoca pensieri di sangue. Non avrei mai dovuto riaprirla.
Marvin sapeva che, se non fosse intervenuto per fermare i pensieri di Alice, si sarebbe macchiato di omissione di soccorso.
<<Vi proibisco di sporgere denuncia contro la Contessa di Gothian>>
La formulazione della frase era tale da lasciare ampi margini esecutivi ad Alice de Bors senza venir meno alla propria parola di Eclionner.
Lei colse la sfumatura:
<<Naturalmente, mio signore>> assicurò e cambiò subito argomento, almeno appartentemente: <<Ho saputo che vostra madre, vostra moglie e vostra nuora sono partite per far visita a mia cugina Alienor>>
<<Ti prego, chiamami per nome, e diamoci del tu, ormai la nostra amicizia ce lo può permettere>> poi aggiunse <<Si sono messe in testa che Alienor voglia distruggermi. E pensare che lei e mia madre erano grandi amiche. Poi Alienor accusò mia madre di aver combinato il suo matrimonio con Elner, il che è falso. Fu Marigold l'artefice di tutto, e lei ha già pagato. Io vorrei solo che le donne della mia famiglia e della mia corte smettessero di farsi la guerra, ma evidentemente chiedo troppo>>
C'era amarezza nelle sue parole ed Alice se ne accorse:
<<Sappiate che io non difendo Alienor. Ora che vi ho conosciuto, ho capito che avete sempre agito secondo giustizia. Forse è giusto che vostra madre lo ricordi ad Alienor>>



Se Alienor accettasse la necessità del Sentiero Dorato! Possibile che sia così scettica verso la Profezia?
Forse quello scetticismo derivava dal fatto che una parte della Profezia, la parte che riguardava lei, non si fosse compiuta.
<<Alienor era convinta di diventare mia moglie e di fare di Alfarian la capitale del mondo. Credo che non abbia mai smesso di credere che quella sarebbe stata la soluzione migliore, non tanto per lei, quanto per gli Alfar. Sperava che i discendenti degli Elfi potessero tornare ad essere una guida per gli uomini. C'è qualcosa di vagamente razzista in questa ambizione. Non dimentichiamo che gli Alfar sono nati dall'unione degli Elfi Luminosi con gli Uomini del Nord, i Norreni o Normanni, quelli "biondi" che qualcuno ha definito "razza ariana">>
Questa argomentazione metteva quasi sullo stesso piano gli Alfar e i vampiri Albini, ma Alice volle precisare un punto molto importante:
<<Alienor ha ottenuto il trono grazie ai Drow, gli Elfi Oscuri. E il loro capo, Morgil Thalion, è fedele a mio padre, perché sa che è il tuo rappresentante nel regno>>



Era chiaro che Alice aveva una conoscenza della politica molto approfondita, e sicuramente migliore di quella che Alienor aveva avuto quando era adolescente.
<<Tuo padre è sempre stato il mio rappresentante sia presso gli Alfar che presso i Drow. Credo che molti di coloro che si oppongono alla tua presenza qui temano che la famiglia De Bors possa diventare qualcosa di simile a ciò che erano i Fujiwara presso la dinastia imperiale del trono del sol levante>>



La nonna paterna di Marvin era una Fujiwara, la bellissima principessa Wensy, mentre la nonna materna era l'onorevole lady Ariellyn Vorkidian.
<<Fino ad ora sono stati i Canmore delle Highlands a fare le veci dei Fujiwara>>


La dinastia Canmore aveva detenuto il trono di Scozia prima ancora che i Pendragon fondassero il regno dei Keltar. Dall'albero genealogico si poteva notare come fossero imparentati con gli Stuart.
<<Malcom Canmore, il nipote di mia moglie, è già sul piede di guerra, ma lo inviterò ad abbassare i toni. In genere è sufficiente per evitare disordini. Ma dovrò vigilare attentamente, sia sulle Highlands che sul resto del regno>>
Alice era consapevole che i Canmore sarebbero stati dei nemici terribili se Marvin li avesse privati della loro autonomia.
<<Cosa ti ha detto Malcom Canmore?>>
Marvin sospirò:
<<Mi ha chiesto: "Perché state fancendo questo? Perché permettete ad Alice de Bors di diventare così influente?">>
<<E tu cos'hai risposto?>>
Marvin accennò a un sorriso:
<<Sentimenti>> rispose.
Feelings.
Poteva esserci spazio per i sentimenti nella politica?
La storia pareva dimostrare di sì, ma non sembra era una cosa buona.
<<E loro?>>
C'era un misto di esultanza nella domanda di Alice.
Marvin si chiese se per caso loro non avessero ragione.
In fondo, anche gli automi hanno ragione.
Guardò la fanciulla:
<<Hanno risposto che è troppo pericoloso affidarsi ai sentimenti>>
Lei assunse un'espressione da donna vissuta:
<<Troppo pericoloso! E' la classica risposta dei conservatori!>>
<<I conservatori a volte difendono qualcosa che merita di essere difeso. Se una cosa funziona, in fondo, perché dovremmo cambiarla?>>
Alice fu rapida a rispondere:
<<Prima del mio arrivo la Profezia ti aveva abbandonato. C'era qualcosa che non funzionava più. Forse era proprio la mancanza di sentimenti veri. Come dice il poeta: "Godi se il vento ch'entra nel pomario vi rimena l'ondata della vita...">>



