martedì 26 agosto 2014

Gothian. Capitolo 50. La trasformazione di Marvin.


E venne il giorno.
Il millennio era passato, l'Antico Patto scaduto, l'iniziazione agli Arcani Supremi aveva avuto luogo secondo i rituali prestabiliti ed ricordi di re Vorkidex Pendrgon, ultimo sovrano dei Keltar si stavano per risvegliare nella mente di Marvin Vokridex, sotto forma di Altre Memorie. Ma anche i ricordi di Arexatan Eclionner, l'altro antenato, stavano per sprigionarsi.
Per affrontare al meglio questa prova, Marvin aveva deciso di sottoporsi proprio in quel giorno alla prova finale di Iniziazione agli Arcani Spremi: il rituale di consacrazione druidica.
L'Arcidruido Fingal il Saggio, che lo assisteva era circondato da un gruppo di sacerdoti anziani, e aveva preparato, vicino alla sacra quercia, un giaciglio. 


L'Arcidruido iniziò a recitare la formula introduttiva:
«Io, Fingal figlio di Ossian, per grazia di Belenos arcidruido dei Keltar, mi trovo qui ora di fronte alla sacra presenza umana. Così come io sono adesso, allo stesso modo un giorno sarai tu. 
Prego alla tua presenza che sia così. 


Liberamente hai scelto di sottoporti a questo rito, ma sappi che niente sarà più come prima: una persona ne entra e un'altra ne esce
Rinunci alla tua vita precedente, per iniziare una nuova vita?»

«Rinuncio!»

«Rinunci ad Ahriman il Malvagio, a tutte le sue opere, tentazioni e seduzioni, origine e causa di ogni male e sofferenza?»

«Rinuncio!»

«Rinunci all'odio, al rancore, al desiderio di vendetta, alla brama di potere, alla menzogna, all'inganno, alla superbia e ad ogni forma di violenza che non sia dettata dalla difesa immediata e ineluttabile della tua stessa vita o di quella altrui?»

«Rinuncio!»

«Chiamo a testimone il supremo Ahura Mazda, Dio del Bene, e tutti gli angeli di ogni ordine e grado, in particolare Belenos, capostipite della tua stirpe, affinché conservino memoria indelebile di questo tuo giuramento. 
Ed ora ti porgo il Graal, che contiene l'Acqua della Vita»


L'Acqua della Vita era una pozione alchemica in grado di risvegliare le potenzialità di chiaroveggenza di coloro che avevano mostrato una particolare acutezza percettiva ed intuitiva.
«Mi aiuterà ad avere premonizioni sul futuro?»
L'Arcidruido annuì:
«Sì, ma sappi che è un grave fardello conoscere il futuro sapendo di non poterlo cambiare. Sarà come avere una mappa che mostra le strade percorribili, ma non indica i pericoli del territorio. Tu potrai conoscere discretamente la mappa, ma del territorio avrai soltanto brevissime e fugaci visioni. Questo è molto pericoloso, perché può portare a sottovalutare il pericolo»
Marvin rifletté attentamente su quelle parole e disse:
«Maestro, è vero che molti, che si ritenevano Profeti, hanno tentato questa rito e hanno fallito?»
Fingal il Saggio confermò:
                                     «Hanno fallito, e sono morti»

Marvin si trovava di fronte a un bivio, ma aveva già compiuto da tempo la sua scelta: 
«Io sono stato concepito e consacrato per questa prova. Metto la mia vita nelle mani degli dei, invocando la protezione di Belenos»


L'Arcidruido allora, nel porgegli il Graal, pronunciò le ultime parole della formula:
«Passato e futuro non esistono se non nel nostro pensiero: non possediamo nulla di più di questo momento presente, per dedicare noi stessi alla sacra presenza umana, che condividiamo e preghiamo» 
Gli altri druidi invitarono Marvin a sedersi sul giaciglio, e lo sostennero, mentre Fingal Omualdus il Saggio gli porgeva il calice. Il giovane bevve un sorso di quella sostanza dal colore azzurro, e la trovò dolce.
E subito cadde in trance.
 Voci. Immagini. Persone. 
Tra queste si fece largo una donna che portava un diadema da regina.

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«Marvin, ti chiedo perdono. Ti ho dato una vita che non hai richiesto, poi ti ho abbandonato ad un destino di sacrificio. Spero che un giorno, alla fine di tutto, tu potrai trovare la forza di perdonarmi»
Marvin avrebbe voluto abbracciarla. 
Per tre volte cinse le braccia intorno a lei, e per tre volte l'immagine di dileguò.
Infine cambiò la scena
Vide Belenos lo Splendente, il Signore della Luce



«Ascoltami!
 La luce dà energia, calore e vita.
 Ma può anche accecare, e la tenebra è il regno di Eclion, e può anche bruciare, e il fuoco è il dominio di Atar...




