martedì 2 febbraio 2016

Angmar e Gundabad



Nell'ultimo episodio cinematografico de "Lo Hobbit", "La Battaglia delle Cinque Armate", si fa riferimento più volte a un luogo, chiamato Gundabad, che funge da fortezza degli Orchi, dove si recano Legolas e Tauriel per scoprire le reali intenzioni di Azog e Bolg.
Molti di questi elementi non sono presenti nel romanzo, ma si ritrovano nelle Appendici de "Il Signore degli Anelli", che sono uno dei testi più importanti per capire l'universo tolkieniano.

La roccaforte vicina al Monte Gundabad nell'adattamento cinematografico di Peter Jackson

Gundabad è il massiccio all'estremo nord delle Montagne nebbiose.
Dopo l'avvento dei nani nella Terra di MezzoDurin vi costruì una delle prime roccaforti nanesche e per i nani rimase un luogo sacro.
Durante la seconda era fu conquistata da legioni di orchi discesi da Nord, ma dopo la sconfitta di Sauron e lo smarrimento dell'Unico Anello fu riconquistata dai nani.
All'inizio della terza era, quando i Nazgûl vengono a nord per fondare il regno di Angmar gli orchi riconquistarono la montagna e ne fecero la loro principale roccaforte.
Da qui parte l'esercito di orchi che prende parte alla battaglia dei Cinque Eserciti raccontata ne "Lo hobbit": l'esercito è guidato da Bolg, figlio di Azog il profanatore, ucciso da Dain nella battaglia di Azanulbizar.
La montagna verrà definitivamente riconquistata dai nani nella quarta era della terra di mezzo.
Per capire l'importanza strategica di Gundabad bisogna avere presente la vicenda del Regno di Angmar.

Il Regno di Angmar fu fondato nel 1300 della Terza Era all'estremo nord delle Montagne Nebbiose dal Signore degli Spettri dell'Anello, che divenne noto come il Re Stregone di Angmar


Come gli altri Nazgul, il Re Stregone di Angmar era stato un sovrano degli uomini, reso potente da uno dei Nove Anelli, e poi soggiogato a Sauron grazie al potere dell'Unico.
Dato che il Re Stregone era un servitore di Sauron, si presume che il Regno di Angmar e le guerre da esso condotte contro i regni successori di Arnor furono mosse seguendo gli ordini di Sauron.
La capitale del Regno di  Angmar era Carn Dûm, e uno dei capisaldi del regno era Gundabad, sede degli eserciti degli Orchi.



Poco dopo la sua fondazione, Angmar mosse guerra ai regni dei Dúnedain di ArthedainCardolan e Rhudaur, approfittando delle loro divisioni interne.

Il Re Stregone conquistò Rhudaur, il più debole dei regni succeduti ad Arnor, e sostituì il re Dúnedain con uno degli Uomini delle Colline, una tribù selvaggia di uomini forse discendenti della "maledetta" stirpe di Ulfang.
Sotto il controllo del Re Stregone, Rhudaur nel 1356 T.E. invase Arthedain e nell'attacco il re di Arthedain, Argeleb I, venne ucciso. Tuttavia, con l'aiuto dell'esercito di Cardolan, Arthedain riuscì a mantenere una linea di difesa lungo le Colline Vento.
Nel 1409 T.E. Angmar attaccò Cardolan, distruggendo il regno. In quest'epoca, Rhudaur scomparve, lasciando Arthedain come unico regno dei Dúnedain in Arnor. Arthedain, privo di alleati, combatté per altri 500 anni.
Nel 1974 T.E. Angmar riunì le sue forze e lanciò un assalto finale ad Arthedain. Angmar prese la capitale di Arthedain, Fornost, distruggendo così l'ultimo regno dei Dúnedain in Arnor.


