lunedì 29 settembre 2014

La Quarta Era. Capitolo 5. Il Consiglio di Eldarion e la principessa Ancalime.




Dopo la cerimonia di incoronazione del nuovo re Eldarion ed i festeggiamenti che ne erano seguiti, si tenne a Minas Tirith una riunione del Consiglio Reale a cui presenziarono le delegazioni di tutti i regni della Terra di Mezzo.
Data la numerosità dei partecipanti, l'assemblea si tenne nella Sala del Trono, che era rimasta immutata dai tempi gloriosi in cui Elendil l'Alto, primo re di Arnor e Gondor, l'aveva edificata, a immagine e somiglianza di quella dei sovrani di Numenor, i suoi antenati.
Re Eldarion prese posto finalmente sull'alto Trono, e pareva simile ai Valar per aspetto e imponenza.
Intorno a lui vi erano i principali componenti della Famiglia Reale.
Non vi era una regina consorte, poiché Eldarion, dopo la morte di sua moglie, non si era più risposato.
Al suo fianco, però, seduta sul seggio di onice che un tempo era stato dei Sovrintendenti Reggenti, vi era una donna dall'aspetto regale, la principessa Ancalime, la maggiore delle figlie di Arargon ed Arwen, a cui era stato dato il nome della prima regina regnante di Numenor.



Al contrario della sorella minore Silmarien, la principessa Ancalime aveva un carattere severo e autoritario.
Aveva sposato Faradan, Commissario dell'Ithilien, figlio di Faramir ed Eowyn di Rohan, e da quel matrimonio, peraltro non particolarmente felice, era nato un figlio maschio, Barahir.
Dopo la morte di Faradan, suo figlio Barahir aveva ereditato la carica di Governatore di Minas Ithil, mentre la carica di Sovrintendente era stata formalmente abolita.
Tuttavia il seggio scuro che un tempo era stato di Denethor, figlio di Echtelion, non era stato rimosso.
Re Elessar aveva concesso ad Ancalime di occupare quel seggio in quanto erede della Casata dei Sovrintendenti.
Da allora la principessa reale si era dedicata esclusivamente alla politica, diventando di fatto il vero "Sovrintendente di Gondor" e il popolo aveva imparato a temerne la durezza e l'inflessibilità.
Ora poi che il vecchio re era morto e che la regina Arwen era affranta dal dolore e logorata dal peso degli anni, l'influenza di Ancalime era divenuta ancora più forte.
Eldarion è troppo tormentato e dubbioso per reggere il governo con mano ferma. Per mantenere unito il regno è necessario il pugno di ferro.
Questi erano i pensieri della principessa reale, mentre prendeva posto alla destra del fratello.
Dall'altro lato del trono, c'era la terza sorella del re, quella intermedia per età, la principessa Vanimelde, "la bella amata" in alto elfico quenya (vanima infatti significava "bello" e melda voleva dire "amato"), ma a parte la bellezza, aveva avuto ben pochi altri doni.
E' una sciocca che crede di essere molto intelligente e la sua presunzione è tanto grande quanto la sua ignoranza! Dovrò trovare un incarico per suo marito, da qualche parte, molto lontano da qui.
La sorella più giovane invece non c'era.
Fortunantamente Silmarien non ha mai preteso di interferire negli affari di governo. 
L'unica cosa che aveva chiesto alle sorelle maggiori era di non essere costretta a sposare qualcuno per motivi politici.
Una scelta saggia, che ci evita il rischio di ulteriori parenti assetati di potere.
Quel pensiero fece volgere immediatamente lo sguardo di Ancalime verso i figli di Eldarion.
Dovrò inventarmi qualcosa per tenere a bada la loro ambizione.
Ma non erano solo le questioni interne alla famiglia reale a preoccupare la principessa.
Ora che mio padre è morto, tutti gli avvoltoi che hanno roteato intorno al Trono per anni, ci si getteranno addosso. I nemici non esiteranno a colpire.
Il vero problema in quel momento era riuscire a distinguere gli amici dai nemici e riconoscere coloro che sarebbero rimasti neutrali.
E poi c'è la presenza ingombrante degli amici di mio padre. 
Il parere di Legolas e Gimli è molto ascoltato nel Consiglio, ed Eldarion si farà influenzare dal loro giudizio. 
Del resto, chi mai era riuscito a resistere al fascino di Legolas e alla sua destrezza?



Be', caro Legolas, ho una notizia per te. Potrai anche affascinare mia madre e le mie sorelle, ed essere influente presso mio fratello, ma la principessa reale Ancalime non si farà incantare dai tuoi occhi di elfo o dalla tua destrezza con le armi!
Forse un tempo, quando era giovane, sarebbe stata più sensibile al fascino del figlio di Thranduil, ma ormai erano passati troppi anni ed Ancalime aveva incanalato ogni suo desiderio verso il potere.
Aveva assistito pazientemente ad un numero incalcolabile di riunioni del Consiglio, a tante discussioni, a troppe sconfitte e a poche vittorie inutili.
Presto la mia voce si farà sentire. Prima però devo fare in modo che Legolas e Gimli partano per Valinor. Fintanto che ci saranno loro di fianco ad Eldarion, i miei piani non potranno avere successo. 
Aveva atteso tanto a lungo quel momento.
Anche colei da cui prendo il nome dovette sottostare per lungo tempo al mutevole umore del padre e dei familiari, ma quando prese lo scettro, divenne la più  potente delle regine: Tar-Ancalime, il cui nome ancor oggi è ricordato con timore e reverenza in tutti i regni di Arda!
Che ironia, la donna il cui nome significava "Splendore" in alto elfico quenya, divenne una sovrana cupa e tenebrosa, che amava circondarsi di gatti neri, tranne l'unico bianco che teneva sulle ginocchia.
Tale era il potere dei nomi: essere un presagio, oppure una negazione del loro stesso significato.

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