...e della Dama Gialla: il tuo destino si incrocerà col suo, inevitabilmente.


Evocata dalle parole di Belenos, Marigold di Gothian, comparve e lo fissò con i suoi occhi da felino:
 «Marvin Eclionner! Vuoi vivere in eterno?»
Perché gli poneva questa domanda? Cosa intendeva dire?
«Non le credere! Quella donna vuole ucciderti!» gridò una voce maschile
Marvin sentiva che quella voce aveva qualcosa di familiare.
Scrutò nel buio e finalmente lo vide: il suo antenato per parte di madre, Vorkidex Pendragon, ultimo re dei Keltar.


«Marvin! Io, Vorkidex, tuo antenato, esigo udienza! Ascoltami! Il mio dono a te è molteplice
con i miei ricordi avrai le conoscenze di un guerriero! Inoltre, le mie memorie terranno a bada quelle dell'altro tuo antenato, Arexatan il Maldedetto! Lo farò tacere, ma tu dovrai ascoltare me!»
Il flusso dei suoi ricordi che affluivano in Marvin divenne un'ondata travolgente di immagini e di voci.
Interminabili esercizi per apprendere l'uso delle armi: la spada, la lancia, l'arco e le frecce.
Quelle abilità si trasmisero a lui, insieme ai ricordi dell'antenato.
E poi duelli, battaglie, guerre, massacri
Una voce di donna parlò, e gli parve fosse quella di sua nonna, lady Ariellyn:
«Questo è ciò che i nostri antenati hanno fatto. Tutti i nobili discendono da una stirpe di oppressori. Noi ne siamo la rea progenie. Consideravano prodezza il numero, ragione l'offesa, diritto il sangue e gloria il non aver pietà. 
Ricordalo sempre, perché tra loro non ci sono innocenti!»


Riapparve la scena del duello tra re Vorkidex ed Arexaan Eclionner.
Marvin sentiva di essere condannato a rivivere quell'orrore all'infinito.


Dov'è il senso di tutto questo? Dov'è il Graal che avrei dovuto sentire nella mia mente? Qualcuno mi risponda!
La voce di donna che gli aveva parlato divenne un corpo: era una Fata delle acque che si specchiava su una limpida fonte.




La Fata parlò come da lontanissime distanze.
«Il senso di tutto questo, il Graal che ora risiede nella tua memoria, non è un oggetto, ma una missione: tu Marvin Vorkidian Eclionner, devi porre rimedio a tutto il male commesso dai tuoi antenati! 
E lo farai guidando la rinascita del popolo Keltar ed il suo ruolo fondamentale nella difesa del Continente dalla minaccia che sta per scendere da Nord, dalle nevi di Gothian. Questo è il tuo destino. Io ti attendo per consegnarti la Spada di Vorkidex. 
                                Mi chiamo Vivien, Fata delle Acque, e mi troverai alle Sorgenti dell'Amnis»



<<Ma come farò a distinguere il Bene dal Male?>>
La voce rassicurante dell'Arcidruido Fingal gli rispose:
<<Il solo fatto di porsi questa domanda è un bene. Non abbiamo la formula magica, non siamo detentori di una verità con la V maiuscola. Gli Arcani Supremi insegnano soprattutto a difendersi da quelle formule che in mano agli uomini diventano strumenti di oppressione. 



Coltiva il dubbio, nutri la perplessità, diffida di tutto ciò che appare facile. Niente è facile, Marvin. Ricorda: niente è facile!>>
Sentì che la prova era entrata nel suo momento più difficile.
Un dolore atroce gli percorse tutto il corpo e la sua mente cadde nella disperazione.
Ancora una volta la voce di Fingal lo raggiunse, come da lontano:
<<Il dolore è nato per avvertirci che la nostra vita è in pericolo. Ma il Malvagio ha trasformato questo avvertimento in uno strumento di tortura. Spetta a noi saper distinguere l'avvertimento dalla tortura. Nel primo caso vi è una cura, una speranza e forse anche una redenzione, ma nel secondo vi è solo malvagità. Ora io ti libero da questa malvagità, sottraggo la tua anima dall'influenza del Maligno, e ti consacro al servizio di Belenos, Signore della Luce, nel nome del supremo Ahura Mazda, Dio del Bene>>
Il dolore si placò.
Marvin riaprì gli occhi.
Il viso rassicurante di Fingal gli sorrise:
<<Hai superato la prova. C'è stato un momento in cui ho temuto di perderti. Quando l'anima scopre che la vita contiene più dolore che gioia, allora la vita le pare più pesante di un macigno e la morte le sembra più leggera di una piuma. Quello è il momento di massimo pericolo. Sono lieto di dirti che l'hai oltrepassato, accettando di tornare a questa vita, seppur piena di sofferenza, per portare a termine la tua missione: rimediare ai torti dei tuoi antenati!>>

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