lunedì 2 gennaio 2017

La teoria filosofica dell'Olismo

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L'olismo (dal greco όλος, cioè "la totalità", "globalità") è una posizione teorica basata sull'idea che le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue componenti. Dal punto di vista "olistico", la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore/differente dalla somma delle prestazioni delle parti prese singolarmente. Un tipico esempio di struttura olistica è l'organismo biologico: un essere vivente, in quanto tale, va considerato sempre come un'unità-totalità non esprimibile con l'insieme delle parti che lo costituiscono. Anche una macchina, in molti casi, non essendo esprimibile come una sommatoria funzionale delle sue parti, deve essere considerata olistica. Di un oggetto che vola, che resta e si muove per aria come l'aeroplano, ad esempio, è difficile dire che funzioni come "somma dei suoi componenti". Esso infatti, come sommatoria funzionale delle sue parti, non sarebbe identificabile con un "oggetto che vola".
La parola, insieme all'aggettivo olistico, è stata coniata negli anni venti da Jan Smuts (1870-1950), uomo politico, intellettuale e filosofo sudafricano, autore di Holism and Evolution ("Olismo ed evoluzione"), del 1926. Essendo Smuts un convinto evoluzionista, l'olismo è secondo lui anche esprimibile come il frutto strutturale di un'"evoluzione emergente", dove la complessità strutturale che ne deriva in un ente non è riducibile ai suoi aggregati. Secondo l'Oxford English Dictionary, Smuts ha definito l'olismo come: «...la tendenza, in natura, a formare interi che sono più grandi della somma delle parti, attraverso l'evoluzione creativa».
L'olismo, esprimibile anche come non-riduzionismo, è a volte descritto come l'opposto del riduzionismo, nonostante i sostenitori del riduzionismo scientifico affermino che sia più giusto considerarlo l'opposto del riduzionismo sfrenato. Può anche essere considerato opposto all'atomismo, per quanto l'uno non escluda affatto l'altro. Gli atomi, infatti, come elementi-base del complesso, non escludono affatto che l'assemblato possegga prestazioni superiori alla somma delle proprietà degli assemblati. Quando l'assemblato non esiste più in quanto tale, sono gli assemblati a riprendere esistenza autonoma ed essere nuovamente disponibili per nuovi assemblaggi "emergenti".
La dicotomia concettuale olismo/atomismo è pretestuosa e filosoficamente priva di fondamento, trattandosi semplicemente di "livelli differenti" di aggregazione della materia. Una materia che allo stato elementare (particelle fermioniche e bosoniche) ha certe proprietà che non sono più quelle dei "complessi" che le particelle elementari formano, dapprima a livello di atomi, poi di molecole, poi di macromolecole, e infine di "corpi complessi" e macroscopici come sono gli esseri viventi.

I precursori

Per quanto l'olismo nasca in Occidente soltanto nel XVII secolo con il panteismo di Spinoza, esso si fonda sulle filosofie orientali sin dal XIII secolo a.C. Le filosofie-teologie indiane sono infatti tutte olistiche e l'olismo è uno degli elementi di base di tutta la speculazione orientale, quale si ritrova anche in Cina nel Taoismo, che si origina nel VI secolo a.C. circa. Quindi, la sua identificazione e definizione ha luogo in Occidente con grande ritardo, solamente dal XX secolo, basandosi su una tradizione che è riferibile soltanto al Neoplatonismo (III-VI secolo) e in particolare in Plotino (III secolo). Tradizione assai debole quindi nel mondo giudaico-cristiano, se si esclude, appunto, Baruch Spinoza e prima di lui Giordano Bruno. Spinoza, con un'originalissima interpretazione della Bibbia, si oppone al dualismo cartesiano con il suo panteismo (Dio è il Tutto). Più tardi, in qualche misura, anche Johann Wolfgang von Goethe, che raccoglieva suggestioni mistico-olistiche del pensiero tardo-medievale, può essere considerato un olista. Egli lo traduce infatti nella sua "teoria dei colori", dove la luce bianca (come sommatoria dei differenti colori dell'iride) non sarebbe considerabile come mera somma delle frequenze elettromagnetiche dei suoi componenti, un concetto olistico che il Romanticismo tende a rivitalizzare.

