domenica 28 maggio 2017

Elven style

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La città elfica di Gondolin

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Sotto, Feanor, secondo Alto Re dei Noldor, creatore dei Silmaril

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Elwe Thingol Mantogrigio, re dei Sindar del Doriath

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Thingol incontra i Nani dei Monti Azzurri

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Thingol sul trono d'argento del Doriath, nella reggia di Menegroth

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Fingolfin e Finarfin

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Lothlorien

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La distribuzione degli Anelli del Potere

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Dagor Dagorath

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La Dagor Dagorath (nome Sindarin per Battaglia delle Battaglie o Battaglia Finale) è un evento dell'universo immaginario creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien.
Il Silmarillion attualmente pubblicato termina con il racconto del viaggio di Eärendil, ma questo è dovuto a una decisione editoriale di Christopher TolkienIl Silmarillion così come fu scritto da Tolkien finisce con una profezia di Mandos sulla Dagor Dagorath, chiamata anche "La Fine" ("Ambar-metta" in Quenya). Vi sono molte similarità tra la Dagor Dagorath e la leggenda nordica del Ragnarök.
Secondo la profezia di Mandos, Morgoth scoprirà come abbattere le Mura della Notte e distruggerà il Sole e la Luna. Allora Eärendil scenderà dal cielo e incontrerà TulkasManwë (o Eönwë, il suo araldo) e Túrin Turambar ritornato dalla morte sulle pianure di Valinor. Tutti i popoli liberi della Terra di Mezzo parteciperanno insieme ad essi ad una battaglia finale, la Dagor Dagorath, appunto. A loro si aggiungeranno anche Ar-Pharazôn e i Númenóreani che sbarcarono in Aman nel 3319 della Seconda Era.
Molti nemici caduti da tempo torneranno per lottare dalla parte di Morgoth, l'antagonista della battaglia; anche Sauron, il cui spirito si disperse nel vuoto dopo la distruzione del suo Anello, sarà presente nella Dagor Dagorath. Si dice che tutte le creazioni di Morgoth torneranno, OrchiTroll e Draghi e altre creature spaventose. Si presume che i restanti uno o due Balrog combatteranno ai suoi ordini, così come Sauron e non si sa se i capitani uccisi di Morgoth e Sauron (come i NazgûlAncalagon il Nero, Glaurung, e Gothmog) torneranno. Gandalf ritiene che almeno il Re Stregone di Angmar e gli altri Nazgûl non siano morti ma dispersi nel vuoto come Sauron dopo la distruzione dell'Unico Anello. Questo suggerisce che, se Sauron farà ritorno, anche loro torneranno.
Quindi le forze dei Valar, insieme ai popoli liberi, daranno battaglia a Melkor. Tulkas lotterà contro di lui, ma sarà la mano di Túrin a portare morte e distruzione su Melkor. Con la sua spada nera Gurthang ("Ferro di Morte") Túrin trapasserà il cuore di Melkor, vendicando se stesso così come tutti gli Uomini. Quindi le montagne dei Pelóri saranno spianate, i tre Silmaril ritrovati da terra, cielo e mare, e lo spirito di Fëanor verrà liberato dalle Aule di Mandos per restituirli a Yavanna, che li spezzerà e li userà per ridare la luce ai Due Alberi. La battaglia metterà fine ad Arda e le donerà nuova vita. Tutti gli Elfi si sveglieranno e le Potenze saranno di nuovo giovani.
Dopo la battaglia, ci sarà una Seconda Musica degli Ainur. La musica darà vita a un nuovo mondo, e gli Uomini la canteranno con gli Ainur. Non si sa quale sarà il destino delle vecchie razze del vecchio mondo in quello nuovo. Nemmeno gli Ainur sanno niente sulla Seconda Musica. Tutto ciò che gli Ainur sanno è che la Seconda Musica sarà più grande della Prima.
Christopher Tolkien tolse la profezia da Il Silmarillion basandosi su una versione del Valaquenta del 1958, in cui suo padre aveva scritto che nessuna delle profezie di Mandos aveva detto se i danni di Arda sarebbero mai stati riparati (Christopher Tolkien usò questo passaggio come chiusura del Quenta Silmarillion). Data questa rimozione della profezia Christopher inizialmente credette che anche l'Ultima Battaglia fosse stata rimossa. In seguito fu sorpreso di trovare riferimenti ad essa ed una nuova versione (in cui anche Beren ritorna dalla morte per la battaglia finale) scritta dopo il passaggio del Valaquenta.
È da notare che Il Silmarillion, così come è stato pubblicato, contraddice alcune parti della Seconda Profezia. Dove questa dice esplicitamente che gli Elfi e i Valar verranno rigenerati dopo l'Ultima Battaglia e che il fato degli Uomini è sconosciuto, Il Silmarillion afferma che gli Uomini parteciperanno alla Seconda Musica, e che è il destino degli Elfi ad essere sconosciuto.

