lunedì 29 luglio 2013

Albero genealogico di lady Diana Spencer, Principessa di Galles






Come si può vedere dal suo albero genealogico, Lady Diana Spencer era nobile e di sangue blu, e il titolo di Lady le apparteneva per diritto di nascita.

Lady Diana discendeva da una famiglia tra le più nobili del Regno Unito, imparentata con la casa reale destituita degli Stuart e quindi anche con i Churchill e i duchi d'Alba.

Il sangue blu degli Spencer era forse più blu di quello dei Windsor.

Nell'immagine qui sotto possiamo vedere i genitori di Diana Spencer, il conte Edward John e la contessa Frances Burke Roche Shand-Kidd, nel giorno del loro matrimonio.

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La coppia quattro figli: tre femmine (Sarah, Cynthia e Diana) e un maschio, Charles, attuale conte Spencer di Althorp.

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Il matrimonio fu però infelice e lady Frances lasciò la famiglia quando Diana aveva solo sei anni.
Dopo anni di tensione, i rapporti tra Diana e la madre migliorarono.

Qui vediamo lady Frances e il principe Filippo al matrimonio di Diana e Carlo.



Il conte Edward John Spencer era morto nel 1992. L'attuale conte Spencer di Althorp è il fratello di Diana, lord Charles, che qui sotto vediamo insieme a lady Diana e alla loro madre lady Frances.



Qui sotto la vediamo lady Frances Shand-Kydd ai funerali della figlia Diana, nel 1997.



Lady Frances morì nel 2004, sette anni dopo la morte di Diana.





Mistero ad Hollow Beach. Capitolo 4.



Sdraiata sul lettino davanti alla piscina, in bikini fucsia e velo in tulle color malva, Barbie Fitzherbert cercava di tenersi in contatto con le amiche e i corteggiatori tramite il suo iPad, ma con notevole difficoltà.
Il posto però era molto bello, una specie di paradiso terrestre. La torre della villa vittoriana India's House dava proprio sulla meravigliosa piscina a forma di lago.


In quel momento la governante, miss Dorothy, si sedette a fianco a lei e le parlò a bassa voce:
<<Ho fatto qualche domanda in giro riguardo a Robert Oakwood Junior. La gente sembra aver paura di parlarne, come se ci fosse sotto qualcosa di pericoloso>>.
Barbie annuì:
<<C'è qualcosa... ma non saprei dire cosa. Lui è un tipo strano, ma mi sembra innocuo. Però nasconde sicuramente molti segreti>>
Dorothy, a voce ancora più bassa, mormorò:
<<Il fatto è che anche gli altri proprietari di ville ad Antler Street sembrano tutti molto strani. Io ho osservato le loro abitudini e ci sono molte cose bizzarre>>
<<Per esempio?>>
<<Quasi tutti i proprietari sono vedovi o vedove, ma non di età anziana, e vivono in completa solitudine in ville enormi. La loro unica compagnia sono i cani e i gatti. E poi la forma di queste ville è stravagante. Sembrano piccoli castelli, in particolare la castle house della vedova lady Edith Burke-Roche. Suo marito Hector era il padrone di tutte le terre dove poi è sorta Hollow Beach>>



La villa-castello in stile vittoriano aveva un aspetto piuttosto sinistro, considerando anche il fatto che la proprietaria viveva lì sola, e non si faceva più vedere in pubblico da anni.
<<Da lei ci vive solo una nipote, Maggie. E' molto bella, mora, di tipo quasi ispanico, ma anche lei molto strana, molto solitaria, anche se dicono che abbia uno splendido sorriso>>

Il riferimento alla bellezza di Maggie Burke-Roche suscitò le immediate gelosie di Barbie.
<<Una ispanica? Il figlio di lady Edith ha sposato una sudamericana?>>
Dorothy si strinse le spalle:
<<Non lo so. Alcuni dicono persino che sia una nipote adottiva. Ma le stranezze non finiscono qui. Tutte le famiglie della Antler Street hanno subito delle pesanti distrazie, in passato, anche se nessuno vuole parlarne>>
Poi estrasse un foglio dalla borsa:
<<In compenso all'ufficio turistico vicino alla Highway sono riuscita a farmi dare una specie di depliant che mi sembra più che altro una mappa del tesoro>>




<<La India's House è quella a sinistra, con la piscina dove ci troviamo ora. Gli Oakwood fortunatamente hanno preferito non costruire campi da tennis. E' una moda pacchiana che India Oakwood, la nonna di Robert, non avrebbe mai approvato. Sai, era una Stoker, di nascita, una discendente dello scrittore Bram Stoker e lei stessa era una grande scrittrice di genere horror. Una donna di gran classe, a quanto si dice. E' morta alcuni anni fa, aveva oltre novant'anni>>
Barbie osservò con interesse.
<<Doveva essere una nonna molto speciale. Forse conosceva bene lady Edith. La villa dei Burke-Roche è più in basso ed è quasi nascosta dagli alberi. Dà direttamente sulla laguna interna. Eppure è vicinissima a noi. Chissà se Robert conosce Maggie Burke-Roche?>>









Dorothy si accigliò:
<<Mah, sono affari suoi! E' meglio non stringere troppa amicizia con quel tipo.  Il mio 
istinto mi dice che è pericoloso. Deve aver ereditato il sangue degli Stoker, e questo non è necessariamente un bene. E' meglio che tu segua il mio consiglio. Raramente il mio istinto sbaglia!>>

Cast

Maggie Burke-Roche - Oona Chaplin

Valeria Lukyanova (Real doll) - Barbie Fitzherbert

Mistero ad Hollow Beach. Capitolo 3.