Tipi di olismo

Essendo un approccio generale o forma di pensiero, l'olismo si può applicare a molte discipline. L'olismo ontologico, ad esempio, sostiene che la realtà è fondamentalmente fatta di interi. L'olismo confermativo nella filosofia della scienza, d'altro canto, significa semplicemente che le teorie scientifiche dovrebbero essere confermate o confutate nella loro interezza, piuttosto che in singoli aspetti (si veda la Tesi di Duhem-Quine). Altre forme di olismo includono l'olismo sociale, metodologico, etico, semantico, di significato e tipologico. Quanto al cosiddetto olismo originario, si tratta di una scienza dei cicli e le sue più grandi applicazioni si hanno proprio nelle pratiche orientali come l'agopuntura[1].

Olismo in fisica

In fisica quantistica, i fenomeni sembrano nascere solo all'interno di sistemi e non possono essere spiegati esclusivamente come interazione lineare delle singole parti del sistema. Per alcuni osservatori, questo indica che è necessario un approccio non-riduzionista.
L'interpretazione della meccanica quantistica di David Bohm vede l'universo come un ologramma in movimento, che egli chiama olomovimento. Un'altra interpretazione è il principio olografico per cui un universo a 4 dimensioni può essere visto come un ologramma in cinque. Ad ogni modo, sia la meccanica quantistica che la relatività generale sono teorie non-riduzioniste, in quanto comprendono relazioni non-lineari tra le parti. Il contributo maggiore arriva però dalla nascita della teoria del caos, dalla quale deriva la più moderna e generale teoria della complessità. Base fondante di questa teoria è l'esistenza di alcune proprietà emergenti non identificabili nel singolo costituente di un sistema, ma derivanti dall'interazione dei costituenti stessi. La concezione olistica del mondo trova consistenza nel fatto che ogni interazione tra sistemi fisici porta ad uno stato entangled, che implica una perdita d'identità dei sistemi interagenti. L'universo è un unbroken whole (un tutto ininterrotto) le cui singole parti non hanno più un'identità.

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Olismo ontologico

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Sistemi complessi ed Ecologia.
Nell'opera Il fantasma nel sistemaArthur Koestler ha teorizzato che l'esistenza consista in una vasta gerarchia di sottoinsiemi, detti oloni, che egli chiama olarchia. I tipi di insiemi costituiscono i livelli di organizzazione del sistema. Questi livelli includono, ad esempio, quarkprotoniatomimolecoleorganellicelluletessutiorganismipopolazioni. Quindi, un vasto organismo su larga scala come la biosfera non può essere compreso solo studiandone gli elementi, ma deve essere visto come un'entità a sé e studiato attraverso i differenti livelli gerarchici, considerando le relazioni tra i diversi elementi. Alcuni paragonano l'ontologia di Koestler alla Grande Catena dell'Essere.
Il filosofo Ken Wilber ha approfondito notevolmente la teoria di Koestler. Secondo lui «...ci sono infinite tartarughe in alto e in basso», per dire che le gerarchie di sottoinsiemi continuano nell'infinitamente grande e nell'infinitamente piccolo. Nel suo libro Sesso, Ecologia, SpiritualitàWilber definisce 20 caratteristiche che tutti gli oloni hanno in comune. Queste includono le proprietà di autotrascendenza, autodissoluzione e, a vari gradi, coscienza. Il pensiero dei sistemi è strettamente correlato all'olismo ontologico. Secondo la teoria dei sistemi, i fenomeni come la vita, la mente e la coscienza sorgono solo all'interno di sistemi. Questo significa che non possono essere spiegati soltanto dallo studio delle cellule, degli atomi o delle particelle subatomiche, così come il sistema circolatorio non può essere spiegato solo in riferimento alle cellule del sangue o alle cellule muscolari.

Olismo semantico

La dottrina filosofica che discute delle condizioni metafisicamente necessarie per cui qualche cosa abbia un significato o un contenuto.

