giovedì 24 aprile 2014

Francesco, il Papa di sinistra



Jorge Mario Bergoglio (Buenos Aires 1936), 266° pontefice della Chiesa Cattolica, col significativo nome di Francesco, sta operando una vera e propria rivoluzione sia all'interno del cattolicesimo, sia al di fuori dell'ambito religioso, in tutti i settori dove i temi etici hanno una rilevanza politica ed economica.
Non si tratta soltanto di una, seppur importantissima, rivoluzione d'immagine, che rinnova l'approccio del Papa con i fedeli e con l'umanità intera.
E' cambiato anche il modo di vivere i contenuti stessi del catechismo cattolico.
Alcuni giorni fa, papa Francesco, ha scherzosamente ricordato che il fatto di mettere al centro i poveri non è un comportamento "comunista", bensì un dettato evangelico e su questo non ci piove.
Quello che però tutti pensano, ma nessuno osa dire, è che le tematiche su cui si è focalizzato il pontificato di Francesco hanno spostato a sinistra il baricentro etico della Chiesa Cattolica.
Francesco ha infatti non solo intensificato l'attenzione del Vaticano sulle tematiche dove già la Chiesa trovava una convergenza con la sinistra, e cioè l'accoglienza agli immigrati e il pacifismo, ma ha anche aperto una finestra di dialogo con categorie che erano precedentemente tenute ad una certa distanza, in particolare i divorziati e gli omosessuali dichiarati e, per così dire, "praticanti".
Io non sono cattolico. Tecnicamente sarei un "apostata", nel senso che pur essendo battezzato e cresimato, mi sono allontanato dai sacramenti, non per negligenza, ma perché non ho trovato una sufficiente risposta al paradosso di un Dio onnipotente e buono che tollera l'esistenza del male nelle sue forme più inaccettabili, come per esempio il dolore dei malati o la violenza subita dai bambini. 
Tutto l'universo nella sua gloria non può giustificare il dolore di un innocente.
Aggiungo che io sono un "apostata" anche per quel che riguarda la sinistra politica: ci ho creduto in passato, poi mi sono reso conto che l'utopia buonista nasconde dietro di sé metodi che sono ancora stalinisti o maoisti, seppure si ammantano di immagini giovanilistiche.
Dunque da persona non più cattolica e non più di sinistra, dico, in tutta convinzione, che papa Francesco è "di sinistra" nel senso che ha focalizzato l'attenzione, all'interno del sistema valoriale cattolico, verso tematiche e battaglie care alla sinistra. 

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