La caratteristica di Hollow Beach, comune alle altre cittadine costiere della contea delle Hamptons, a Long Island, è quella di dispiegarsi lungo un'unica strada, la Dune Road, compresa tra la spiaggia a est e le lagune interne ad ovest.



Ognuna di quelle strade confluisce poi nella Highway che percorre Long Island in tutta la sua lunghezza, fino a New York City.

Come si è detto, la strada principale di Hollow Beach è la Antler Street, un lungo viale alberato dove non passa mai nessuno, se non i proprietari delle ville che si affacciano sul mare o sulla laguna.





La India's House, che si trovava tra la strada e il mare era certamente la costruzione più bella di tutta la Antler Street e forse dell'intera Hollow Beach.
Le spiagge erano ampie e libere, con sabbia bianca e mare azzurro.



Tutta questa bellezza però non era particolarmente apprezzata da Barbie Fitzherbert, per il fatto che non ci fosse quasi nessuno a poter ammirare la sua splendida forma ed i suoi costumi succinti.



Be', non proprio nessuno.
Robert Oakwood Junior accompagnava la sua giovane ed attraente inquilina nel giro turistico della zona.
Barbie era decisa a scoprire i segreti di quello strano personaggio, che pareva saperla molto più lunga di quanto dava ad intendere.
Se non fa nemmeno un apprezzamento al mio costume, allora è veramente senza speranza.
L'apprezzamento invece era arrivato, seppure in una forma che non risultava del tutto soddisfacente nel togliere i dubbi riguardo alla misteriosa capacità di Robbie di resistere al fascino di lei.
<<La scelta del bikini bianco è perfetta, fa "pendant" col bianco della spiaggia, così come i tuoi occhi con l'azzurro del mare>>
Pareva più il commento di uno stilista gay che l'apprezzamento di un giovane etero colpito dall'irresistibile bellezza di Barbie Fitzherbert.
Eppure non mi dà l'idea del gay. E' troppo trasandato. No, è un altro il suo segreto. Ma cosa?
Mentre lei si domandava queste cose, Robert pareva molto preso nel ruolo di guida turistica:
<<Qui l'ambiente è incontaminato. Vuoi mettere queste spiagge libere e questo mare limpido rispetto al sovraffollamento di Long Beach?>>
Barbie non era d'accordo:
<<Qui è una noia mortale! Ma cosa ci faccio due mesi qui? I miei mi hanno messo un tetto persino sulla ricarica dell'iPhone! E oltre tutto internet va lentissimo! Mi sento tagliata fuori dalla civiltà, che poi è quello che voleva mio padre>>
Robert inarcò le sopracciglie:
<<Forse il tuo portatile non è abbastanza potente. Io ho un computer fisso che funziona benissimo. Se proprio sei in crisi d'astinenza puoi usare il mio>>
Lei gli rivolse uno sguardo che pareva quello di un naufrago all'apparire di una nave in lontanza:
<<Grazie! Mi stai salvando la vita! Perché la noia può veramente uccidere!>>
Lui annuì gravemente, come perduto in pensieri profondissimi:
<<Il taedium vitae...>>
Barbie sgranò gli occhi:
<<Cosa?>>
<<E' un'espressione latina, vuol dire, la noia della vita, è un concetto poetico e filosofico>>
Lei gli rivolse uno sguardo stupefatto, come se avesse davanti un extraterrestre, un marziano.



<<Latino? Poesia? Filosofia? Allora è questo il tuo problema!>>
Robert sostenne lo sguardo con severità:
<<Quale problema?>>
Lei cercò di usare parole non offensive, ma fallì:
<<Hai studiato troppo... e tra l'altro anche cose che non danno lavoro... con me puoi parlare liberamente, non devi vergognarti>>
Lui si fermò di colpo:
<<Io non mi vergogno affatto! E' il mondo che dovrebbe vergognarsi per non dare alcuna importanza alla cultura!>>
Barbie capì di aver fatto arrabbiare l'unica persona che avrebbe potuto alleviare la sua noia, per cui decise di battere subito in ritirata:
<<Scusa, non volevo offenderti. E' che mi era parso che tu non volessi parlare né dei tuoi studi, né del tuo lavoro e volevo capire il motivo... mi dispiace, mi perdoni?>>
E gli scoccò il famoso sguardo da cerbiatta.


Lui si rasserenò:
<<Non è niente, lo so che non volevi offendermi. Non parlo di me soltanto perché trovo che l'argomento sia privo di interesse. Ma capisco che qui, in mancanza d'altro, persino i miei studi potrebbero incuriosire. Ma non c'è niente di particolare, sono laureato in letteratura e in filosofia e lavoro ogni tanto come supplente. Come vedi, nessun mistero!>>
Improvvisamente lei sentì un senso di pena nei confronti del giovane.
Un insegnante, c'era da aspettarselo. Mi deve avere già inquadrato come una studentessa stupida.
La cosa era irritante, ma c'era un altroaspetto che invece glielo rendeva più simpatico.
In fondo anche lui è un mantenuto. Dipende dai genitori come me. Forse è di questo che si vergogna.
Era una diagnosi possibile, ma forse troppo affrettata.
In ogni caso, lui cambiò subito discorso:
<<Ecco, laggiù vedi la pineta. Qualcuno troppo ottimista ci ha piantato anche delle palme, che però si seccano regolarmente ogni inverno. I pini invece resistono, sono robusti. E soprattutto proteggono le case dalle mareggiate>>
Lei gli fu grata per aver cambiato discorso:
<<Devo dire che sto gradualmente rivalutando questo posto. Perché non passeggiamo sulla riva? Voglio sentire com'è l'acqua>>
<<E' fredda, ma dopo un po' ci si abitua>>
Quando Barbie appoggiò i piedi sul bagnasciuga ebbe un brivido.
Fresca, ma elettrizzante. In fondo questo posto è una specie di "centro benessere". Non che io ne abbia bisogno...
I complimenti al costume e agli occhi non le bastavano.
Ho il girovita più tonico e sottile dell'universo, il corpo più sexy di tutta Long Island e lui se ne sta lì a fissare l'orizzonte. Ma chi crede di essere? Adesso gli faccio vedere io...
Si mise in ginocchio nell'acqua, in una posa provocante.