I nomi dei personaggi di Tolkien erano già presenti nell'Edda islandese e il nanico è ispirato all'antico norvegese

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E' noto che il nome della Terra di Mezzo fu ispirato a Tolkien dalla mitica Midgard della mitologia germanica, così come è descritta nell'Edda, il poema epico islandese, dove si parla del grande albero Yggdrasil e dei nove mondi che esso sorregge.
Meno noto è il fatto che quasi tutti i nomi dei Nani che compaiono nei romanzi di Tolkien sono tratti dal primo libro dello stesso canzoniere eddico, come si evince dai seguenti versi:

Þar vas Móðsognir
mæztr af orðinn
dverga allra,
en Durinn annarr;
þeir manlíkun
mǫrg of gerðu
dverga í jǫrðu,
sem Durinn sagði.
Là Móðsognir era
il più eccellente
fra tutti i dvergar
Durinn era secondo.
Là, d'aspetto umano,
molti furono fatti,
dvergar dalla terra;
come Durinn diceva.
11Nýi ok Níði,
Norðri, Suðri,
Austri, Vestri,
Alþjófr, Dvalinn,
Bívǫrr, Bávǫrr,
Bǫmburr, Nóri,
Ánn ok Ánarr,
Ái, Mjǫðvitnir.
Nýi e Níði,
NorðriSuðri,
AustriVestri,
AlþjófrDvalinn,
BívǫrrBávǫrr,
BǫmburrNóri,
Ánn Ánarr,
ÁiMjǫðvitnir.
Nota
12Veigr ok Gandálfr,
Vindálfr, Þráinn,
Þekkr ok Þorinn,
Þrór, Vitr ok Litr,
Nár ok Nýráðr,
nú hefk dverga,
Reginn ok Ráðsviðr,
rétt um talða.
Veigr e Gandálfr,
VindálfrÞráinn,
Þekkr e Þorinn,
ÞrórVitr e Litr,
Nár e Nýráðr,
ordunque i dvergar,
Reginn e Ráðsviðr,
doverosamente ho enumerato.
Nota
13Fili, Kili,
Fundinn, Náli,
Heptivili,
Hannarr, Svíurr,
[Nár ok Náinn
Nípingr, Dáinn,
Billingr, Brúni,
Bíldr ok Búri,]
Frár, Hornbori,
Frægr ok Lóni,
Aurvangr, Jari,
Eikinskjaldi.
FiliKili,
FundinnNáli,
Heptivili,
HannarrSvíurr,
[Nár e Náinn
NípingrDáinn,
BillingrBrúni,
Bíldr e Búri,]
FrárHornbori,
Frægr e Lóni,
AurvangrJari,
Eikinskjaldi.

E' interessante notare come il nome "Gandalfr" di Antico Norvegese appare nella lista dei nani nella "Völuspá" dell'Edda poetica; il nome incorpora le parole gandr che significa "bacchetta", "bastone" o (specialmente nei composti) "magia" e álfr che significa "elfo". Tolkien trascrisse questo nome insieme a quelli dei nani quando scrisse Lo Hobbit, negli anni '30. Giunse a pentirsi del riutilizzo di questa "marmaglia di nani con nomi relativi all'Edda, [...] inventati in un ora di ozio", quando lo costrinsero ad arrivare ad una spiegazione del perchè l'Antico Norvegese dovesse essere usato nella Terza Era della Terra di Mezzo. Risolse il dilemma nel 1942 con la spiegazione che l'Antico Norvegese era la traduzione del linguaggio di Dale. La figura di Gandalf ha altre influenze provenienti dalla mitologia Tedesca, particolarmente da Odino nella sua incarnazione come "il Vagabondo", un vecchio con un solo occhio, una lunga barba bianca, un cappello a tesa larga, e un bastone. Tolkien dichiarò che pensava a Gandalf come al "vagabondo Odino" in una lettera del 1946. Gandalf è anche simile a Väinämöinen, il Grande Bardo nella mitologia Finlandese, protagonista del Kalevala, il poema epico scritto da Elias Loonrot


Hobbiton and Bag End

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Tolkien's world art

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Irmo consiglia Turgon nel sonno

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Rhosgobel, Radagast's house

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Artist’s impression of a Viking camp

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Servier | Lutetia, the Gallo-Roman ancestor of Paris:

Adam Paquette:

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Fantasy art

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