giovedì 28 novembre 2013

Albero genealogico dei Romanov di Russia

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Il fondatore della dinastia, Michele figlio di Fiodor, era nipote della zarina Anastasia, moglie di Ivan IV il Terribile e su quella base reclamò la successione quando la discendenza di Ivan si estinse.
A Michele succedette il figlio Alessio, che guidò con fermezza il paese tra numerose difficoltà.




Alla morte di Alessio ci fu un periodo di lotte dinastiche fra i figli di primo letto (Fëdor IIISofiaIvan V) ed il partito legato alla famiglia della seconda moglie, Natal'ja Kirillovna Naryškina, madre del futuro zar Pietro I, il quale visse più a lungo dei suoi fratellastri, divenendo unico sovrano. Questi riformò radicalmente l'Impero trasformandolo in una potenza europea, associando al titolo di Zar quello di Imperatore di tutte le Russie e spostando la capitale a San Pietroburgo, che sorse sul golfo di Finlandia dopo le sue conquiste.

File:Petr Drozhdin 009.jpg

Anche alla sua morte però la corte venne divisa da problemi di successione: allo zar succedette la seconda moglie Caterina I ed in seguito l'unico figlio vivente, l'adolescente Pietro II, dell'unico erede di Pietro, lo zarevic Alessio, privato delle proprie prerogative dinastiche dal padre anni prima: con la morte di Pietro II terminò la linea patrilineare dei Romanov.

Pietro III

Elisabetta di Russia
Come suo successore venne scelta l'unica figlia ancora in vita di Ivan V, che divenne l'imperatrice Anna (1693-1740): anch'essa senza figli, adottò come erede un infante figlio della figlia della propria sorella, che divenne zar col nome di Ivan VI per soli pochi mesi, sotto la reggenza della madre. Un colpo di stato da parte della cugina di Anna, l'impetratrice Elisabetta, ultima figlia vivente di Pietro il Grande e della seconda moglie Caterina I, portò quest'ultima sul trono, ed in carcere od in monastero la discendenza di Ivan V. Priva anch'essa di discendenza, adottò come erede il duca Pietro Ulrico di Holstein-Gottorp, figlio di sua sorella maggiore ed erede presunto al trono svedese, nonostante fosse notoriamente di scarse capacità. Questi salì al trono nel 1762 col nome di Pietro III mantenendo il cognome materno, venendo dopo poco deposto (e fatto assassinare) dalla moglie, che si proclamò imperatrice come Caterina II, ponendo fine a circa un secolo di lotte di palazzo.

File:Rokotov ekaterina.jpg

Al regno brillante ed innovatore di Caterina, che in molte cose assomigliò all'avo del marito Pietro il Grande, succedette il figlio Paolo I, particolarmente fiero di essere discendente di quell'imperatore, benché nelle proprie memorie la madre insinuasse che fosse in realtà frutto di una relazione con il cortigiano Sergej Saltykov. Figlio unico, e privo di cugini discendenti dai Romanov se non in grado lontano, Paolo mise mano ad una organica legge di successione, allora una delle più rigorose in Europa, per evitare che in futuro si ripresentassero crisi come quelle che i Romanov avevano affrontato nel XVII secolo: la legge di famiglia si basò sulla primogenitura agnatizia, sulla richiesta della fede ortodossa del monarca e dei membri della dinastia, del consorte dell'imperatore e dei primi eredi in linea di successione. Dopo pochi anni di regno anche Paolo I venne ucciso in una congiura di palazzo, ma la monarchia rimase salda, nelle mani di suo figlio Alessandro I che, appoggiato anche dai suoi fratelli e dalle sorelle, condusse la Russia oltre le guerre del periodo Napoleonico. L'imperatore, affrontando la possibilità di un matrimonio morganatico del suo fratello ed erede Costantino, modificò la legge di successione, aggiungendo la clausola per cui i consorti dei membri della dinastia dovevano essere di uguale nascita, cioè appartenenti ad una casa reale o regnante, altrimenti la loro prole avrebbe perso ogni diritto.

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Alla morte di Alessandro gli succedette il fratello Nicola I. Autocratico e reazionario, Nicola I dedicò il suo regno a potenziare l'esercito ma nonostante questo il suo regno terminò con la bruciante sconfitta della guerra di Crimea, per la quale si disse che lo zar morì di dolore. Nicola I ebbe quattro figli, che diedero origine a quattro rami principali della famiglia Romanov
File:Romanov-Holstein-Gottorp-genealog-fr.png


2 commenti:

  1. Ciao Riccardo, che bella la ricostruzione.
    Un grande casato, che ha avuto una tragica fine. Capisco i problemi e gli eventi storici ma, secondo il mio parere, nulla giustifica simili assassinii.
    I Romanov erano legati al gioielliere Fabergè e lo scorso anno ho visitato la mostra dedicata ai suoi gioielli (in particolare alle famosissime uova), presso la Palazzina della Venaria Reale (TO): MERAVIGLIOSA.
    Opere d'arte che non si possono commentare, tanto sono splendide!
    A presto, Federica

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    Risposte
    1. Naturalmente nulla giustifica il massacro di Nicola II e della sua famiglia.
      Non sapevo la questione dei gioielli... mi documenterò meglio, sono curioso di vedere le "uova"
      Grazie e a presto!
      ;-)

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