giovedì 24 luglio 2014

Miniature e gioielli del mondo di Tolkien











Tre anelli ai Re degli Elfi, sotto il cielo che risplende: Nenya, Narya e Vilya.



Nenya, l'anello di Galadriel, uno dei tre anelli dei re degli Elfi: è l'anello di diamante.



































« E quando si voltò e venne loro incontro, Frodo vide che Gandalf portava ora visibile al dito il Terzo Anello, Narya il Grande, e la pietra era rossa come fuoco. »
(Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re - J.R.R. Tolkien)

Narya scritto in Quenya
Narya (l'Anello di Fuoco o Anello Rosso) è uno degli Anelli del Potere descritti da J.R.R. Tolkien nei suoi romanzi fantasy; uno dei tre anelli creati dagli Elfi dell'Eregion. Gli altri due sono Nenya e Vilya.
È stato portato prima da Círdan e in seguito da Mithrandir.
Creato da Celebrimbor dopo che Annatar (Sauron) abbandonò l'Eregion, era libero dalla sua influenza, in quanto gli elfi lo nascosero, consapevoli degli intenti malvagi di Sauron, così che non fu contaminato dal suo potere malvagio. Tuttavia era legato indissolubilmente all'Unico Anello. In accordo con i Racconti incompiuti, all'inizio della Guerra tra Elfi e Sauron, Celebrimbor diede Narya e Vilya a Gil-galad, Supremo Re dei Noldor. Gil-Galad affidò poi Narya al suo Tenente Círdan, Signore dei Porti del Mithlond, il quale lo custodì dopo la morte di Gil-Galad. Nella Terza Era Círdan riconosce la vera natura di Gandalf come un Maia di Valinor, e gli donò l'anello affinché potesse aiutarlo nel suo lavoro. È descritto nell'avere il potere di ispirare negli altri la resistenza alla tirannia, alla dominazione e alla disperazione, così come (in comune con gli altri due Anelli) nell'avere il potere di nascondere il possessore dai remoti osservatori (eccetto da colui che possiede l'Unico) e nel donare resistenza al logorio del tempo:
« Ecco, prendi quest'anello, » gli disse « perché le
tue fatiche saranno gravi, e in tutte esso ti
sosterrà, proteggendoti dalla stanchezza. È questo infatti
l'Anello di Fuoco, e chissà che con esso tu non riesca
a riaccendere cuori al valore di un tempo, in un mondo che
và raggelandosi.» (Círdan il Carpentiere)



« Elrond portava un manto grigio e una stella in fronte, e teneva in mano un'arpa d'argento; al suo dito brillava un anello d'oro con una grande pietra blu, Vilya, il più potente dei Tre. »
(Il Signore degli Anelli - Il ritorno del Re - J.R.R. Tolkien)
Vilya (l'Anello d'Aria o Anello Azzurro o Anello di Zaffiro) è uno degli Anelli del Potere descritti da J.R.R. Tolkien nei suoi romanzi fantasy; il più potente dei Tre Anelli creati dagli Elfi dell'Eregion. Gli altri due sono Nenya eNarya.
Assieme a Nenya e Narya, Vilya è uno dei Tre Anelli degli ElfiCelebrimbor, signore dell'Eregion forgiò tutti e tre questi anelli indipendentemente da Annatar, una delle sembianze del Signore Oscuro Sauron. Come risultato di ciò, nessuno dei Tre Anelli venne macchiato dal male. Nonostante questo, come tutti gli altri anelli magici, Vilya divenne vulnerabile all'influenza di Sauron (nel caso questi l'avesse scoperto) quando creò l'Unico Anello che dominava tutti gli altri. In seguito alla distruzione dell'Eregion da parte di Sauron, Vilya venne spedito al Re degli Elfi Gil-galad nella lontana Lindon. Gil-Galad diede Vilya a Elrond prima di incamminarsi col suo esercito per incontrare Elendil, il Re di Gondor, e di dirigersi con esso e gli uomini di Gondor al Morannon, per sfidare gli eserciti di Sauron e Sauron stesso.
Come quasi tutti gli altri (escluso l'Unico di Sauron) Anelli del Potere, quali Nenya e Narya, Vilya conteneva un gioiello, una grande pietra blu incastonata in una banda d'oro, che contribuiva a dargli il titolo di Anello di Zaffiro. Un titolo meno usato per Vilya era Anello dell'Aria, che simboleggiava la sua prominenza anche sugli altri anelli degli Elfi.
Il potere di Vilya era quello di preservare la bellezza del mondo e di conservare uno stato di pace e serenità minimo nella Terra di Mezzo. Avendolo in mano, Elrond poté rendere la sua dimora di Gran Burrone a tutti gli effetti simile a Valinor, ma il potere dell' anello svanì del tutto in seguito alla distruzione dell'Unico.


L'Elessar (in Quenya "Gemma Elfica") è un gioiello di Arda, l'universo immaginario fantasy creato dallo scrittore britannico J.R.R. Tolkien. Essa fu creata per imprigionare la luce del Sole tra gli alberi di Gondolin, a somiglianza di quello che Fëanor aveva fatto con i Silmaril e gli Alberi di Valinor. L'artefice fu l'artigiano Noldor Enerdhil o secondo altre versioni Celebrimbor, nipote di Feanor e creatore degli Anelli del Potere. La gemma venne donata a Idril, che la diede al proprio figlio, Earendil. Quando questi partì per Valinor, la gemma se ne andò per sempre. Celebrimbor forgiò una nuova gemma in Eregion, (qua è specificato che è in forma d'aquila con le ali spiegate e la gemma incastonata in mezzo) e la donò a Galadriel, di cui era innamorato non corrisposto, giacché lei era sposata con Celeborn. Da Galadriel passò poi a Celebrían e ad Arwen. Secondo la versione più nota, si trattava invece della stessa gemma di Gondolin, riportata a Galadriel da Gandalf (Olorin) quando questi arrivò da Valinor. La gemma verde, simile a uno smeraldo, aveva il potere di preservare i luoghi e sanarne le ferite, un potere simile ai Silmaril e agli Anelli ma di levatura inferiore. Essa tuttavia pare non esercitasse la brama di possederla. Alla fine l'Elessar fu donata da Galadriel a colui che i Valar avevano destinato a possederla, affinché preservasse il regno degli Uomini di Numenor, cioè Aragorn il quale salì al trono di Gondor col nome di Re Elessar. La gemma passò quindi a Eldarion e appartenne così alla Casa di Elendil, discendente di Idril e Earendil. La vicenda è narrata nei Racconti incompiuti. Del gioiello si parla anche ne Il Signore degli Anelli, mentre non è menzionata nel Silmarillion.



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