martedì 14 gennaio 2014

Differenza tra sonno, stato soporoso, coma e stato vegetativo



È difficile dare una definizione precisa e univoca del sonno. Una delle più calzanti è quella data nel 1985 da Fagioli e Salzarulo, che lo presentano come "uno stato dell'organismo caratterizzato da una ridotta reattività agli stimoli ambientali che comporta una sospensione dell'attività relazionale (rapporti con l'ambiente) e modificazioni dello stato di coscienza: esso si instaura autonomamente e periodicamente, si autolimita nel tempo ed è reversibile".
Altra definizione: Stato prontamente reversibile di ridotta attività ed interazione con l'ambiente circostante. 


Benché il sonno sia rappresentato da un apparente stato di quiete, durante questo stato avvengono complessi cambiamenti a livello cerebrale che non possono essere spiegati solo come un semplice stato di riposo fisico e psichico. Ad esempio, ci sono alcune cellule cerebrali che in alcune fasi del sonno hanno una attività 5-10 volte maggiore rispetto a quella che hanno in veglia. Due caratteristiche fondamentali distinguono il sonno dallo stato di veglia: la prima è che nel sonno si erige una barriera percettiva fra mondo cosciente e mondo esterno, la seconda è che uno stimolo sensoriale di un certo livello (ad esempio un rumore forte) può superare questa barriera e far svegliare chi dorme. Il sonno è quindi prontamente reversibile.

La dizione "prontamente reversibile" non si può quindi associare al coma o all'anestesia che, rispettivamente, sono una patologia e uno stato di quiete indotto farmacologicamente.
Il sonno quindi si differenzia da altri stati di alterazione di coscienza:
  • Col sonno l'abolizione dello stato di vigilanza è, come già detto, reversibile. Quindi il soggetto può risvegliarsi dopo uno stimolo anche non doloroso.
  • Lo stupor, diversamente, è un'alterazione dello stato di coscienza dal quale ci si può risvegliare solo dopo somministrazione di uno stimolo doloroso.
  • Lo stato comatoso è un'alterazione dello stato di coscienza dal quale non ci si può risvegliare dopo somministrazione di uno stimolo doloroso.
  • Ben più grave è la morte cerebrale con la cessazione irreversibile di tutte le attività cerebrali.  


Lo stupor è una condizione che si presenta in alcune persone quando sono sottoposte a cure mediche d'emergenza. È definita come una sindrome clinica dell'acinesia (stato di impossibilità di movimento) e del mutismo, ma con una relativa conservazione della coscienza di sé. Viene chiamato anche stato soporoso o sindrome "locked in", perché è come se la coscienza fosse chiusa dentro il corpo senza poterlo utilizzare. E' qualcosa che appare terribile. Alcuni sostengono che essendo la coscienza sedata, non emerga l'angoscia per tale situazione, ma al riguardo occorre documentarsi meglio.
Lo stupor non è assimilabile al coma o allo stato vegetativo, mentre riguarda maggiormente la diminuzione dell'attenzione, della comprensione e dell'orientamento. A titolo di esempio, alcuni soggetti che hanno riportato ferite per improvvise concussioni, eventi traumatici al cervello del tipo MTBI (Mild Traumatic Brain Injury), o hanno subito altri deterioramenti cognitivi a causa di lesioni o shock, possono entrare in stupor, una condizione di ottundimento che li rende parzialmente coscienti relativamente al sé o a ciò che li circonda, oppure perdono conoscenza ma la riprendono solo in parte, ritornando ad uno stato di coscienza minimale, evento che può verificarsi spontaneamente o a seguito delle cure prestate.
Nello stupor il soggetto raggiunge e mantiene la vigilanza solo se stimolato continuamente ed in modo intenso.


Diverso è il caso dell'anestesia. Anestesia, indica genericamente l'abolizione della sensibilità, della coscienza e del dolore, associato a rilassamento muscolare. La parola fu inventata dal medico e poeta Oliver Wendell Holmes, che la mutuò dal greco ἀναισθησία ("mancanza della facoltà di sentire", per via dell'alfa privativo). Il termine può anche indicare un sintomo di molte malattie nervose (vedi Anestesia organica).
L'anestesia generale o totale viene realizzata mediante farmaci "anestetici" e che inducono un stato di narcosi, ovvero una condizione di perdita di coscienza in cui possono essere alterate in varia misura anche le funzioni vegetative. I farmaci che inducono la narcosi possono essere somministrati dall'Anestesista principalmente per due vie: quella iniettiva (nello specifico quella endovenosa) e quella inalatoria.
Gli scopi dell'anestesia sono: la soppressione dello stato di coscienza (ipnosi), l'abolizione del dolore (analgesia), il rilassamento dei muscoli (miorisoluzione), l'abolizione del ricordo (amnesia) e la riduzione delle complicazioni legate allo stress chirurgico.



