domenica 18 gennaio 2015

Estgot. Capitolo 5. Margaret, lady Fenroy



Dopo due ore di meticolosa attività, il personale di Sleepy Providence era riuscito a ridare una parvenza di ordine all'appartamento del governatore Waldemar, il quale nel frattempo aveva incominciato a disfare le valigie e i bauli che contenevano ciò che restava dei "bei tempi andati".
Le cameriere erano anziane, ma efficienti e il maggiordomo manteneva una compostezza degna di un capo di stato che pronuncia il discorso di capodanno.
Jessica stava dando istruzioni a due uomini della scorta e a Waldemar parve strano vedere che quei due energumeni tremassero come foglie davanti a quella ragazza così minuta, che in confronto a loro pareva uno scricciolo.
Alla fine si arrivò ad una, seppur precaria, sistemazione e la governante tornò pienamente sicura di sé:
<<Mi scuso ancora per questo increscioso incidente. Ho dato disposizioni di sicurezza tali da garantire che non si ripeterà. Domattina si provvederà al cambio della serratura, stasera è troppo tardi. In ogni caso, incomincerò subito le indagini per scovare il responsabile di questo scherzo di cattivo gusto. Ora immagino che lei voglia riposare... ha fatto un lungo viaggio...>> 
Waldemar non era per nulla soddisfatto delle giustificazioni della governante:
<<No, un momento, lady Jessica, io esigo una sistemazione più sicura! Qui non c'è nemmeno un sistema di allarme, e i cellulari non prendono... siamo tagliati fuori dal mondo...>>
Lei si voltò con espressione esasperata:
<<Le posso giurare sulla tomba dei miei genitori che tutte le altre sistemazioni sarebbero ancora più insicure di questa. Se qualcuno avesse avuto intenzione di ucciderla, l'avrebbe fatto senza lasciare messaggi prima, mi creda. Può trattarsi di un avvertimento, ma chi l'ha fatto non aveva intenzione di uccidere. I veri pericoli sono altri e ne parleremo domattina. Felice notte, Lord Waldemar!>>
E senza aspettare risposta, girò i tacchi e se ne andò rapidamente.
Il maggiordomo e le cameriere la seguirono come in un corteo vagamente funebre, dopo aver preso congedo con un silenzioso inchino.
Waldemar si sentì disperatamente solo, in un luogo remoto e ostile, e gli parve che la sua vita si fosse già conclusa nel momento in cui era stato costretto all'esilio.
Gli vennero in mente alcuni versi delle Cemetery Nights du Stephen Doybyns.
In tal maniera passano i giorni... dai finestrini in corsa io vedo... tutto ciò che amo...
 restare indietro... città, case, persone, affetti, amori, libri non letti, facezie non raccontate, paesaggi non visitati... le cose che non ho fatto, i luoghi che non vedrò mai se non in sogno...
Con questo stato d'animo angosciato dalla nostalgia e dalla paura, fece cenno alle guardie del corpo di chiudere il portone, allo stesso modo in cui un condannato a morte invita il boia a procedere il più in fretta possibile.
Si diresse poi verso le scale che portavano alla sua camera da letto, al piano superiore.
Fu allora che notò il ritratto di una dama, sotto il quale era stata posta una targa di conferimento del titolo di Dama Onorevole:

"A lady Margaret Burke-Roche, baronessa Fenroy, 
i cittadini di Estgot, riconoscenti, con eterna devozione"



A giudicare dalla pettinatura e dagli abiti, il ritratto doveva risalire agli anni '30 del Novecento, dunque un'epoca successiva a quella in cui Lord James Burke-Roche era stato governatore. 

