mercoledì 4 giugno 2014

New York, Hollywood e i mostri cinematografici giapponesi



Il film di mostri (anche detto con termine inglese monster movie) è un filone cinematografico incentrato sulle azioni di creature dalle fattezze abnormi e mostruose, di provenienza terrestre o aliena.


Il cinema è pieno di mostri che hanno assunto con il passare del tempo lo status di “icone”, ma come sono messi l’uno accanto all’altro? L’infografica che trovate qui sopra mette a confronto 11 figure che hanno alimentato gli incubi di tutti i cinefili, dalla più piccola alla più grande. Le pellicole citate sono nell’ordine:
La Bambola Assassina
Il Mago di Oz (La malvagia Strega dell’Ovest)
Jurassic Park (Tirannosaurus Rex)
King Kong
Il ritorno dello Jedi (Rancor)
Transformers (Megatron)
Attack of the 50 Foot Woman
Ghostbusters (Stay Puft Marshmallow Man)
La Guerra dei Mondi (Tripode)
Godzilla
Cloverfield
Un film di mostri tende più spesso a rientrare nel cinema fantascientifico o nell'horror fantascientifico, più che nel fantastico. La prima opera del genere è senza dubbio Il Golem (1915) d iPaul Wegener: in questo caso il mostro è una gigantesca statua d'argilla che prende vita e semina distruzione, rientrando perfettamente nei criteri del genere. Seguendo le orme del cinema espressionista tedesco, spesso anche Nosferatu il vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau è fatto rientrare tra i film di mostri, nonostante la trama e l'antagonista.
La trama, i personaggi e gli effetti speciali de Il mondo perduto (1925, regia di Harry Hoyt) sono stati la base e l'ispirazione per molti film di mostri prodotti nelle decadi successive. Un film molto voluto ma mai realizzato è Creation: se prodotto sarebbe stato il primo kolossal del genere.[1]
Pur non essendo sempre classificati come "film di mostri", Dracula (1931), Frankenstein (1931), La mummia (1932) e L'uomo invisibile (1933) sono comunemente identificati come i precursori del genere.
Il 1933 è l'anno di King Kong, destinato a diventare capostipite di una generazione cinematografica di minore fortuna, icona del cinema classico dei mostri e, con gli anni, anche un importante figura nella cultura di massa[2]. Il film è generalmente indicato come una pietra miliare della storia del cinema.
Negli anni successivi l'interesse per il genere è sempre più scemato, rimanendo abbastanza popolare in Giappone e paesi contigui accomunati dalla stessa tradizione culturale e folcloristica.
Il genere è molto famoso in Giappone. Grazie a un forte folklore popolare riguardante creature mostruose di mare e terra, molti sceneggiatori sono riusciti a trarne storie lucrose per il cinema fantascientifico in madre patria.
Già dagli anni cinquanta, epoca d'oro del genere sia in Occidente che qui, il genere viene indicato come Kaiju eiga ("film di mostri giganti"). I film avevano come protagonisti i kaiju e i kayjin, ovvero "mostri umanoidi" e daikaiju, cioè "mostri giganti". Il capostipite dei kaiju è Gojira (Godzilla in Occidente), protagonista dell'omonimo film del 1954 della Toho Company Ltd.