In neurologia si definisce coma un profondo stato di incoscienza che può essere provocato da intossicazioni (stupefacentialcooltossine), alterazioni del metabolismo (ipoglicemiaiperglicemiachetoacidosi) o danni e malattie del sistema nervoso centrale (ictustraumi cranici,ipossia): fra tutte, le più comuni cause di coma sono le alterazioni del metabolismo.
In rianimazione, a volte, può essere necessario indurre un coma artificiale temporaneo per mezzo di farmaci, per ridurre l'edema cerebrale dopo un danno subito e permettere al respiratore artificiale di "lavorare" più facilmente.
La gravità e la profondità dello stato di coma si misura mediante la Glasgow Coma Scale (scala GCS) che, in base alle risposte a vari stimoli, stabilisce un grado di coma che va da 3 (coma profondo) a 15 (paziente sveglio e cosciente).
La differenza fondamentale fra il coma e lo stato soporoso è che un paziente in stato comatoso non è capace di rispondere coscientemente e coerentemente in alcun modo né agli stimoli verbali né a quelli dolorosi, mentre un paziente in stato soporoso riesce a dare una risposta a tali stimoli, almeno istintiva (gridare in risposta a un pizzicotto, per esempio).

Restano da porre alcune domande fondamentali: chi è in coma, può sognare? può percepire qualcosa della realtà?

Lo stato vegetativo è una condizione di possibile evoluzione del coma caratterizzata dalla ripresa della veglia, senza contenuto di coscienza e consapevolezza di sé e dell'ambiente circostante.
Lo stato vegetativo viene definito persistente (stato vegetativo persistenteSVP) - in inglese Persistent Vegetative State (PVS) - se protratto nel tempo e permanente quando si presume che sia irreversibile. 
Esistono oggi tuttavia ancora molte controversie sia da un punto di vista medico che legale sul fatto che questa condizione sia irreversibile o meno.

Criteri diagnostici

Si considera un soggetto in stato vegetativo:
  • quando gli occhi sono aperti, abitualmente presenta una mobilità oculare e delle palpebre ma non segue con lo sguardo uno stimolo visivo
  • non ha alcuna coscienza di sé né dell'ambiente circostante
  • è presente il ciclo sonno-veglia
  • mostra schemi riflessi di movimento in risposta a stimoli dolorosi, non volontari
  • compie movimenti spontanei stereotipati, non finalistici
  • può presentare alcuni riflessi arcaici tra cui movimenti di masticazione, deglutizione, smorfie del viso, sbadiglio, presa della mano (grasping)
  • può riacquisire il respiro autonomo e la deglutizione.

Alcuni casi clinici famosi


E' interessante la testimonianza di Miguel Farrondo, che entrò in coma nel 1987 e si risvegliò 15 anni dopo:

«Fu come addormentarsi e svegliarsi il giorno dopo», ha raccontato. «Vedendo mia figlia mi emozionai. Con lei ho recuperato il tempo perduto e ora sono nonno». Anche se Miguel è stato operato molte volte e ha subito un’emiparesi è felice: «È come se avessi 12 anni, perché sono nato due volte», ha spiegato raccontando l’impressione che gli fece il mondo al risveglio. «È cambiato parecchio. Quando ho cominciato ad andare per strada pensavo: la gente è matta, parla da sola, invece parava al cellulare». Per Miguel era assurdo anche vedere una donna al volante della macchina della polizia: «Pensavo fosse carnevale». Fu incredibile persino leggere il giornale e scoprire che non c’era più l’Unione Sovietica, ma «la Repubblica Ceca, il Montenegro, la Slovenia». Quando poi «andai in banca la prima volta», Miguel chiese dove fosse il computer, perché «ai miei tempi erano giganti, mentre ora sono piccolissimi». Poi la scoperta dei cd sostituiti alle cassette e dell’euro al posto delle pesetas.


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