venerdì 1 marzo 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 58. Daemon "Iceblood" incontra Morgil Thalion



Daemon "Iceblood" von Steinberg, erede di Gothian e condottiero dei vampiri albini, incontrò Morgil Thalion, comandante degli Elfi Oscuri, durante l'assedio della città di Elenna sul Dhain.



L'unica logica che li teneva uniti era quella delle antiche strategie: "Il nemico del mio nemico è mio amico".
La spartizione del regno degli Alfar era di fatto una realtà.
A nord del fiume Dhain avrebbero comandato i vampiri albini, a sud gli elfi oscuri.
Non è la prima volta che si fanno trattati di questo genere. Prima del Grande Cataclisma, nella vecchia Terra, era un'abitudine.
Quante volte era stata spartita la Polonia?
E prima ancora, ai tempi del Danelaw, quante volte era stata spartita l'Inghilterra tra Danesi e Anglosassoni?



La logica di spartizione del regno degli Alfar era la stessa.



Questo naturalmente sarebbe avvenuto soltanto se Marvin Eclionner Vorkidian non avesse deciso una spedizione militare. Ma a quanto pareva, il re dei Keltar era scomparso.



<<Dicono che abbia lasciato Caemlyn in incognito, nominando reggente sua madre Lilieth>> aveva affermato Daemon Iceblood.
<<Deve avere sicuramente un piano>> aveva risposto Morgil Thalion.
Il vampiro aveva riflettuto e la sua risposta era stata molto netta:
<<Qualunque piano abbia in mente, Daenerys lo fermerà>>
Poi il loro pensiero si era rivolto all'assedio di Elenna sul Dhain, la città in mezzo al fiume.



Ricordava i versi di un poeta vissuto prima del Grande Cataclisma, in cui si parlava di altre due città che sorgevano in mezzo all'acqua.
Parla così la recidiva speranza. Vede laggiù quegli alberi perpetuare ognuno in sé la sua ninfa, e dietro la raggera degli echi e dei miraggi, nella piana assetata il palpito di un lago, fare di Mantova una Tenochtitlan.





Tenochtitlan era stato il primo nome, Mantova il secondo, Tar Valon il terzo.



Quelli erano stati i modelli che avevano ispirato la nascita della città di Elenna, così chiamata, si raccontava, in memoria dell'ultima signora della casa dei Gonzaga.
Qui il Conte Fenrik sconfisse e ferì gravemente Sephir Eclionner, nell'anno della Primavera di Sangue. E sempre qui, vent'anni dopo, Fenrik di Gothian fu sconfitto e ucciso da Marvin Eclionner Vorkidian.



Ora i figli del Conte di Gothian cercavano vendetta.
Ma la città riesce ancora a resistere. Il governatore Ywain de Bors e la principessa Aurora di Alfarian si stanno dimostrando molto abili nel gestire questo assedio.



Morgil aveva discusso a lungo con Daemon la strategia.
Li prenderemo per fame.
Prima o poi si sarebbero dovuti arrendere.
Persino l'Atene di Pericle dovette soccombere all'assedio, quando si sparse la pestilenza.
Si rivolse a Daemon:
<<Marvin ha parlato di metamorfosi e di non-morte, nella sua ultima udienza>>
L'erede di Gothian scrollò le spalle:
<<Daenerys lo ucciderà. Ma se anche dovesse diventare un vampiro, cadrebbe sotto la mia sudditanza. E' il suo destino. In fondo Marvin sta dalla parte del diavolo senza saperlo">>
Morgil non ne era così sicuro.
<<Marvin ha visto il futuro, anzi, tutti i possibili futuri. E ne ha scelto uno, quello del suo Sentiero Dorato. Lui non si limita a vedere nel futuro, capisci? Lui lo crea!>>
Daemon scosse il capo:
<<Questo è ciò che ci vuol fare credere, per renderci fatalisti e rassegnati. No, mi rifiuto di pensare che una cosa del genere sia possibile. Sarebbe incompatibile persino con gli Arcani Supremi. Dove finirebbe il libero arbitrio in tutto questo?>>
Morgil era molto scettico:
<<Il libero arbitrio non esiste. E' una nostra illusione>>
Daemon si accigliò:
<<Staremo a vedere! Come già ho detto, tra le tenebre e la luce c'è solo il sangue. Se lui non sceglie, saremo noi a scegliere per lui!>>


Cast

Daemon Blackfire Targaryen - Daemon Iceblood Steinberg di Gothian
Elfo Oscuro - Morgil Thalion
Jon Snow - Marvin Eclionner Vorkidian
Alucard di Castlevania - Lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian.
Cersei e Jaime Lannister - Aurora di Alfarian e Ywain de Bors

Nota

La caratteristica di questo romanzo è quella di essere un meta-romanzo, o meglio una meta-letteratura multimediale. E' un esperimento che credo possa contenere elementi innovativi e interessanti, nel senso che, pur in uno scenario di fantasy gotico, ci sono dei riferimenti culturali alla cultura, alla storia e alla letteratura reale. Si ha quindi una sorta di ipertesto in cui il romanzo diventa una raccolta di citazioni e di riflessioni su altri romanzi e altre opere letterarie, filosofiche, mitologiche e religiose. Una letteratura che riflette su se stessa, avvalendosi di una multimedialità che unisce immagini, testi, citazioni e parole chiave.