I Kaijū, nati dalla fantasia di team creativi giapponesi a partire dal dopoguerra, sono figure ispirate all'era atomica. Sovente, infatti, sono le radiazioni nucleari le vere protagoniste, essendo a loro imputate le mutazioni genetiche responsabili della nascita di questi mostri.
Questi mostri e la "mitologia" ad essi associata hanno anche costituito l'origine di altre serie televisive e cinematografiche di ispirazione postatomica, dai Super Sentai fino ad arrivare ai Mecha, inaugurando di fatto un vero e proprio genere.
Parallelamente all'uscita dei primi film, in Giappone si è assistito anche ad una sorta di iniziale forma di merchandising; molti dei mostri presentati nelle pellicole diventavano infatti giocattoli molto richiesti dai bambini dell'epoca. Oggi, quei personaggi spesso prodotti con plastiche di bassa qualità sono diventati veri e propri oggetti da collezione.
Nel 2013 i Kaijū tornano sul grande schermo col film Pacific Rim diretto da Guillermo del Toro.
Una menzione particolare merita il mostro di Cloverfield . Dopo molte speculazioni sulla vera natura dell'essere che colpisce New York, l'uscita del film ha finalmente allontanato le ipotesi che si trattasse di un robot (alcune fonti parlavano di una pellicola su Voltron), di un nuovo Godzilla o, addirittura, del Cthulhu di Howard Phillips Lovecraft.
La creatura è stata progettata dalla ditta di effetti speciali Tippet Studio ed aggiunta in digitale dopo le riprese.
La creatura, a cui non risulta essere dato alcun nome particolare se non Clover, è alta più di 100 m ed assomiglia ad un quadrupede acquatico con pelle color verde scuro che si alterna con il colore grigiastro della schiena, con degli avambracci sproporzionatamente lunghi formati come quelli degli umani ma molto più sottili rispetto al corpo, la parte anteriore del braccio è annodata al radio ed all'ulna come le zampe delle cavallette, il busto anche esso ricorda quello di una cavalletta fino alla vita, dove sono riposte due braccia "molli" che non hanno una forma squadrata ma un po' ricurva perché quando il mostro non le utilizza si incastrano nel ventre seguendo la curvatura della coscia, il mostro si muove come un pipistrello. Ai lati della testa possiede una coppia di appendici rosse gonfiabili simili alla testa di un polpo che si azionano quando il mostro sta per sferrare un attacco, è impaurito o viene infastidito. La faccia ricorda quella di un pesce vipera. Apparentemente carnivoro, emette dei suoni simili a urla e ululati; possiede anche una coda a forma di timone che si dirama verso la fine della stessa. Sebbene sia descritta, dagli autori, "simile ad un bimbo", la creatura resiste a parecchi attacchi da parte dei militari, con svariate armi, anche grazie alla pelle dura come quella di un carrarmato con la conformazione di quella di un coccodrillo.
La creatura trasporta dei piccoli parassiti che sparge lungo il cammino. Abrams, il produttore, ha descritto i parassiti come "creature orribili e cagnesche che vagabondano per la città e si aggiungono al dilagante orrore suscitato dalla creatura". Reeves ha aggiunto che "i parassiti hanno una natura vorace, rabbiosa e saltellante, ma camminano come granchi. Posseggono la brutalità dei cani, ma con la capacità di arrampicarsi sulle pareti ed aderire agli oggetti." I produttori del film hanno usato l'espediente dei parassiti per sopperire alla ovvia mancanza di scene dirette tra i protagonisti umani e l'enorme mostro. Inoltre essi hanno la funzione narrativa di creare scene di azione e pericolo in zone non raggiungibili dal mostro, come la metropolitana.
L'artista Neville Page, rispondendo alle insinuazioni di plagio della creatura dal film sudcoreano del 2006, The Host, dice che "si assomigliano" per la capacità di devastare e perché sembrano essere nati in acqua, ma alla fine risultano essere diversi.


Come già accaduto per Lost, il film ha una sua prosecuzione che va oltre la durata della pellicola. Esistono vari siti internet dedicati, che trattano gli eventi descritti nel film come se fossero realmente accaduti, grazie ai quali è possibile ottenere informazioni sulla genesi del mostro. Il sito ufficiale del film (che aveva lo stesso nome con cui il film era stato presentato prima di rivelarne il vero nome) presentava una serie di foto che sarebbero state scattate durante tale data. Le foto potevano essere rovesciate cliccando su un angolo e con un veloce movimento del mouse; rivelando delle informazioni. Lasciando aperto il sito per 6 minuti, era possibile sentire il ruggito del mostro. I personaggi del film risultano iscritti alla piattaforma Myspace, il cui ultimo login risale al 18 gennaio 2008, ovvero la data di uscita del film.

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