<<Ehi, attenta, rischi di prenderti una congestione!>>
Aveva pronunciato la frase in modo vagamente ironico, il che fece irritare Barbie ulteriormente.
<<Rob, sei peggio di Dorothy! Non è che per caso sei una guardia del corpo mandata da mio padre?>>
Lui rise, per la prima volta da quando lo conosceva. Una risata potente, insospettabile in un tipo così serio.
<<Ah ah! Magari! Avrei sicuramente un ottimo stipendio!>>
Parlava, ma non la guardava.
Forse non ci prova con me perché è sicuro di non avere speranza. Sì, è così senz'altro. Però non sopporto il modo in cui mi ignora. 
Decise di provocarlo:
<<Ma tu non ti senti solo? Insomma, io non so come fai a rimanere tutta l'estate qua, tutti gli anni. Non hai degli amici? Una ragazza?>>
Lui sorrise:
<<I libri sono i miei amici, e la natura è la mia ragazza>>
Barbie si sedette sui talloni, lasciando che l'acqua le bagnasse il costume.
<<Ah sì? Allora spiegami una cosa: come si fa a fare sesso con la "natura"?>>
Robert rise di nuovo:
<<Con un po' di fantasia si riesce a fare tutto. Ora però è il mio turno a fare domande>>
Lei si illuse che Rob gli stesse per chiedere se aveva un ragazzo.
Dovrò rispondergli che sono indecisa tra una decina di candidati?
Ma la domanda gelò le sue aspettative:
<<Ma che dieta segui per essere così magra?>>
Lei fu sul punto di mandarlo a farsi fottere, ma capì che con i tipi come lui l'ironia era l'arma migliore:
<<Niente di particolare, evito di passare le giornate sdraiata sul divano a leggere libri di filosofia>>
Robert sorrise:
<<Non ne dubito>>
E con quelle tre parole l'aveva di nuovo gelata.
Barbie si alzò, rabbrividendo.
Si sentì improvvisamente stupida e le venne voglia di piangere, ma si trattenne.
Scoprirò il tuo punto debole e ti toglierò quel sorrisino saccente dalla faccia!
Lui continuava a guardare l'orizzonte, ma pareva consapevole di aver detto una cattiveria.
Alla fine la guardò con un'espressione dolce:
<<Sei bellissima. Te l'avranno già detto un milione di volte, ma volevo dirtelo anch'io>>
Era un'offerta di pace e Barbie si affrettò ad accettarla.
<<Grazie>>
Rimasero in silenzio per un po', imbarazzati entrambi.
Alla fine lui disse:
<<Forse è meglio che torniamo a casa>>
Lei annuì. Aveva freddo. Aveva voglia di essere abbracciata, ma non l'avrebbe mai ammesso. Nemmeno a se stessa.



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Valeria Lukyanova (Real Doll) - Barbie Fitzherbert

domenica 28 luglio 2013

Mistero ad Hollow Beach. Capitolo 2.




Da uno dei balconi della Ridge House, Barbara Fitzherbert poteva vedere la spiaggia di Hollow Beach ed il colore del mare, molto simile a quello dei suoi occhi.
Incominciava già a sentire la solitudine dovuta a quella "vacanza di punizione" a cui i genitori l'avevano costretta dopo i pessimi risultati negli esami di fine anno all'università. Due mesi ad Hollow Beach, sotto la severa sorveglianza della governante miss Dorothy, per "meditare sui suoi errori".
Mica era colpa mia se c'erano sempre dei corteggiatori a farmi perder tempo.
Il problema era che lei li aveva voluti "provare" quasi tutti e lo studio era stato relegato all'ultimo posto delle priorità.
E comunque non avevo idea che il marketing della moda non c'entrasse niente con la moda come la intendo io.
Suo padre non aveva voluto sentir ragioni e le aveva lasciato solo tre alternative: 1) rimanere a Manatthan tutta l'estate senza uscire di casa, 2) passare l'estate a Long Island in una zona tranquilla sotto il controllo di miss Dorothy, 3) blocco della carta di credito.
La seconda opzione le era sembrata il male minore.
Le avevano permesso di portare con sé la Porsche, e le avevano garantito una villetta vittoriana con piscina e vista mare.
La casa è bella, ma sembra che non sia stata mai abitata dai padroni. Come se l'avessero comprata solo per affittarla. Che tristezza!
L'arredamento era confortevole, ma essenziale. Comodo, ma senza alcuna concessione al lusso.
Sarei curiosa di vedere com'è l'appartamento di Robbie.
Il giovane custode, figlio dei proprietari, le sembrava un personaggio bizzarro. Non era certo il suo tipo d'uomo, però la incuriosiva il fatto che facesse una vita così modesta e ritirata pur essendo figlio di possidenti.
Mi sa che anche lui è "in punizione". Eppure ha l'aria da ragazzo serio. Cos'avrà combinato per ridursi così?
La curiosità era tale che, quando Dorothy uscì per andare a fare provviste, Barbara decise di indagare.
So come far parlare gli uomini.
Si presentò alla porta del bilocale a piano terra, vestita e truccata come se stesse per andare a un beach party.
Robert comparve con aria vagamente seccata.
<<Tutto bene? La casa è di tuo gusto?>>
Lei annuì, ma assunse l'espressione triste e imbronciata che di solito sollecitava l'atteggiamento protettivo dei maschi, anche di quelli più distratti.
<<Sì, ma è molto diverso rispetto alle vancaze che faccio normalmente. Questa è una zona troppo silenziosa. E poi... qui non conosco nessuno, non è che puoi darmi qualche consiglio?>>
Robert si accigliò:
<<In che senso?>>
Barbara scosse le spalle:
<<Che ne so? Quale spiaggia è più trendy. Quali sono i posti più più fighi. Insomma, quelle cose lì. Posso entrare?>>
Lui non era particolarmente entusiasta della cosa, ma si diede un certo contegno:
<<Ehm, sì, certo... c'è un po' di disordine>>
In effetti il soggiorno era piuttosto squallido, con libri accatastati alla rinfusa, lampade snodabili e pareti spoglie.
Deve essere uno studente pure lui. Ha la faccia da uno che fa il PhD.
Si sedette su un divano color crema, mantenendo l'espressione triste a cui nessuno poteva resistere.