Un anno più tardi, il principe Eärnur di Gondor arrivò in aiuto di Arthedain, ma troppo tardi. Il suo esercito, insieme con i Dúnedain rimasti, gli Elfi di Lindon, e truppe di elfi inviate da Gran Burrone guidate da Glorfindel sconfisse completamente le forze di Angmar nella battaglia di Fornost, 

Nella versione cinematografica il Bianco Consiglio presume che Il Re Stregone di Angmar sia stato ucciso e seppellito in un luogo inaccessibile presso le montagne di Rhudaur: è la stessa Galadriel a dichiararlo apertamente, tanto che Gandalf e Radagast si recheranno a controllare e troveranno che la tomba è stata aperta e Angmar, assieme agli atri Nazgul, è stato resuscitato dal Negromante, che altri non è che Sauron, e si è recato nella fortezza in rovina di Dol Guldur.

Dopo la caduta di Dol Guldur, Angmar seguì Sauron si rifugiò a Mordor, prendendo dimora a Minas Morgul, forte della celebre profezia secondo cui il Re Stregone non sarebbe stato ucciso da un uomo.
Infatti fu ucciso da una donna, Eowyn e da un hobbit, Merry, durante la Battaglia dei Campi di Pelennor.

5 commenti:

  1. Caspita si proprio tutto sul mondo del SdA! ^^
    Ti dirò, io a momenti nemmeno ricordavo quendo venisse citata Gundabad, poi me lo sono ricordato quando hai fatto riferimento alla spedizione di Legolas e Tauriel.
    Ci si potrebbe fare un film solo con quello che è successo in questa zona, chi se lo immaginava che avesse una storia così complessa! E che oltretutto coinvolge praticamente tutti i popoli protagonisti del SdA!
    Complimenti per la cultura, non ho mai conosciuto nessuno più competente di te su Tolkien! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie!!!^^ ;-) Queste informazioni si trovano soprattutto nella Cronologia allegata alle Appendici del Signore degli Anelli, le quali hanno un valore veramente fondamentale per orientarsi nelle vicende dei vari romanzi, altrimenti molti nomi e molti riferimenti perderebbero di significato e quindi poi sarebbe naturale dimenticarli.
      A volte mi sembra di conoscere l'universo di Tolkien meglio di quello reale e persino di viverci dentro, un po' come Bilbo, che è il personaggio a cui sento di assomigliare di più (non è un gran che, ma va bene così :-D).
      Ci sono voluti 30 anni per riuscire ad avere una conoscenza capillare degli scritti di Tolkien, compresi quelli di letteratura e filologia, per esempio la sua traduzione annotata del "Beowulf" o di "Galvano e il cavaliere verde", i saggi "Sulle fiabe" e "Il Medioevo e il fantastico", oppure i racconti come "Albero e foglia"e "Il cacciatore di draghi". Ce ne sono molte altre, tutte di straordinario interesse.
      Un romanziere e studioso così, in Italia, ce lo sogniamo... Tolkien vale un milione di volte più di Umberco Eco, che è l'unico scrittore del Novecento italiano ad avere uno spessore culturale paragonabile, pur mancando della fantasia creativa necessaria per creare un vero mondo alternativo.
      Grazie ancora!!! :-)

      Elimina
    2. Caspita, ma ho capito male o hai studiato Tolkien per 30 anni????? Ma che hai cominciato alle elementari??? ^^
      Io ho sentito parlare di lui per la prima volta quando è uscito il primo film del SdA, e se non fosse stato per i film probabilmente non avrei mai saputo della sua esistenza!
      Complimenti per la costanza e l'impegno! Dovresti farne una professione, non credo che ci siano tante persone preparate come te su di lui (non in Italia per lo meno)!
      Per quanto riguarda i romanzieri Italiani sono del tutto d'accordo con te: Eco è l'unico autore italiano che abbia mai letto insieme a Licia Troisi, abbiamo un panorama letterario veramente scarso (per lo meno per chi non ama il genere Volo o Moccia)... sicuramente ci saranno autori poco brillanti all'estero, ma per lo meno ogni tanto qualche libro intreessante lo tirano fuori, qua da noi non so se sono io che non ne so abbastanza o è proprio così, ma è il deserto dei tartari della narrativa!
      Buona serata! :)