Gli eredi di Gothian. Capitolo 57. Dell'amore e di altri demoni




Il volto dell'antica dea dell'amore e della bellezza, Afrodite, che i Lathear chiamavano Venere, campeggiava in un quadro appeso al muro di una delle stanze più segrete della piramide imperiale di Lathena.
A osservarla, con ammirazione e persino con un principio di devozione, era nientemeno che l'imperatore Elner XI della dinastia Eclionner.
Fu una decisione saggia quella di preservare almeno questo dipinto.
Tutti gli altri erano stati distrutti per ordine di Arexatan Eclionner quando istituì il culto monoteistico di Eclion.
"Avrei dovuto distruggere anche quella" tuonò la voce di Arexatan nelle "altre memorie" che si erano risvegliate nella mente di Elner XI.
Cancellare la divinità dell'eros è stato un crimine!
Quel conflitto interiore tra Elner e le memorie di Arexatan durava da alcuni giorni, da quando, cioè, l'imperatore dei Lathear si era incredibilmente reso conto di amare sua moglie.
Tu di mogli ne hai avute sei, Arexatan, ma non ne hai amata veramente nemmeno una.
Una fitta di emicrania fu la prima reazione adirata dell'antenato.
"Come puoi pensare che io non abbia amato Edwina?"
Elner si era aspettato quella obiezione, riferita alla sesta moglie di Arexatan.
Lei ha aspettato per mille anni il tuo risveglio. Ha donato la sua anima al vampiro, per attraversare gli oceani del tempo. Ha cambiato nome e identità, diventando Marigold von Steinberg, contessa di Gothian.



"Non era più la stessa persona! Marigold voleva solo il potere: questo è sempre stato il suo difetto".
Elner si era aspettato anche quella obiezione.
Se ami veramente una persona, ami anche i suoi difetti.
Era una verità che lui stava sperimentando da alcuni giorni in maniera innegabile.
Potrei elencare i difetti di Irulan dal primo all'ultimo, ma non posso fare a meno di amarli. Senza quei difetti non sarebbe lei. Non sarebbe la persona che amo.
Arexatan si limitò a lanciargli uno strale di emicrania, per manifestare tutto il suo dissenso, e poi si ritirò in qualche oscuro angolo della memoria.
Ho sposato Irulan per interesse. Mai avrei pensato di potermene innamorare.



Ma lei non ricambia i miei sentimenti.
Sapeva essere amichevole, a volte, ma nulla di più.
Non posso certo fargliene una colpa. 
Per lo stesso Elner quel sentimento era arrivato all'improvviso, come un'onda anomala.
Mentre guardava il ritratto di Afrodite, gli sembrava che esso si confondesse con il volto di Irulan.
Non posso implorare lei, ma sono qui per implorare te, divina Afrodite.
Si rivolse alla dea con una formula di rito, tratta dai Remedia amoris.
 <<Concedimi, o dea, la speranza che prima o poi nel suo cuore si manifesti un sentimento anche centomila volte inferiore al mio, perché sarebbe comunque grande. Io ne aspetterò paziente, rispettandola, ma pur sempre amandola, le prove>>
Era una speranza molto flebile.
Irulan non era semplicemente una consorte. Nelle clausole del contratto matrimoniale era scritto che avrebbe avuto i poteri di una imperatrice regnante, considerata associata al trono.
Di fatto è solo lei che comanda, perché ha dalla sua gli alleati più potenti.
Ed aveva alle spalle una abilissima consigliera: sua madre, l'onorevole lady Susan Fuscivarian.



Ad Elner era sembrato di ritornare ai tempi della reggenza di Ellis, anche se Irulan e Susan avevano almeno il buon gusto di salvare le apparenze.
Irulan ha comunque adempiuto ai suoi doveri coniugali, anche se credo che una volta concepito l'erede imperiale, non condividerà più nemmeno il talamo.
Elner era pronto anche a questa evenienza. Il suo sentimento si appagava anche della sola compagnia della consorte, perché comunque, al di là delle sue ritrosie, Irulan era una donna brillante e piacevole anche solo come amica.
E tale doveva rimanere, perché non c'è maledizione più grande che innamorarsi!




Cast e note

Venere di Botticelli - Afrodite
Charlize Theron - Marigold di Gothian
Virginia Madsen - Irulan Eclionner
Susan Sarandon - the honourable lady Susan Fuscivarian