<<Quanti libri! Che cosa studi?>>
Robert parve imbarazzato:
<<Niente... sono già laureato. Leggo per mio interesse personale>>
Lei dovette sforzarsi per non mostrare un'espressione schifata.
<<Ah, ecco... ma qui è un bilocale? Non vedo la cucina né la camera da letto, ci sono solo libri e divani...>>
Lui assunse l'espressione severa di chi sta chiaramente invitando l'interlocutore a farsi gli affari suoi, ma si sforzò di essere gentile:
<<La mia vera residenza è in mansarda, qui una volta c'era una specie di garage, che vorrei trasformare in una libreria e in uno studio, ma ancora sono indietro con i lavori>>
Barbara sorrise:
<<Ah, bello, verrà un bellissimo studio. Ma tu abiti qui anche d'inverno?>>
Robert capì che la ragazza voleva fare amicizia, mossa più che altro dalla disperazione per l'isolamento a cui i suoi l'avevano costretta, e questo gli fece tenerezza:
<<No, assolutamente, io abito in un monolocale a Manatthan, nella 59°, poco dopo Central Park. So che anche tu sei di Manatthan...>>
Lei finalmente sorrise, vedendo che Robert dava i primi segni di cedimento:
<<Sì, dell'Upper East Side, vivo con i miei genitori. Mio padre è avvocato e mia madre era una modella. Ho preso da lei la passione per la moda. E i tuoi dove vivono? Non vengono mai qui a Hollow Beach?>>
<<I miei vivono ad Albany. Un posto noiosissimo. Lavorano per l'ufficio del Governatore. Questa casa per loro è solo un investimento, non ci vengono mai. Me ne sono sempre occupato io>>
Ogni risposta di Robert era formulata in modo tale da lasciare in sospeso le informazioni più rilevanti, e questo suscitava curiosità a prescindere dall'interesse effettivo di quelle informazioni.
<<Ma tu che lavoro fai?>>
Robert si incupì nuovamente:
<<Mi arrangio... non ho un lavoro fisso. Per fortuna non devo pagare l'affitto. Insomma, riesco a cavarmela>>
Barbara aveva l'impressione che lui le stesse mentendo, ma evitò di indagare oltre.
<<Tra poco tornerà Dorothy. E' meglio che vada. Ma se non ti dispiace, domani ti chiederei di farmi da guida in questo posto. Io non saprei da che parte iniziare>>
Lui apparve di nuovo leggermente contrariato, ma si mantenne gentile:
<<Ok, d'accordo, a domani!>>
Mentre ritornava nei suoi appartamenti, Barbara si sentiva realmente triste. Era la prima volta che un ragazzo non cadeva ai suoi piedi nel giro di dieci minuti.
Mah, questo tipo non è normale. Sono curiosa di capire cosa nasconde, perché una cosa è certa: sta sicuramente nascondendo qualcosa.



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Valeria Lukyanova - Barbara Fitzherbert

Maria di Guisa, regina di Scozia e madre di Maria Stuarda.

File:Maryofguise1.jpg

Maria di Guisa (Marie de Guise) ) (Bar-le-Duc22 novembre 1515 – castello di Edimburgo10 giugno 1560 fu regina di Scozia in quanto moglie di Giacomo V Stuart e fu Reggente, dopo la sua morte, in nome della figlia Mary Stuart, nota come Maria Stuarda.

File:Jacob and Marie de Guise.jpg

Francese e cattolica, nata dalla potente dinastia dei Lorena, Maria di Guisa, negli anni della sua Reggenza in Scozia (1554-1560) si prodigò per favorire la restaurazione del Cattolicesimo in Inghilterra, appoggiando la regina Maria Tudor, la Sanguinaria, ed i suoi principali collaboratori, l'arcivescovo Reginald Pole e il vescovo Gardiner.