Marvin continuò la citazione:
<<"Qui dove affonda un morto viluppo di memorie, orto non era, ma reliquiario">>
Il vento, la sintesi del pensiero progressista, ma Montale non era un progressista.
Io ho parlato di sentimenti, ma gli altri pensano solo alla politica, al gioco del trono, al potere!
Come avrebbe voluto regalare loro quei trent'anni di noia che il potere gli era costato! Trent'anni per salvare un'umanità che non voleva essere salvata, e forse non lo meritava nemmeno.
Troppe cose erano successe dal giorno in cui aveva intrapreso il Sentiero Dorato. E tutte quelle cose l'avevano condotto lì, nella Stanza Rossa del castello di Gothian, in compagnia di una giovane donna che non era sicuro di conoscere.
Mi trovo davvero qui? Sono davvero io? Cosa sono i pensieri che penso?



Gli sembrava di essere in un quadro di Matisse oppure in un racconto di Edgar Allan Poe.
La morte rossa...



Era strano come la Stanza Rossa potesse far pensare contemporaneamente all'amore e alla morte.
Quando un amore si realizza, una parte di noi muore, sacrificata sull'altare della persona che amiamo, la quale stila le sue liste di proscrizione.
In quel momento Alice de Bors stava indicando coloro che Marvin avrebbe dovuto penalizzare.
Ma io non intendo farmi dei nemici. Che si sbranino pure tra loro. Io non farò certo da paciere: è cosa nota che i pacieri si inimicano entrambe le parti e sono i primi a soccombere.
Certo era un paradosso che l'Imperatore-Profeta rinunciasse ad agire e facesse finta di non vedere.
<<Sei consapevole che se diventeremo una coppia, tutto l'universo ci invidierà a farà qualsiasi cosa per dividerci?>>
Alice annuì:
<<Non ci riusciranno>>
Allora si alzò, fece un cenno all'arpista e alle dame di compagnia, e invitò Alice a ballare.



Mentre ballavano, le chiese:
<<Non ti spaventa la mia immortalità?>>
<<Spaventarmi? E perché mai?>>
<<Tu vedrai davanti a te un uomo giovane, e non ti accorgerai che la sua anima è antica. Vedi, c'è un tempo in cui un uomo viene al mondo, e sa che per un po' deve essere vivo. Può avere della magia quel tempo, mentre lo si vive. Ciò che lo rende magico è il sapere che lo perderai e non lo rivedrai mai più. Poi pian piano vedi invecchiare tutte le persone accanto a te, ti trovi costretto a prendere congedo da loro. Nuovi volti entrano nella tua vita e sembrano avere la tua stessa età, ma non è vero. Niente è vero! Ti dicono che tutto dovrebbe ricominciare come prima, ma non è possibile e sai perché?>>
Alice annuì:
<<Non c'è più la magia>>
Marvin annuì.
<<A volte mi affaccio alle finestre di questo castello così lontano da tutto e mi sento estraneo. Mi pare di morire di estraneità. La nostalgia mi commuove, e le lacrime sono come luce che cade sui tramonti della mia terra. Ma questa non è la mia terra. La verità è che la mia terra, così come io l'ho conosciuta quando ero realmente giovane, non esiste più>>
In quei momenti la sua personalità faticava a controllare le memorie dei suoi antenati, che reclamavano udienza, e le premonizioni del futuro, che gettavano lunghe ombre sul suo presente.
Alice lo strinse a sé:
<<Ci penserò io ad ancorarti al presente>>
Lui si lasciò trasportare dall'entusiasmo di lei e la passione divampò nella Stanza Rossa.
Nel momento in cui l'amplesso raggiunse il suo culmine, la Profezia si risvegliò di nuovo nella mente di Marvin.
In preda ad un'estasi mai conosciuta prima, l'Imperatore-Profeta fu consapevole di aver concepito un figlio che univa in sé il sangue dei Lathear, dei Keltar e degli Alfar. Un discendente delle tre famiglie reali, gli Eclionner, i Vorkidian e gli Alfarian, destinato a grandi imprese.




Cast

Jonathan Rhys-Meyers - Marvin Eclionner

Tamzin Merchant - Alice de Bors

Emilia Clarke - Daenerys di Gothian

Jaime Lannister - se stesso

Erszebet Bathory - Elizabeth Bathory

Cate Blachett - Alienor di Alfarian

Fujiwara-Kamatari - Leto Fuscivarian


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