sabato 8 marzo 2014

Troppo testosterone fa male al cuore

Troppo testosterone fa male  al cuore

L'ormone maschile, usato anche in palestra per aumentare la massa muscolare, farebbe crescere il rischio di infarti e ictus.

È l'ormone maschile per antonomasia, contribuisce a garantirefertilità all'uomo, ha un ruolo molto importante nella vitalità e buona salute, ma soprattutto è sinonimo della sessualitàmaschile. Eppure può risultare molto pericoloso, soprattutto per il cuore. L'assunzione di testosterone, infatti, fa aumentare l'incidenza di infarti e ictus. A sostenerlo è uno studio recente del Consolidated Research di Los Angeles, in California, che ha verificato proprio i rischi a cui possono andare incontro gli uomini sotto i 65 anni, con elevati livelli di questo ormone maschile.
Se fino ad ora erano state provate le controindicazioni all'assunzione di testosterone ad uso sportivo, per aumentare la muscolatura (tra questi il rischio di cancro alla prostata), oraWilliam Finkle, coordinatore dello studio americano , mette in guardia anche sulla possibilità di attacco cardiaco in coloro che assumono l'ormone già dopo 90 giorni e sotto qualsiasi forma. Dopo aver analizzato oltre 55mila casi clinici, tramite le cartelle di uomini in terapia con testosterone (nella maggior parte under 65 anni), e comparando poi lo stato di salute di uomini che non avevano mai assunto l'ormone, Finkle è arrivato ad alcune conclusioni: come spiegato nello studio, pubblicato sulla rivista PLOS ONE , il rischio di infarto era raddoppiato in coloro che avevano fatto uso di testosterone, sia in coloro che avevnao più di 65 anni sia nei pazienti più giovani che avevano problemi cardiovascolari.
"La teoria è che il testosterone, con buona probabilità, promuove la coagulazione" ha spiegato Finkle, aggiungendo: "Non abbiamo prove sufficienti per affermare che supplementi di testosterone negli uomini sotto i 65 anni senza malattia cardiaca siano sicuri". A spiegare il perché dell'aumentato rischio di infarto e ictus sarebbe anche la considerazione che con un maggior quantitativo di testosterone, aumenta anche la quantità di estrogeni in circolazione, gli stessi che ad esempio possono aumentare rischi di problemi vascolari nelle donne che assumono la pillola anticoncezionale.   
Insomma, le ricerche mostrano che esistono rischi da assunzione anche in persone più giovani e sane. Lo studio americano è stato condotto su uomini di un'età nella quale, normalmente, i livelli di testosterone diminuiscono per ragioni fisiologiche. In qualcuno la presenza dell'ormone cala così tanto da diventare un problema, ma milioni di cittadini americani - Paese dove sono state condotte le ricerche in questione - fanno uso di testosterone quasi come si trattasse di una droga, per arrestare un naturale "declino" fisico.
Ciò è ancora più vero se si considerano le vendite di Androgel , che serve proprio a ripristinare i livelli di testosterone: non solo ha sorpassato il Viagra, ma è diventato ormai un prodotto noto e popolare. Il costo di questi prodotti a base di testosterone si aggira intorno ai 300-400 dollari al mese, ma molte aziende offrono ai pazienti di compartecipare ai costi delle coperture assicurative sanitarie per il primo mese, in modo da rendere appetibili questi farmaci.   
Di fronte ai rischi per la salute che l'assunzione di testosterone comporta, però, si stanno moltiplicando gli appelli perché la prescrizione di questo ormone avvenga solo dopo un'accurata informazione del paziente da parte del medico curante. D'altro canto non mancano i sostenitori dei benefici dell'ormone, come Abraham Morgentaler, secondo il quale nessuno studio condotto finora ha dato risultati così certi. L'urologo di Boston, autore di un libro intitolato Testosterone for Life, pubblicato dalla Harvard Health Books, spiega: "E' stato commesso il più classico degli errori, confondendo la cura per uno stato di salute con la condizione di salute stessa. C'è una ricca letteratura, condotta nell'arco di 20 anni, che mostra come un basso livello di testosterone è già di per sé un fattore di rischio per problemi cardiovascolari".

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