La restaurazione cattolica fallì a causa della morte prematura di Mary Tudor e dell'ascesa al trono di Elisabetta I Tudor, che sostenne l'opposizione protestante scozzese.
Ne derivò una guerra tra la l'Inghilterra e la Scozia in cui le truppe scozzesi di Maria di Guisa, sostenute dalla Francia, arrivarono quasi a minacciare Londra e lo stesso trono di Elisabetta e della dinastia Tudor.
A un passo dal trionfo, Maria di Guisa morì nel 1560 di idropisia, anche se molti sostennero che fosse stata avvelenata per ordine del capo dei servizi segreti di Elisabetta, il potente Lord Francis Walshingham.
Le succedette la figlia Mary Stuart, che si trovava in Francia, avendo sposato il giovane re Francesco II. Il matrimonio fu breve, in quanto Francesco II morì pochi mesi dopo.
Maria Stuart allora tornò in Scozia e sposò il cugino Henry Stuart dal quale ebbe il figlio Giacomo VI, destinato a diventare anche re d'Inghilterra alla morte di Elisabetta Tudor.

File:YoungMaryStuart.jpg

Maria Stuarda ed Elisabetta Tudor erano cugine di secondo grado, in quanto Margaret Tudor, zia di Elisabetta, aveva sposato Giacomo IV Stuart, nonno di Maria.

sabato 27 luglio 2013

Mistero ad Hollow Beach. Capitolo 1.




La ventunenne Barbara Fitzherbert arrivò a Hollow Beach, presso WesthamptonLong Island, alla guida della sua Porsche Boxter, il 27 luglio 2013. Aveva preso in affitto una villetta vittoriana ad Antler Street, una strada dalla forma molto particolare e frastagliata, che ricordava il corno di un cervo.Ci si arrivava curvando a destra, poco prima che la Dune Road diventasse l'unica strada tra il mare e le lagune interne. La villetta aveva nome India's House, pare in onore del nome della defunta madre del proprietario.



In realtà non tutta la villetta era stata affittata, ma solo i due appartamenti principali, uno per Barbara e uno per la sua domestica e "sorvegliante", miss Dorothy.
La mansarda e un bilocale al piano terra, sulla sinistra, erano rimasti al custode della villa.
Quando Barbie arrivò al cancello, mandò Dorothy a suonare al citofono.
Un giovane moro sui trent'anni con in mano una gomma per innaffiare il prato si fece avanti, prese dalla tasca un telecomando e il cancello si aprì.
Barbara entrò con la macchina nel vialetto e chiese:
<<Scusa, dove posso parcheggiarla?>>
Il giovane indicò un posto all'ombra della siepe e dei pini.
La ragazza parcheggiò ed estrasse un telo di plastica grigia:
<<Dorothy, non dimenticare di mettere il telo sopra la macchina, quando hai finito di scaricare le valigie>>
La domestica, una robusta signora di mezza età, dall'aria molto severa, eseguì gli ordini con pronta sollecitudine.
Barbara si rivolse al giovane:
<<Sei il giardiniere?>>
Lui la guardò con aria torva:
<<Sono il custode>>
Lei inarcò le sopracciglia.
<<Ah, chissà perché mi aspettavo un anziano signore con una faccia da maggiordomo. Come hai fatto a farti assumere?>>
Lui le lanciò un'occhiata piena di sdegno:
<<Sono il figlio dei proprietari>>
Barbie sgranò gli occhi.
Si accorse di avere in qualche modo offeso il giovane e quindi decise di rimediare presentandosi:
<<Io sono Barbara Fitzherbert, di Manhattan, ma tutti mi chiamano Barbie, forse perché assomiglio alla bambola!>> 
Aveva parlato in un tono che oscillava tra ironia e fierezza.
Lui la squadrò da capo a piedi:
<<Robert Oakwood Junior>> e le strinse la mano vigorosamente, aggiungendo: <<Per qualsiasi problema, puoi rivolgerti a me>>
A Barbie venne da ridere.
<<Scusa,  ma tutti i Junior che io conosco non si sognerebbero mai di fare da custodi della casa al mare dei genitori!>>
Lui la fissò con gli occhi scuri dalle pupille dilatate:
<<Infatti nessuno mi chiama Junior>>
Lei rise di nuovo:
<<Ok, va bene se ti chiamo Robbie?>>
Lui scrollò le spalle:
<<Fa' un po' come vuoi>>
Barbie annuì:
<<Ok, quella è Dorothy, ma mia domestica>>
Robert diede la mano all'anziana signora, che rispose con una stretta insolitamente robusta.
<<Vuole una mano, signora?>>
<<No, grazie!>>
Lui allora si rivolse di nuovo alla ragazza:
<<Senti, Barbie, dal contratto risulta che i due appartamenti sono affittati per te e per Dorothy, ma ci deve essere un errore: due appartamenti grandi per sole due persone? Non ci era mai capitato!>>
A quel punto intervenne Dorothy:
<<Robbie, ti posso garantire che nessun'altra persona metterà piede in questa casa!>>
Lui sgranò gli occhi e si rivolse a Barbie:
<<Ma io non ho nulla in contrario al fatto che possiate ricevere ospiti. Chiedevo così, solo per curiosità>>
Barbie arrossì:
<<Dorothy è una specie di cane da guardia. I miei le hanno fatto promettere che non ci saranno festini o cose del genere. Sai, sono in un punizione. Diciamo che con l'università le cose non stanno andando troppo bene>>
Finalmente Robert sorrise:
<<Ah, davvero? E cosa studi?>>
<<Marketing della moda. Ma pensavo fosse più facile. Io di moda me ne intendo!>>
Lui la osservò da capo a piedi con aria ironica:
<<Capisco. Beh, se non ti dispiace, io ora devo tornare a lavorare>>
Barbie notò l'ironia e si predispose a rispondere a tono:
<<E lei che cosa hai fatto tu, Robbie, per finire in punizione a fare il custode nella villa dei tuoi?>>
Robert si mise a ridere:
<<E' una lunga storia. Molto noiosa. E' meglio che io torni ai miei lavori, e tu ti goda la vacanza. Questo è un posto bellissimo. Il giardino di questa casa è tenuto con cura e come vedi, là c'è la piscina. Il mare si raggiunge a piedi in cinque minuti. I divertimenti non mancano. Nello stesso tempo, però, questa zona è appartata e poco rumorosa, adatta per chi vuole rilassarsi e rigenerarsi. E' uno dei posti migliori di Long Island!>>

