mercoledì 18 marzo 2015

Estgot. Capitolo 49. Come le nevi di un anno fa



L'immagine di Virginia, nella mente di Waldemar, rispose con voce triste:
<<L'ho fatto perché era il migliore dei futuri possibili.
Imparerai che il Dono della premonizione è un'arma a doppio taglio. 
Più si prova a cambiare il futuro, più si rischia di peggiorarlo. 
La mente ti mostra le alternative e le conseguenze, e tu capisci che a volte non esiste la speranza di migliorare il proprio futuro senza peggiorare quello delle persone che ami. 
Il prezzo della mia salvezza sarebbe stato la tua morte, perché, pur senza volerlo, la mia natura di vampiro psicologico ti avrebbe prosciugato ogni energia vitale>>
Waldemar sentì che l'agonia procedeva nel suo corpo e la sua vita era appesa a un filo:
<<Conoscere il futuro senza la speranza di migliorarlo! E' una cosa terribile, una maledizione. Era per questo che mi citavi quel verso: O cara speranza, un dì sapremo che sei la Vita e sei il Nulla>>
Lei comprese e lui comprese che lei aveva compreso
C'era sempre stato questo gioco circolare, tra lui e Virginia: entrambi lettori accaniti, con gusti molto simili, comunicavano tramite citazioni che in genere nessuno riconosceva. Era come un codice segreto. Solo loro percepivano il corsivo della citazione, solo loro ne capivano il perché. 
Waldemar però dovette ammettere che quel verso era già stato citato da lady Margaret, forse dietro suggerimento di Jennifer. Anche Jessica aveva mostrato quella propensione.
Quella storia dei cloni lo faceva rabbrividire. Lui amava Virginia, nella sua unicità, eppure quei cloni, pur apparendogli come meri simulacri, lo irretivano.
Virginia riprese a parlare:
<<Non c'era speranza per me, ma ce n'era ancora per te, e per il tuo ruolo di Messaggero dei Grandi Antichi. Tu avevi un compito più grande, eri il Prescelto, colui che avrebbe ripristinato l'Alleanza con i Signori degli Elementi. 
Così ho scelto: ho donato la speranza agli uomini, non l'ho conservata per me>>
Un'altra citazione.



Waldemar si sentì trafitto da un intollerabile sentimento di nostalgia e di mancanza:
<<Al diavolo i Signori degli Elementi! Che si trovino un altro con cui salvare il mondo! Io non posso vivere senza di te. Come potrei compiere imprese così difficili, senza te al mio fianco?>>
Lei scosse il capo:
<<Je suis comme les neiges d'antan. Io sono come le nevi di un tempo. The snows of yesteryear. Come le nevi di un anno fa. Non puoi richiamarmi indietro. Ma puoi comunque sperare in una nuova stagione>>
Per un attimo il cuore di Waldemar smise di battere:
<<Mais où sont les neiges d'antan? Dove sono le nevi di un tempo? Dove sei? Esisti davvero, da qualche parte, in questo universo o in una dimensione parallela? Esiste una vita dopo la morte?>>
Virginia abbassò prima le palpebre e poi il viso:
<<Tu ne quaesieris, scire nefas. Come Iniziato, ti basti sapere che quando si muore cambia il punto di vista: è possibile in questo senso rinascere in altra forma. Tuttavia la nostra memoria non va perduta: esiste una Trascendenza che consiste, come aveva intuito Hegel, nell'assorbimento dell'Individuale nell'Universale. Il mio Spirito Soggettivo si è unito alla totalità dello Spirito Assoluto, e in questo senso, io sono ovunque.
Ma se ora ti parlo come individuo è perché esistono rituali per l'evocazione degli spiriti soggettivi dei morti. 
Esiste un testo, il Necronomicon, il Libro della Legge dei Morti, che contiene i rituali di evocazione e necromanzia. Inutile dire che le pochissime copie esistenti di questo libro maledetto si trovano nella Collezione Burke-Roche, presso la villa di Hollow Beach, a Long Island, nello stato di New York. Ne esistevano altre copie a Providence, nel Rhode Island, quelle consultate da Lovecraft. Dopo la sua morte, sua zia Annie le vendette ai Burke-Roche.
Lady Glynis e lady Edith ne hanno portato una copia con sé, per questa tua prova di Iniziazione. La stanno usando adesso. Se riuscirai a sopravvivere, ti consiglio di impadronirtene subito, perché il potere che ne deriva è immenso e se cadesse in mani sbagliate sarebbe una catastrofe>>
Waldemar non voleva risvagliarsi:
<<Non voglio sopravvivere. Voglio rimanere con te. Non voglio tornare senza te in quella valle di lacrime. Non posso sopportare un altro inverno senza te. Prendimi con te, ti supplico...>>



Lei era abituata ai suoi slanci sentimentali e alle sue iperboli:
<<Roman, avanti, queste sono frasi alla Mai ti promisi un giardino di rose!
La vita ha ancora molto da darti. E tu non hai il diritto di disprezzarla in questo modo!
In fondo hai avuto molti doni e sei stato fortunato sotto molti aspetti, soprattutto in amore, se posso permettermi di dirlo>>
Lui sentì, da remote lontananze, che qualcuno, nel mondo reale, stava cercando di far ripartire il suo cuore. Riconosceva il tocco delle dita affusolate di Jessica, ma i suoi pensieri erano tutti per Virginia:
<<Non lo nego. Ma conoscere il grande amore per poi perderlo è un dolore troppo grande. Forse il gioco non vale la candela.
La felicità passata non è più felicità. Il dolore passato è ancora dolore. 
Se posso permettermi di dirlo>>
Virginia allora sorrise lievemente con dolcezza:
<<Visto che il tuo amore è così grande, mi ritroverai nei ricordi che ho trasferito nella mente di Jessica. 
Questo passaggio di consegne è stato reso possibile dai miei poteri di telepatia.
E' un rituale che si chiama Condivisione.
Prima di morire, ho appoggiato la mia fronte su quella di lei, e le mie memorie si sono trasmesse a Jessica, come se fossero state dei files che passavano da un computer all'altro. 
Allo stesso modo, i ricordi di lei si sono trasmessi a me. Ha sofferto moltissimo, tu non immagini quanto. 
Questa condivisione di memorie è stato un bene sia per me che per Jessica. Lei era consenziente e addirittura riconoscente.
I miei ricordi la stanno trasformando in una persona migliore. Una persona degna di essere amata. 
Dalle tempo!>>



<<Ma anche se ha i tuoi ricordi, lei non è te. Non mi ama e non mi amerà mai!>>
Virginia scosse il capo:
<<Non è me, ma potrebbe diventare anche migliore di me. 
Lascia che si renda conto di quanto era grande il nostro sentimento. Di quanto tu sia capace di rendere felice la persona che ami. Noi ci amavamo davvero e lei sarà contagiata da questo sentimento.
Non essere troppo moralista nei suoi confronti. Ha avuto una vita d'inferno.
E' stata trascurata, disprezzata, relegata alla mia ombra. 
Ha dovuto attendere tutta la vita la sua occasione e quando si è presentata se l'è presa in maniera troppo rapida. Ha sbagliato, ma è un errore perdonabile, perché lei non vuole farti del male, anzi.
Dalle un'altra possibilità. 
Tutti ne hanno diritto. Persino lei>>

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