Olismo del contenuto

È la dottrina che sostiene che le proprietà quali "avere un contenuto" sono olistiche, nel senso che nessuna espressione in un linguaggio può possederle a meno che molte altre (non sinonimi di questa) la posseggano.

Olismo antropologico

È la dottrina che sostiene che vi sia una connessione interna tra la proprietà "essere un simbolo" e il fatto di giocare un ruolo in un sistema di convenzioni, pratiche, rituali ecc. di tipo non linguistico.
Si può anche ipotizzare la condizione opposta: proprio "l'essere un simbolo" impedisce di giocare un ruolo effettivo nel sistema di convenzioni, poiché altrimenti quel simbolo apparterrebbe alla stessa gerarchia logica dell'intero.

Olismo delle traduzioni

È la posizione di chi sostiene che proprietà come "avere lo stesso significato di una formula nel linguaggio X" sono proprietà olistiche.

Olismo tipologico

Nella classificazione e nella tipologia, olismo significa che solo con alcune caratteristiche ben scelte un oggetto o un sistema può essere riconosciuto come un tipo. Il suolo, la vegetazione, i biomi sono comunemente considerati insiemi e possono quindi essere classificati tramite una serie di caratteristiche diagnostiche (vedi ad esempio classificazione ecologica).

Olismo in psicologia

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Psicologia analogica.
Le discipline analogiche offrono un approccio olistico nell'ottenimento dell'equilibrio tra la sfera logica e la sfera emotiva dell'individuo, attraverso lo studio della comunicazione analogica non verbale e l'ipnotismo dinamico.
Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Gestalt.
Ken Wilber ed i teorici della Spiral Dynamics considerano l'olismo come un particolare livello transpersonale dello sviluppo umano, conseguente al livello sistemico o integrale. Nella teoria della Spiral Dynamics, l'olismo è il livello più avanzato di sviluppo umano finora documentato. Wilber vede anche livelli più elevati, mistici.

Olismo in filosofia

Olismo, nel filosofo Aristotele, significa che corpo e mente sono un tutt'uno.

Olismo in medicina

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Medicina alternativa.
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L'approccio "olistico" è una forma di medicina alternativa che sarebbe, secondo i suoi sostenitori, integrativo alla medicina, volendo affrontare in modo globale uno o più determinanti di salute secondo quello che i suoi sostenitori chiamerebbero asse PNEI (psico-neuro-endocrino-immunitario). Tale approccio non considera il singolo sintomo o segno come segnale da sopprimere ad ogni costo, ma legge questi avvertimenti come segnali del corpo nel tentativo di ripristinare un equilibrio andato perso. In questo senso si cerca di controllare tali sintomi/segni senza sopprimerli, regolando l'asse immunitario, biochimico e citochimico nel perseguimento della restitutio ad integrum completa: fisica e psichica.
La salute globale non è vista come semplice assenza di malattia, ma un benessere globale di corpo, mente, società e ambiente e anche come un'evoluzione psicofisica[2]. Esistono numerosi autori indipendenti che possono essere ascritti a questa corrente di pensiero, i più noti dei quali sono il medico austriaco Rüdiger Dahlke e la biologa canadese Claudia Rainville.

Storia

Solo alla fine dell'Ottocento emersero i temi centrali propri della medicina olistica. Oggi vengono considerati precursori dei vari approcci olistici psicoanalisti come Georg Groddeck (1866 - 1934), naturopatici come Edward Bach (1886 – 1936) e teologici come Mary Baker Eddy (1821 – 1910).

Risposte all'olismo

La maggior parte degli scienziati e filosofi concordano che i concetti dell'olismo siano poco significativi nel campo biomedico e scientifico. Altri li giudicano addirittura come non corretti o come pseudoscienza. Alcune forme, comunque, come l'olismo epistemologico e confermativo, sono le correnti principali della filosofia contemporanea.

Note

  1. ^ da S.Campagna, Il popolo degli specchi, Zona Editrice, settembre 2008
  2. ^ Introduzione alla salute globale, www.enciclopediaolistica.com

Voci correlate

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