File:East-hampton-town-map.gif

Hollow Beach era situata nella zona orientale dell'isola, più ad est decrepita mansion di Grey Gardens, dove fino al 2002 era vissuta Edith Bouvier, cugina di Jackie Kennedy e di Lee Radzwill, che lì erano nate negli anni Trenta.

File:Grey Gardens (1975 film) poster.jpg

Ma questo Barbara Fiztherbert non lo poteva sapere, mentre Robert Oakwood Junior lo sapeva fin troppo bene.


giovedì 25 luglio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 63. Daemon "Iceblood" di Thule assedia il castello di Gothian.




Il castello di Gothian si stagliava grigio e nero, in tutta la sua imponenza gotica, con guglie, pilastri, archi a sesto acuto e torri che parevano toccare il cielo pieno di nubi.
Le nubi circondano Gothian da sempre. Chi vive qui troppo a lungo dimentica che cosa sia il sole.
Questo pensava lord Daemon "Iceblood" von Steinberg, principe di Thule, mentre le sue truppe si predisponevano all'assedio del castello che egli rivendicava come eredità paterna.



Daemon non rivendicava soltanto il titolo di Conte di Gothian, ma anche quello di re degli Albini, il popolo che suo padre aveva trasformato nell'aristocrazia dei vampiri.
Finora le cose sono andate troppo bene per essere vere. Marvin è al sud con il grosso dell'esercito e sua madre Lilieth ha pensato bene di nascondere i suoi Keltar da qualche parte.
Era chiaro che l'Imperatrice Madre aveva un piano.



Lilieth Vorkidian era una donna da non sottovalutare.
Era sopravvissuta a tutto: alla Primavera di Sangue, al rapimento da parte dei pirati, alle numerose guerre che avevano portato suo figlio Marvin Eclionner a diventare l'Imperatore-Profeta del Continente Centrale, sovrano dei Lathear, dei Keltar, degli Alfar e degli Albini, oltre che signore di Gothian.





Marvin non se ne sarebbe andato se le sue profezie gli avessero mostrato una minaccia. Ora spetta a me dimostragli che si sbagliava!
Le forze d'assedio che Daemon aveva scelto non erano gli aristocratici albini, ma normali uomini che erano stati cacciati dalle loro terre quando Marvin le aveva distribuite ai suoi veterani di guerra.
Ed ha cacciato me dal castello in cui ero nato!
In quella notte che precedeva l'inizio dell'ennesima guerra, Daemon decise di rivolgersi ai suoi rinnegati con l'eloquenza elegiaca, a tratti tragica e persino sublime, di chi ha subito un sopruso ed un esilio.
<<Uomini! Siamo qui per riprenderci quello che ci è stato tolto. Non si tratta solo di un castello e delle terre circostanti: Gothian è il simbolo del potere di Marvin Eclionner Vorkidian, l'uomo che vi ha cacciato dalle vostre terre!>>
E qui si avvalse della mozione degli affetti, la peroratio:
<<Un tempo, prima che Marvin Eclionner conquistasse il potere supremo, ogni popolo era sovrano sulle sue terre. Vedo tra voi dei Lathear, dei Keltar e degli Alfar. Siete giunti fin qui, all'estremo nord, presso il popolo egualmente oppresso degli Albini, perché vi siete rifiutati di combattere per un usurpatore! Marvin  ha assassinato con le sue mani il suo stesso fratello, l'imperatore Elner XI dei Lathear, ha imposto ai Keltar la sua dittatura, esiliando chi vi si opponeva. Ha sottoposto gli Alfar al controllo di suo suocero, il Duca di Amnisia, e ha ucciso mio padre, Lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian e la sua seconda moglie, lady Marigold. Voi vi siete rifiutati di diventare i servi di un assassino!>>
Daemon omise, naturalmente, di dire che però erano diventati servi di un vampiro.
<<Io, come voi, ho perso tutto a causa di Marvin. Noi siamo vissuti negli eterni ghiacci dell'estremo Nord, per anni, aspettando il momento giusto per riprenderci ciò che era nostro. Sono stati anni lunghi e tristi>>
Vide nei loro volti la commozione e sentì di averli in pugno:
<<Abbiamo dimenticato il colore del sole, il sapore del pane, il rumore degli alberi, la delicatezza del vento d'estate, perché qui non è mai estate, nella terra dei ghiacci perenni. Abbiamo dimenticato com'erano le nostre terre, le nostre case, le nostre famiglie... abbiamo dimenticato il nostro nome!>>