Evidentemente i discendenti del primo barone Fenroy avevano mantenuto un legame molto stretto con la provincia di Estgot e con la residenza di Sleepy Providence.
La dama aveva capelli biondo-ramati, occhi azzurri, un naso pronunciato e una bocca aristocratica. 
Lo sguardo era serio, ma con un vaghissimo, quasi impercettibile cenno di sorriso, come la Monna Lisa di Leonardo.
Gli occhi fissavano lo spettatore con tanta intensità da farlo sentire a disagio.
Non so perché, ma questo tipo di ritratti mi fa rabbrividire.
Decise dunque di non sostare oltre e salì le scale fino alla camera da letto.
Era una stanza molto lussuosa, con un talamo nuziale di notevoli dimensioni, ricoperto da un baldacchino che sorreggeva ampi tendaggi di velluto blu.
Accanto al comodino, c'era un'ampia libreria che conteneva molti volumi antichi,
Per curiosità, Waldemar prese in mano un volumetto che sporgeva in maniera evidente.
Era il Paradise Lost di Milton.
Un'edizione antica e pregiata, tra l'altro, e in ottime condizioni.
Farmi trovare una copia de "Il paradiso perduto" è comunque una scelta di cattivo gusto.
Ma forse non doveva incolpare il vecchio maggiordomo o la giovane governante, quanto piuttosto il misterioso autore dello scherzo che gli aveva fatto trovare le sue stanze sottosopra.
Incuriosito, incominciò a sfogliare il libro per vedere in che anno era stato stampato, ma non appena ebbe sotto gli occhi il frontespizio, la sua vista fu catturata da una dedica sbiadita, ma ancora chiaramente leggibile.
Era scritta in una calligrafia molto elaborata, come si usava nel passato.


E' lunga la strada di ritorno in paradiso,
oscura è la notte, e piena di terrori, perciò
non darti troppa pena per le cose da poco,
va' oltre, segui le tracce del coniglio bianco,
fa' ciò che dev'essere fatto, non aver fretta: 
fino a quel giorno, io ti aspetterò

Margaret, lady Fenroy

Subito il suo pensiero andò alla dama del ritratto.
Non poteva essere un caso che qualcuno avesse messo in rilievo proprio un libro con uno scritto autografo di Margaret Burke-Roche, lady Fenroy, a cui i cittadini di Estgot consacravano la loro "eterna devozione",
Era ovvio che qualcuno cercava di mandargli un messaggio in codice.
Se quel ritratto risale agli anni '30, Margaret Fenroy non può essere certo ancora viva, a meno che non abbia 120 anni... ed io non crederei all'esistenza dei fantasmi nemmeno se ne trovassi uno nel frigorifero!
Ma era difficile essere razionali in una situazione come quella.
Non darti troppa pena per le cose da poco... segui le tracce del coniglio bianco...
Ma Estgot non era certo il Paese delle Meraviglie.
Chissà  chi era il vero destinatario della dedica di lady Fenroy? Un amante? 
Avrebbe chiesto spiegazioni a Jessica Baumann, e questa volta avrebbe preteso risposte chiare.
La tua attenzione fu catturata da un segnalibro, in cui, con la stessa grafia, erano poste domande che sembravano rivolte direttamente a lui:
Chi lo sa cos'hai detto alle tenebre, nelle amare veglie notturne, quando tutta la tua vita sembra contrarsi, e i muri della tua stanza ti si stringono addosso, come le sbarre di una gabbia, per irretire qualcosa di selvaggio...
Questo pensiero aumentò la sua angoscia.
Si sentì solo, nell'orlo esterno del mondo civilizzato, in una terra senza speranza.





1 commento:

  1. Ma quant'è autoritaria, Jessica! ^^ Rivolgersi in modo tanto perentorio a quello che dovrebbe essere il proprio datore di lavoro non mi sembra una mossa tanto astuta! Magari le dirà bene perchè mi sembra che Waldemar sia una persona abbastanza comprensiva e tutto sommato si trova solo e spaventato in una situazione ed in un'ambiente difficili, ma non sembra proprio il comportamento di una governante quello!
    Ed adesso è uscita fuori anche la misteriosa figura di Lady Maragareth...
    Comunque ora che l'hai sottolineato: come si fa a stare in pianta stabile in un posto senza telefono e Internet??? Mi pare che il problema principale qui sia far installare un ripetitore, altro che cambiare le serrature! ^^

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