giovedì 6 marzo 2014

La fiamma di Atar. Capitolo 5. Elisabetta.



<<E come si intitola la tua tesi di laurea?>> volle sapere Luca, tanto per prendere tempo.
Lei appoggiò i gomiti sul bancone, e si avvicinò, con aria complice e sensuale.
<<Assimilazione e demonizzazione del culto solare nella letteratura cristiana antica>>
Lui rimase perplesso:
<<L'hai scelto tu o è stato il prof. Gallo?>>
C'era una certa vena provocatoria in quella domanda, che però Elisabetta parve ignorare:
<<Io avrei preferito qualcosa di più inerente alla demonologia classica>>
Lo disse con noncuranza, come se stesse parlando di cosa aveva mangiato a pranzo.
<<Insomma tu volevi qualcosa di "dark" e lui invece ti ha indirizzata verso il culto del sole>>
Era una considerazione volutamente banale, che serviva a Luca per valutare fino a che punto la studentessa fosse consapevole di ciò di cui stava parlando.
Elisabetta assunse un'aria solenne:
<<Il sole è una stella, come Lucifero. Il Signore delle Tenebre era chiamato "portatore di luce". E' un paradosso solo apparente. La luce è la mano sinistra delle tenebre>>
Luca sgranò gli occhi, si appoggiò allo schienale della sedia, si tolse gli occhiali e si mise a pulirli con un fazzoletto da taschino.
O questa ragazza ha imparato a memoria le risposte che Gallo le ha suggerito, oppure mi trovo davanti ad una creatura speciale e pericolosissima.
La osservò per qualche istante, così sfocata come appariva ai suoi occhi astigmatici, e si chiese dove avrebbe fatto naufragio tutta quella perfezione che aveva davanti, perché prima o poi, nella vita, si fa sempre naufragio.
<<La mano sinistra delle tenebre. E' il titolo di un romanzo di Ursula Le Guin>>
Lei annuì:
<<L'ho letto qualche anno fa. Una lettura destabilizzante. Si sente che l'autrice è figlia di un antropologo>>
Lui continuò a guardarla con l'espressione nel contempo ebete e diffidente di colui che crede di aver incontrato la donna della sua vita e già si domanda dove stia la fregatura.

Nessun commento:

Posta un commento