mercoledì 16 luglio 2014

Gothian. Capitolo 34. Ellis rinuncia alla reggenza e lascia Lathena



Dieci giorni prima della fine del Millennio, l'imperatrice madre Ellis Eclionner partecipò alla sua ultima udienza nella sala del trono.
Il clima era teso.
Elner XI sedeva sul Trono del Solea sinistra c’era Marigold, ormai accettata come sua amante ufficiale, e a destra c’era lei, l'ex-reggente.
Ellis guardava il figlio con la consapevolezza di averlo perduto.
Per anni aveva sperato di riuscire a proteggerlo dal suo destino, ma ormai non c’era più niente da fare.
Arexatan si sta svegliando dentro di lui.
Elner aveva conferito alla madre l’incarico di coordinare le operazioni di sicurezza ai confini con  la Federazione Keltar.
Di  fatto era una condanna all’esilio.
La lunga stagione della Reggenza era finita.
Il Senato imperiale aveva clamorosamente respinto la richiesta di rinnovo della carica ad Ellis, con la motivazione, peraltro valida, che l'Imperatore aveva compiuto la maggiore età ed appariva notevolmente migliorato nelle condizioni di salute.
E tutti sapevano anche il perché.
Merito della Dama Gialla... ma presto si accorgeranno di aver fatto un pessimo affare sostituendo me con la Contessa di Gothian.
In ogni caso, quelli non erano più affari suoi.
Però Elner mi ha concesso quindici legioni. Marigold non lo ha ancora plagiato del tutto.
C'era forse ancora qualche speranza di salvarlo?
L'ex reggente non si faceva illusioni, ma come madre non si rassegnava all'idea che il figlio fosse caduto in mani così prive di scrupoli.
Al termine dell’udienza, Ellis  percorse la Sala del Trono per l’ultima volta.



Elner la osservò con distacco.


Marigold  ricordò quando una sorte analoga era toccata a lei, ma non c'era posto per la pietà, nel gioco del trono.


La Dama Gialla, di fianco all’amante, disse a voce alta :
Quando tua madre uscirà da queste mura, avrà perso tutto. Non altri regni troverà, non altri mari. Perché se ha sprecato la sua vita nel centro del mondo, allora l’ha sprecata su tutta la terra
Ellis, che aveva udito, rifletté su quelle parole.
Ho davvero sprecato la mia vita? Non c'è niente di buono da salvare?


Aveva rafforzato l'Impero. Aveva fatto, di diversi popoli, un'unica patria. 
Fecisti patriam diversis gentibus unam. Urbem fecisti quod prius orbis erat.
Aveva garantito la pace per diciotto anni: un giorno avrebbero rimpianto quella pace che solo lei era stata in grado di preservare.
Eppure tutto questo le appariva così vano, se commisurato al senso della sua intera esistenza.
Vanità delle vanità, e tutto è vanità.
Quando raggiunse l’ultimo gradino dell'Acropoli, la folla spontaneamente si inginocchiò, in segno di omaggio alla sovrana uscente.
Lo sentono anche loro che è la fine. La sciamatura dell’ape regina.
Guardò Marigold, che assaporava la propria presa di potere.
Non la invidiò.
Guardate com'è altera e sprezzante! Ma il futuro è incerto per tutti e la ruota della fortuna può girare in qualsiasi momento. E girerà anche per te, Marigold di Gothian!



Quando giunse infine il momento del congedo, disse:
Marigold, ti lascio in eredità la mia paura e la mia solitudine
La Dama Gialla le lanciò uno sguardo gelido, ma non lasciò trapelare altro:
Sia fatta la volontà di Eclion” 
Si scambiarono un rapido bacio sulla guancia, ma senza toccarsi.
Poi ci fu il commiato con il figlio, che le baciò la mano, con freddezza.
Non poteva dargli torto. 
Elner, ho voluto proteggerti da tutto, ma ho fallito. Ho commesso errori gravi, ma forse un giorno tutto questo dolore ti sarà utile
Poi si voltò, perché non vedessero la commozione nei suoi occhi.
Cercò di mantenere un contegno regale.
Camminando lungo la via che conduceva alla Porta del Nord, tra le ali della folla che si inchinava al suo passaggio, pensò a tutto quello che si lasciava alle spalle, a tutto ciò che aveva di più caro, e che non avrebbe rivisto mai più, se non in sogno.
Anche questo faceva parte della sua espiazione.
Quando giunse in prossimità delle mura, si voltò indietro un’ultima volta, a guardare la città alta.



Un triste presentimento si fece strada dentro di lei.
Non a lungo brilleranno le luci sull’Acropoli.
Le si strinse il cuore, ma non poteva indugiare oltre.
Fuori dalla Porta del Nord l'attendeva una carrozza, che l’avrebbe condotta fino al confine con la Federazione Keltar. Il castello della Vedetta Lathearica sarebbe stata la sua nuova dimora.
Un confino in piena regola.
A salutarla, vicino alla carrozza, c’erano i compagni di una vita.
Bial partiva con lei.
Il senatore Fuscivarian restava. Si illudeva di poter controllare Elner.
Il primo ministro Tucker, monumentale nella sua obesità, appariva sinceramente addolorato.
Le fece tenerezza.
A modo suo mi ha voluto bene.
Si abbracciarono.


Infine Padre Mollander le si avvicinò e dopo un breve inchino le disse:
La Profezia si è compiuta. Ora sei libera. Ti viene offerta una seconda possibilità, Ellis. Non sprecarla
Lei annuì, consapevolmente. Era veramente libera, e per la prima volta dopo tanto, tantissimo tempo, non sentiva il peso della sua coscienza.
Iniziava una nuova era. Tutto era possibile.
I suoi occhi, ormai, guardavano lontano.


Mentre saliva sulla carrozza, disse ai suoi fedelissimi:
 “Non piangete per me. La mia vita non finisce. E’ appena nata!”.
Abbassò le tende, e si sentì incredibilmente serena.
La carrozza partì. Il rollio e la stanchezza ebbero la meglio. Si assopì.
Sognò la sua giovinezza. Si rivide com'era vent'anni prima, quando ancora era innocente.


Poi rivide l’immagine di lei e Masrek adolescenti.
Stava rivivendo un evento realmente accaduto.
Avevano trascorso tutto il giorno in giro ai margini del grande deserto a sud di Lathena.
Una giornata particolare.
Avevano parlato a lungo, di tutto e di niente. 

 

 Al ritorno lei gli aveva donato  un ciondolo con un enorme zaffiro incastonato nell’oro, dietro al quale aveva fatto incidere la scritta: “E. ed M. per sempre”.

Lui aveva esitato ad accettarlo. Ne capiva le implicazioni, e le conseguenze. 
Ma alla fine non si era opposto.



Poi le loro fronti si erano appoggiate l'una sull'altra.
Nel sogno rivisse l'intensità di quel momento.
Era stato il giorno più felice della sua vita.


Quando, poco dopo, si risvegliò, provò un grande senso di nostalgia.
Masrek devo rivederti, ormai sei l'unica ragione della mia esistenza.
E forse sarebbe accaduto presto.
Bial l'aveva informata che il principe Masrek era diretto a sud dell'Amnis, lungo la Via Coloniale, in direzione della Sublime Porta che, attraversando la Grande Muraglia, costituiva l'unico accesso all'Impero.
Stai tornando da me, amore mio, ed io ti vengo incontro...

2 commenti: