domenica 4 marzo 2018

Storia del Liechtenstein


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Il Liechtenstein (pronuncia tedesca[ˈlɪçtənʃtaɪn]), ufficialmente Principato del Liechtenstein (in tedesco Fürstentum Liechtenstein, in alemanno Förschtatum Liachtaschta), è uno Stato dell'Europa centrale.
È racchiuso tra la Svizzera (Canton San Gallo a ovest, Canton Grigioni a sud) e l'Austria (Land Vorarlberg, a est); insieme all'Uzbekistan è uno dei due soli paesi al mondo doppiamente senza sbocchi sul mare. La capitale è Vaduz. Nonostante non confini direttamente con la Germania, è sempre stato da essa raggiungibile in maniera diretta, tramite la navigazione internazionale sul fiume Reno.
Il Liechtenstein è un principato, l'attuale principe è Giovanni Adamo II di Liechtenstein, il capo del governo è Adrian Hasler e la lingua ufficiale è il tedesco.
Anticamente il territorio del Liechtenstein era parte del Sacro Romano Impero. Per secoli questo territorio, geograficamente lontano dagli interessi strategici dell'Europa, ebbe poco impatto sulla storia del continente. L'attuale dinastia prende il nome dall'omonimo castello di Liechtenstein nella Bassa Austria, di cui la famiglia fu in possesso dal 1140 circa al XIII secolo e dal 1807 in poi. Attraverso i secoli, la famiglia acquisì nuovi territori, soprattutto in Moravia, nella Bassa Austria, in Slesia e in Stiria ed ottenne il titolo principesco ereditario nel 1608. Pur essendo una delle maggiori famiglie di tutti i domini asburgici non aveva però titolo per sedere nella Dieta Imperiale. Solo nel 1699 e nel 1712 la famiglia ottenne due Herrschaft ("Signorie") di modesta importanza ma feudi imperiali diretti: rispettivamente Schellenberg e la contea di Vaduz. Il 23 gennaio 1719 Carlo VI d'Asburgo decretò l'unione tra Vaduz e Schellenberg, ed elevò la locale contea a Fürstentum ("Principato") con il nome di "Liechtenstein" in onore di Antonio Floriano del Liechtenstein. È in questa data che il Liechtenstein entrò ufficialmente a far parte degli Stati del Sacro Romano Impero.

Indipendenza e adesione alla Confederazione del Reno e germanica

Nel 1806, gran parte del Sacro Romano Impero venne invasa da Napoleone, l'Imperatore Francesco II abdicò e l'Impero venne sciolto. Come risultato, il Liechtenstein cessò di avere obbligazioni e a questo periodo si fa risalire la "sovranità indipendente" dello Stato. Dal 25 luglio 1806, quando venne fondata la Confederazione del Reno, il principe del Liechtenstein ne fu membro, vassallo de facto, come tutti gli altri stati aderenti, dell'imperatore Napoleone Bonaparte, sino alla dissoluzione della Confederazione il 19 ottobre 1813.
Due anni dopo il Liechtenstein aderì alla Confederazione tedesca (20 giugno 1815 – 24 agosto 1866), presieduta dall'imperatore d'Austria. Nel 1818 Giovanni I garantì una costituzione allo Stato. Nel 1836 venne aperta la prima fabbrica dello Stato, con l'avviamento della produzione di ceramiche.
Allo scoppio della guerra austro-prussiana nel 1866 vennero fatte pressioni sul Liechtenstein e quando la pace venne firmata la Prussia accusò il Liechtenstein di essere stato la causa dello scoppio della guerra con l'Austria(il suo status avrebbe conseguito che, alla pari di tutti gli altri principati tedeschi non asburgici, partecipasse alla fondazione della nuova confederazione ovvero divenisse parte integrante della futura Germania, ma in questa ipotesi la sua caratteristica di exclave trovò l'ostacolo dell'Impero Asburgico). Per questo motivo, a partire dal 1868, il principato non fu più vincolato politicamente alla Confederazione germanica, e formalmente non più legato agli Asburgo d'Austria fin dal 1806, scelse di non mantenere un proprio esercito (prima obbligato dalla confederazione ad averlo), e di affidare la sua difesa ad un paese fino allora totalmente esterno alle sue vicissitudini storiche, la Svizzera. In conseguenza di ciò, tali eventi dell'anno 1866 possono essere considerati la definitiva data di indipendenza del principato.