      Elimina
    3. Ah ah, sì, confermo: avevo 10 anni quando ho letto Il Signore degli Anelli per la prima volta. E' stato nel 1985, facevo la quinta elementare. Ci vollero vari mesi per leggerlo tutto, però devo dire che fu "amore" fin dalla prima riga^^ ;-)
      Non l'ho mai vissuto come uno studio, è sempre stato un passatempo gradevole, perché ha su di me un potere rasserenante: come diceva Tolkien stesso, l'immergersi in un mondo alternativo, di fantasia, "non è la fuga del disertore, ma l'evasione del prigioniero". Questo è importante perché i critici "impegnati" (e quindi politicizzati) hanno accusato Tolkien di "escapismo", che sembra una parolaccia e in effetti è l'accusa di voler fuggire dalla realtà. Ma non è vero: non è un atto di fuga, ma è un atto di evasione, e quindi di libertà, di chi però continua a cercare, nella realtà vera, ciò che più si avvicina ai suoi valori. Questo è ciò che cerco di fare sia nella vita che nel lavoro: valorizzare le cose che, secondo me, meritano di essere valorizzate, in tutti i campi.
      Purtroppo la narrativa italiana ha sofferto la sorte della lingua italiana, che è destinata a diventare qualcosa a metà strada tra un dialetto e una lingua da museo. Poi c'è stato il problema di una cultura soffocata dal marxismo, per cui se un intellettuale non era organico alla cultura marxista veniva immediatamente accusato di frivolezza. Questo succede anche all'estero, ma la lingua inglese ha un mercato mondiale, per cui uno scrittore bravo potrà anche essere accusato dalla critica, ma se poi vende milioni di copie nel mondo è difficile ignorarlo. La critica tende sempre a considerare il successo di mercato come un sinonimo di mediocrità, ma non è affatto vero: la verità è che i critici il più delle volte condannano un'opera senza nemmeno averla letta.
      Il genere fantasy poi è stato "sdoganato" solo di recente e ancora i vecchi ruderi della critica ufficiale non si degnano di impegnarsi neanche cinque minuti per esprimere una valutazione fondata sulla lettura del testo.
      E' un po' come la storia dell'Oscar a Leonardo Di Caprio: non glielo vogliono dare perché dicono che è troppo ricco e ha già troppo successo. Ma cosa c'entra? Se penso che hanno dato l'Oscar a Gwyneth Paltrow per quella scemenza di Shakespeare in love, mi viene da ridere!
      Ecco, "Il deserto dei tartari" è uno dei pochi romanzi interessanti prodotti nel Novecento italiano, assieme a "Il Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa, "Le città invisibili" di Calvino e i romanzi di Gadda, il più famoso dei quali è ambientato a Roma, in Via Merulana, e credo esprima in modo molto interessante la "romanità" contemporanea (anche se Gadda era milanese!).
      Se io devo pensare all'ultimo romanzo di un autore italiano che ho letto, a parte Eco, non mi ricordo... :-D
      Buona serata!!! ;-)

      Elimina
    4. Ps. Volevo aggiungere che il merito di avermi fatto conoscere le opere di Tolkien quando ero bambino è di mio padre, al quale io devo tutto quello che sono dal punto di vista degli interessi letterari, artistici, musicali, teatrali, cinematografici.
      Io ho avuto una grande fortuna e cioè avere una famiglia veramente straordinaria, con genitori, nonni, bisnonni e cugini eccezionali, che mi hanno aiutato a diventare uomo, ad apprezzare le cose belle della vita e a sentirmi fiero di appartenere ad una realtà familiare così stimolante. Forse è anche per questo che ho la passione delle saghe familiari, delle dinastie... forse questo riesce a spiegare perché insisto tanto su questo punto ;-)))

      Elimina