<<Dove sono il cavallo e il cavaliere? Dov'è il corno che noi suonavamo? Sono passati come la pioggia sulle montagne. Come il vento sugli alberi. I giorni sono sono calati ad ovest, dietro le colline, nell'ombra!>>
E indicò il cielo perennemente nuvoloso che circondava il castello di Gothian.
Quelle parole non erano sue, le aveva dette un grande re del passato, ed erano state efficaci.
Chi ricorda ormai Theoden di Rhoan? Dopo il grande cataclisma, anche i grandi poemi del passato sono andati perduti. 
Ma gli Albini li avevano conservati. Loro erano immortali. Erano vampiri. Ma questo non andava detto, se voleva che quegli esuli combattessero per lui.
<<Questo è il tempo che ci è dato. Niente di più e niente di meno. Ora sta a noi far valere i nostri diritti! Siamo davanti al luogo dove l'Imperatore-Profeta ha tenuto la sua corte per trent'anni. Ne ha fatto un deserto e lo ha chiamato pace!>>
Forse qualche Lathear avrebbe riconosciuto la citazione.
Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant.
Nessuno avrebbe ricordato il nome di chi aveva scritto per primo quelle parole. Forse era per questo che funzionavano sempre, prima di una battaglia.
<<Guardate! Marvin è fuggito. L'esercito di sua madre si è dissolto nel nulla. Ma sappiamo che Lilieth Vorkidian è una strega, evocatrice di demoni e di magie. Ora io vi chiedo: potrà una donna fermare migliaia di uomini? Fosse anche la strega più potente sulla faccia della terra? No!>>
Il "No" risuonò forte anche tra gli uomini.
Daemon non disse loro che i veri demoni erano quelli evocati da lui.
Marvin, ti voglio sconfiggere usando la stessa retorica e le stesse tecniche con cui tu hai sconfitto mio padre! Non avrò pace finché non avrò compiuto la mia vendetta!
Ma una voce interiore, forse quella della sua perduta madre, gli ricordò una triste verità:
<<Chi prepara una vendetta, deve scavare due fosse: una per il suo nemico e una per se stesso>>


Cast

Daemon Blackfire Targaryen - Daemon "Iceblood" von Steinberg

Elizabeth Bathory - Lilieth Vorkidian

Jon Snow - Marvin Eclionner Vorkidian

Theoden di Rhoan - se stesso

Le citazioni sono tratte da "Il signore degli anelli" di Tolkien e dall' "Agricola" di Tacito.

La Royal Bisnonna in visita al pronipotino George. Ma sarà vero?



Elisabetta II col pronipote George. Mi pare un fotomontaggio, realizzato bene però ;-)
La regina poi è chiaramente una sosia. Tra l'altro, un modo per riconoscere i reali inglesi è il fatto che sono tutti mancini. La regina, il principe Carlo e il principe William: tutti mancini!

mercoledì 24 luglio 2013

Il principe George Alexander Louis Mountbatten-Windsor di Cambridge: tutti i perché di questi nomi, cognomi e titoli.




Presentato in mondovisione il giorno dopo la nascita, il principe George di Cambridge non si distinguerebbe da qualsiasi altro neonato se non si notasse, al dito di sua madre Kate, duchessa di Cambridge, che lo tiene in braccio, l'anello di zaffiro e diamanti che era appartenuto alla nonna materna del principino, la compianta lady Diana Spencer di Althorp, Principessa del Galles, prima moglie dell'erede al trono, Carlo.
Ma torniamo al principe George.
La scelta del primo nome era quasi obbligata: re Giorgio VI era il padre amatissimo di Elisabetta II, la bisnonna del principino, che regna sulla Gran Bretagna da 61 anni .



A sua volta Giorgio VI era figlio di Giorgio V, il primo dei Windsor.



Giorgio V aveva cambiato il proprio cognome da Sassonia-Coburgo-Gotha a Windsor, durante la Prima Guerra Mondiale, per evitare di ricordare che la Famiglia Reale Inglese era di origine tedesca.
Il padre di Giorgio V, re Edoardo VII, era infatti nato dal matrimonio della regina Vittoria, ultima degli Hannover, con Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha.
Vittoria di Hannover regnò 64 anni, dal 1837 al 1901.

File:Queen Victoria 1887.jpg

La dinastia Hannover è quella che ha imposto il nome "George" nell'albero genealogico della famiglia reale inglese.
Gli Hannover, una stirpe tedesca tutt'ora esistente nel suo ramo cadetto (l'attuale principe di Hannover è il marito di Carolina di Monaco) ereditò il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda in quanto il primo dei suoi sovrani, Giorgio I, era figlio dell'elettrice Sofia del Palatinato, a sua volta figlia di Elizabeth Stuart, ultima erede anglicana della dinastia Stuart, che a sua volta aveva ereditato il trono dai cugini Tudor.

File:King George I by Sir Godfrey Kneller, Bt (3).jpg

Giorgio I di Hannover divenne re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda alla morte della regina Anna Stuart, che era cugina di sua madre.
Non sapeva una parola d'inglese, ma questo lo rendeva maggiormente gradito al Parlamento, a cui faceva comodo un sovrano che non si intromettesse troppo nelle questioni politiche, come avevano invece fatto, senza successo, gli Stuart, e prima di loro, con maggiore successo, i Tudor e i Plantageneti.
Suo figlio, re Giorgio II di Hannover sapeva l'inglese un po' meglio, ma aveva un carattere riservato e i suoi tentativi di intromissione nelle questioni politiche furono facilmente tenuti a bada dal Parlamento.

File:King George II by Charles Jervas.jpg

Il successore, re Giorgio III d'Inghilterra, anzi del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, fu nello stesso tempo il più grande e il più pazzo dei sovrani inglesi della dinastia Hannover.

