mercoledì 17 dicembre 2014

Star wars art



The Galactic Empire









La Quarta Era. Capitolo 30. Eldarion conduce l'esercito ai confini con l'Harad



Era il più grande esercito radunato dai tempi della battaglia di Narài, ma questa volta era per una buona causa: la legittima difesa.
Quando re Eldarion aveva prospettato questa decisione al Consiglio, Pallando era rimasto spiacevolmente sorpreso:
<<Mio signore, per anni abbiamo vissuto in pace, una pace vinta a fatica e vigilata...>>
Il re aveva scosso il capo:
<<Lo siamo? Siamo in pace? Gli Haradrim stanno invadendo il nostro territorio e saccheggiando i nostri villaggi, sgozzando i nostri uomini, stuprando le nostre donne e uccidendo i nostri figli senza incontrare ostacoli e questa tu la chiami pace?>>
Pallando aveva cercato di temporeggiare.
Evidentemente lo stregone blu sa qualcosa che io non so, ma non me la vuole dire. 
Doveva trattarsi di qualcosa di molto grave.
Lo scoprirò comunque...
Aveva radunato trentamila uomini e li aveva condotti ai confini meridionali del Regno di Gondor, dove incominciava il Regno dell'Harad.
Era stato accolto con una certa ironia dal governatore della provincia di Harondor, che era un suo amico di vecchia data:
<<Ti ho aspettato per mesi e mesi, e adesso vieni qui all'improvviso, senza nemmeno avvertire, come un ladro nella notte...>>
Il re non avrebbe consentito ad altri di parlare a lui in quel modo, ma col governatore suo amico fece un'eccezione:
<<La mia mente era ottenebrata da un incantesimo operato sull'Anello di Barahir. Sono sicuro che Alatar o Pallando ne erano gli artefici. Alatar voleva che io mi rivolgessi agli Esterling per chiedere aiuto, mentre Pallando faceva infiltrare gli Haradrim a migliaia nei nostri territori. 
Ma ora tutto questo avrà fine>>
Il governatore era dubbioso:
<<Se gli Istari si sono schierati contro di noi fino al punto da esercitare la loro magia per obnubilare la tua mente, allora il nostro nemico non è costituito soltanto dagli Haradrim o dagli Esterling, ma soprattutto da chi li manovra contro di noi. Soltanto Sauron, in passato, era riuscito in questo intento. Chi c'è ora che si nasconde nell'ombra?>>



Eldarion si era fatto un'idea ben precisa al riguardo:
<<Non può essere Sauron: egli è morto nel momento in cui l'Unico Anello fu distrutto, poiché era tutto ciò che lo teneva in vita. Non può essere nemmeno il re di Angmar, poiché fu ucciso da Eowyn di Rohan e da Merry Brandybuck nella battaglia dei Campi del Pelennor, e mio padre ne fu testimone. 
No, esiste un umico malvagio che nessuno è stato in grado di uccidere. 
Il suo nome originariamente era Melkor, ma ben presto fu conosciuto da tutti come Morgoth. Egli era stato esiliato oltre i Cancelli della Notte, dopo che il mio bisnonno Earendil lo aveva sconfitto nella Guerra dell'Ira, con l'aiuto dei Valar, ma tutti conosciamo la Profezia che Mandos pronunciò quel giorno.
Morgoth ritornerà... e forse è già ritornato...>>
Il governatore si accigliò:
<<Se così fosse, che speranze potremmo avere contro di lui?>>
In quel momento Eldarion parve acquistare il carisma di suo padre:
<<Vedi, amico mio, io credo che Morgoth, come tutti i prepotenti, abbia un punto debole e cioè l'eccessiva fiducia in se stesso.
Egli crede che soltanto un grande potere possa tenere il Male sotto scacco, ma non è ciò che ho scoperto io.
 Io ho scoperto che sono le piccole cose, le azioni quotidiane della gente comune che tengono a bada l'Oscurità. 
Anche la persona più piccola può cambiare il corso del futuro>>



Il governatore annuì:
<<Conti nella capacità di resistenza del nostro popolo?>>
Eldarion lo fissò con un'espressione determinata:
<<Mia madre e mia sorella Silmarien avevano ragione a dire che dovevamo onorare la nostra alleanza con gli altri popoli della Terra di Mezzo, compresi i Nani e i Mezzuomini, e gli Ent, e le altre creature che si sono nascoste durante il periodo in cui noi Uomini abbiamo creduto di potercela fare da soli.
Ho fiducia nel fatto che Legolas e Gimli e, come mi è giunta voce, persino Radagast il Bruno, siano insieme a mia madre e a mia sorella nel loro viaggio verso la Contea e poi verso Erebor. 
Raccoglieranno quel consenso che la politica assurda di Ancalime e Vanimelde aveva disperso>>
Il governatore parve approvare:
<<Dunque vi siete riappacificato con la regina madre e con la principessa Silmarien?>>
Il re sospirò:
<<Ufficialmente ancora no. E' necessario che tutti credano che siamo in lite. In questo modo non daranno importanza alla missione diplomatica di Silmarien e non capiranno che io faccio affidamento su di lei e sui suoi compagni.
Non hai idea di quanto mi costi, moralmente, questa finzione, ma è una strategia necessaria che darà i suoi frutti.
Morgoth scoprirà ben presto che non è solo il mio esercito ciò che dovrà essere affrontato, ma l'intero popolo di Gondor e della Terra di Mezzo. 
E questo popolo e questa terra possono ancora riservarci infinite sorprese.>>