sabato 19 marzo 2016

Vite in prestito. Cap.1 Tutti i motivi tragicomici per cui era estremamente improbabile che io nascessi

Mio padre doveva farsi prete. Mia madre aveva una naturale vocazione allo zitellaggio.
Io non dovevo nascere. Eppure qualcosa è successo.
Ma non è tutto.
Il padre di mio padre, prima di sposarsi, ebbe un tumore al testicolo, che gli fu asportato. L'altro testicolo si salvò: ebbene, mio padre e sua sorella, sono frutto del testicolo salvato.
Ma prima ancora, sempre il padre di mio padre, era stato in guerra, come caporalmaggiore, in Abissinia, e aveva rischiato di morire, ma non in un'operazione militare (per sua fortuna era carriere camionista nelle retrovie), bensì durante un bagno, presso le coste di Asmara e Massaua: rischiò infatti di essere divorato dagli squali e si salvò per un pelo.
A rendere ancora più improbabile questa storia, c'è il fatto che più si va indietro, più i matrimoni e la sopravvivenza stessa dei vari antenati è qualcosa che sfida le leggi della statistica.
E non parlo solo del fatto che il matrimonio dei miei nonni paterni fu riparatore per il fatto che lui aveva messo incinta lei (di mio padre) o del fatto che il matrimonio dei miei nonni materni fu combinato per evitare alla famiglia aristocratica decaduta di mia nonna Diana la miseria che avrebbero patito se lei non avesse sposato mio nonno Cristoforo.
No, ci sono altri eventi ancora più improbabili.
La madre di mio padre si ammalò di febbre spagnola, nel 1919, e i suoi familiari, per paura del contagio, la sbatterono fuori di casa senza tante storie, finché lei, miracolosamente e senza l'aiuto di nessuno, guarì.
E poté così incontrare colui che si era salvato sia dallo squalo di Asmara che dal tumore al testicolo e generare con lui il prete mancato che assieme alla zitella mancata ha generato lo scrittore fallito di questo bizzarro blog.

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