File:George III by A.Ramsay (Williamsburg, Virginia).jpg

Il suo regno fu lunghissimo: 1760-1820: sessant'anni, uno di meno rispetto ad Elisabetta II.
Il suo matrimonio con Carlotta di Meclemburgo fu felice: ebbero ben 15 figli.
Tuttavia Giorgio III contrasse una malattia che aveva sia sintomi fisici che mentali, la porfiria, che lo portò gradualmente ad un deterioramento psichico che spinse il Parlamento a farlo dichiarare incapace, nonostante fosse molto amato dal popolo, e a nominare reggente suo figlio, che dopo dieci anni divenne re a sua volta col nome di Giorgio IV.

File:George IV 1821 color.jpg

A differenza del padre, re Giorgio IV ebbe un'unica figlia legittima, che morì giovane prima di lui, pertanto alla sua morte il trono passò al fratello Guglielmo IV, che era vecchio e senza figli legittimi. Per questo motivo fu nominata erede al trono la figlia di suo fratello Edoardo, la già citata regina Vittoria.
E tutto questo spiega solo il primo nome del principe George.
Il secondo nome del principino è Alexander. Questo è dovuto al fatto che, se fosse stata una femmina, l'avrebbero chiamata Alexandra. La cosa può far sorridere, ma ha un senso, perché ci sono precedenti illustri nella Famiglia Reale. La stessa regina Vittoria aveva come primo nome Alexandrina, e i suoi familiari si rivolsero sempre a lei chiamandola Drina.

File:The Young Queen Victoria.jpg

Ma  ci sono altre due donne della dinastia reale che hanno portato e portano il nome Alexandra.
La prima fu Alessandra di Danimarca, moglie di Edoardo VII, che fu per lunghissimo tempo Principessa del Galles e la cui bellezza ed eleganza influenzarono la moda sia nel vestiario che nelle acconciature.

File:1902 alexandra coronationhr.jpg

La seconda è la principessa Alessandra di Kent, cugina di Elisabetta II.



Alexandra prese il nome da sua nonna Alexandra di Danimarca, a cui assomigliava molto. Ha sposato lo scozzese Angus Ogilvy, morto qualche anno fa.
Attualmente, la principessa Alessandra di Kent, onorevole lady Ogilvy, ha 76 anni.



Ma veniamo ora al terzo nome del Royal Baby e cioè Louis.
Questo nome è stato scelto per onorare la dinastia Mountbatten, da cui discende il principe Filippo di Edimburgo, marito della regina Elisabetta II Windsor.
Il primo dei Mountbatten fu il grande Lord Louis Mountbatten, Ammiraglio della Flotta ed ultimo Viceré delle Indie.



Louis Mountbatten era lo zio del principe Filippo e gli aveva fatto da padre. Il suo vero cognome però era Battenberg, ma siccome suonava troppo tedesco (e infatti i Battenberg erano tedeschi!) lo aveva inglesizzato in Mountbatten, che suonava piacevolmente simile a Mount Badon, la località dove re Artù aveva sconfitto i Sassoni. Più britannico di così non era possibile!
La madre di Filippo, suocera della regina, era Alice di Battenberg, una donna di gran temperamento, con una biografia molto tormentata, a cui ho dedicato un post qualche tempo fa.



Suo fratello Louis trasmise il cognome Mountbatten al nipote Filippo, che aveva rifiutato il cognome di suo padre Andrea, sempre perché troppo tedesco e forse anche troppo lungo: Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glucksburg che a rigore sarebbe il vero cognome del principe Carlo, del principe William e del principe George.

File:Laszlo - Prince Andrew of Greece.jpg

Quindi il cognome vero non compare, mentre compare quello di Mountbatten, in quanto la regina Elisabetta II Windsor, molti anni fa, aveva emesso una direttiva secondo cui i discendenti dei figli maschi da lei avuti nel matrimonio con Filippo Mountbatten, avrebbero portato il cognome Mountbatten-Windsor a meno che non avessero rinunciato al titolo di Altezza Reale, come i figli del principe Edoardo.
Quando però il principe George andrà a scuola, come suo padre e suo nonno prima di lui, non lo chiameranno Mountbatten-Windsor, che ricorderebbe troppo a tutti il suo status di terzo nella linea di successione al Trono. Lo chiameranno Cambridge, poiché suo padre è il Duca di Cambridge.
Attenzione a non commettere l'errore di chiamare George "Principe di Cambridge", perché quel titolo non esiste.
Il titolo di Cambridge è di natura ducale, non principesca e infatti Kate Middleton non è principessa, pur avendo sposato un principe.



Solo la moglie dell'erede al trono può diventare Principessa del Galles, e questo titolo spetterebbe quindi a Camilla Parker-Bowles, seconda moglie del principe Carlo, l'erede al trono, nonno del principe George.



Camilla è di fatto la Principessa del Galles, ma ha preferito, in segno di rispetto alla memoria di lady Diana, prima moglie di Carlo, utilizzare solo il suo secondo titolo nobiliare e cioè Duchessa di Cornovaglia.
Camilla ha inoltre dichiarato che quando suo marito diventerà re, lei forse rinuncerà al titolo di regina, per quello più discreto di Principessa Consorte.
Inoltre, quando (e se, considerando l'età avanzata e il passato imbarazzante) il principe Carlo diventerà re, allora William diventerà Principe del Galles e Kate finalmente potrà diventare Principessa del Galles.
A questo punto il principe George di Cambridge diventerà George di Galles, e quindi per lui sarà come cambiare cognome, ma si adatterà, perché considerata la longevità dei Windsor, il principe George rimarrà erede al trono per moltissimo tempo, e forse pochi di noi lo vedranno diventare re, ammesso che la monarchia possa resistere per altre tre generazioni!