Le guerre mondiali

Sino al termine della prima guerra mondiale, il Liechtenstein fu sempre socialmente ed economicamente legato all'Impero Austriaco prima e a quello austro-ungarico poi. La devastazione economica subita durante il primo conflitto mondiale portò però il piccolo stato a concludere accordi monetari con la confinante Svizzera (che già ne curava la difesa dei confini). Al crollo dell'Impero austro-ungarico, lo stato venne sciolto da ogni residuo obbligo verso l'Austria.
Gli anni seguenti la prima guerra mondiale furono importanti per il Liechtenstein:
  • nel 1921 fu varata la nuova Costituzione;
  • nel 1923 il paese entrò in Unione Doganale con la Svizzera;
  • nel 1924 il paese adottò come propria valuta il Franco Svizzero.
Questo periodo fu marcato da due gravi eventi:
  • nel 1927 una terribile inondazione mise a dura prova l'economia del paese;
  • nel 1928 il fallimento della Sparkasse (Cassa di Risparmio) del Liechtenstein azzerò le riserve del locale Ministero del Tesoro.
Il Liechtenstein fu finanziariamente rovinato e pesantemente indebitato con la Svizzera. Subito dopo fu varata una legislazione che permise il segreto sui clienti e sui conti bancari. In Liechtenstein sorsero aziende private che cavalcando il periodo d'incertezza che caratterizzò il periodo del dopoguerra, diedero spazio a una moltitudine di avventurieri finanziari.
Nel corso della seconda guerra mondiale, il Liechtenstein rimase neutrale: è l'epoca del principe Francesco Giuseppe II del Liechtenstein: egli assicurò la neutralità e la inviolabilità del principato di fronte alla Seconda guerra mondiale e oggi la sua figura è celebrata con la festa nazionale del Liechtenstein. I tesori del Principato e quelli della famiglia del principe vennero tratti in salvo a Londra. I principi del Liechtenstein vissero a Vienna sino all'Anschluss del 1938; l'annessione dell'Austria rappresentò un grave pericolo per il principato, dato che la condizione che ne aveva originato l'indipendenza era stata la rivalità tra Germania e Austria; venendo a mancare questa, veniva a mancare un prezioso bilanciamento di interessi esterni. L'espansionismo hitleriano rappresentò quindi un grave rischio, in quanto il Liechtenstein dal 1866 non aveva mai firmato un trattato di pace con la Prussia, e di conseguenza poteva considerarsi ancora in guerra con lo Stato suo erede, ovvero la Germania. Il più recente legame con la Svizzera scongiurò tale prospettiva.

Dopoguerra e storia contemporanea

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Contenzioso tra Liechtenstein e Guatemala.
Dopo la seconda guerra mondiale la Cecoslovacchia, predecessore della Repubblica Ceca e della Slovacchia, agendo per sequestrare quelli che considerava possedimenti tedeschi, espropriò la totalità dei territori e dei possedimenti ereditari della dinastia dei Liechtenstein in BoemiaMoravia e Slesia. Queste espropriazioni a cui fu soggetta la famiglia sono ancora oggi discusse presso la Corte internazionale di giustizia, e includevano oltre 1.600 chilometri quadrati (dieci volte la dimensione del Liechtenstein) di terreno agricolo e foreste, oltre a svariati castelli e palazzi. Durante la guerra fredda, ai cittadini del Liechtenstein fu proibito di entrare nella Cecoslovacchia. Il conflitto diplomatico riguardo ai contestati decreti Beneš del dopoguerra ha prodotto la non condivisione delle relazioni internazionali da parte del Liechtenstein con la Repubblica Ceca e la Slovacchia, stabilite tra Liechtenstein e la Repubblica Ceca solo il 13 luglio 2009,[6][7][8] e con la Slovacchia il 9 dicembre 2009.[9]
Al termine del conflitto, per risanare le casse dello Stato, i principi del Liechtenstein furono costretti a vendere alcune delle loro preziose opere d'arte.
Un altro contenzioso si ebbe nel 1955 con il Guatemala a proposito di un tedesco cresciuto in Guatemala e divenuto cittadino del Liechtenstein, che fu arrestato come nemico al suo rientro in Guatemala.
In seguito a oculate iniziative di natura economica fu favorito l'insediamento nel territorio di imprese finanziarie, commerciali e industriali. Le iniziative, favorite da tutela legislativa e da tassazioni favorevoli, ebbero grande successo, con l'insediamento nel principato di molte aziende, soprattutto finanziarie.
Oggi, il principe del Liechtenstein è uno degli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio stimato in circa 4 miliardi di dollari. Il popolo del principato detiene il più alto reddito pro-capite del mondo.

Albero genealogico dei granduchi di Lussemburgo

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La famiglia granducale del Lussemburgo (casato di Nassau-Weilburg, un ramo cadetto agnatico dei Borbone-Parma) è costituita dalla famiglia estesa del granduca sovrano.
Il ducato medievale di Lussemburgo fu elevato a granducato nel 1815; Guglielmo I dei Paesi Bassi salì al trono granducale come suo primo titolare. Guglielmo, attraverso la madre prussiana, era un discendente dell'ereditiera medievale, Anna, duchessa di Lussemburgo, così come lo era la moglie di Guglielmo, sua cugina di primo grado. I territori del Granducato, conquistati (tra cui l'ancestrale Palazzo del Granduca) dalle forze di occupazione francese nelle prime fasi della caduta di Napoleone, erano stati ceduti a Guglielmo da suo cugino, il re Federico Guglielmo III di Prussia, che era l'erede principale di Anna. In violazione alla tradizionale linea di successione del Lussemburgo, le grandi potenze d'Europa convennero che il Granducato sarebbe stato ereditato in linea maschile del casato di Nassau.
I discendenti in linea maschile del granduca Adolfo detengono i titoli di "principe(ssa) del Lussemburgo" e "principe(ssa) di Nassau", con l'appellativo di "sua altezza granducale".
I discendenti in linea maschile della granduchessa Carlotta, che sono i figli di un granduca regnante o di un granduca ereditario, detengono il titolo di "principe(ssa) del Lussemburgo" e "principe(ssa) di Nassau" con l'appellativo di "sua altezza reale". I discendenti in linea maschile della granduchessa Carlotta, che non sono i figli di un granduca regnante o di un granduca ereditario, sono "principe(ssa) di Nassau" con l'appellativo di "sua altezza reale" (derivante dal loro status di discendenti in linea maschile del duca Roberto di Parma). Il titolo di "principe di Borbone-Parma" fu abbandonato dal granduca Giovanni nel 1986, ma lui ed i suoi parenti mantengono l'appellativo di "sua altezza reale".







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